Quanti siete voi…

Esiste, ciò che non stiamo osservando? Se lo chiedevano già i primi filosofi. Poi, un secolo fa, uno scienziato affermò che proprio osservando modifichiamo tutto. Dunque non vediamo ciò che non osserviamo (proprio perché non lo stiamo osservando) e neppure ciò che osserviamo. Ma allora la realtà qual è? E noi, cosa siamo?

Stamattina presto, leggendo i giornali, tra guerre, suicidi, disabilità calpestate, diversità negate, rischi sempre più incombenti per noi, l’ambiente, la società… riflettevo sul mio romanzo, che esce domani. “Il Quoziente Umano“, il risultato esistenziale di una divisione. Il primo romanzo della storia in cui il protagonista si divide in due, si separa, giacché non era uno ma due. Forse anche più di due. Nessuno di noi è uno soltanto, del resto, che lo sappiamo o no, che lo accettiamo o no. E la teoria dei Molti Mondi della Meccanica Quantistica arriva ben dopo la sensazione della molteplicità già indagata dalla filosofia, e che ogni animo sensibile conosce di sé.

Mentre riflettevo su questo, ho alzato gli occhi e ho visto l’Egeo, steso, serafico, di fronte a me, ai piedi di quest’isola. Il mare ‘non amico’, “complice delle nostre irrequietezze” (J.Konrad). Proprio lì, in mare, qui davanti a quel capo, il “Politropon” (come Omero chiama Ulisse nel primo verso dell’Odissea), cioè l’uomo multiverso e molteplice, fu strappato alla sua rotta da una burrasca. E per i dieci anni a seguire le sue anime combatterono tra tornare e vagare, tradire e mantenere fede, essere curioso o focalizzato, resistere o morire. Il genere del romanzo nasce dunque per indagare la molteplicità umana, il suo multi-verso, i suoi molti mondi. Un’Odissea diversa per ognuna delle sue scelte. Proprio come per noi…

E allora ho capito che nel caos del mondo, anche dove tutto sembra perduto, c’è ancora spazio, e senso, per un romanzo. La disciplina scientifica non può che studiare ciò che è misurabile; la religione ciò che non lo è (e si può credere solo per fede); e allora spetta alla letteratura, all’arte, l’indagine più importante: quella sull’uomo. Su di noi. Le nostre vite.

Alberto, Luca, Luise, i protagonisti di questa storia, avranno domani la loro burrasca, come Odisseo a Capo Malia. Verranno separati per sempre da me, che sono stato il loro unico destino fin qui. Per mille vie, distrarrete la loro realtà. Perché un romanzo non esiste (come la realtà) se non lo stai leggendo. E tuttavia, leggendolo, il lettore lo modifica, lo scrive, perché coglie, sceglie, chiude il cerchio con i suoi occhi (U.Eco). Dunque non un solo romanzo esce domani, ma dieci, mille, centomila romanzi. Quanti siete voi. #ilquozienteumano

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