Chiamare le cose con il nome sbagliato

“Il destino che ti fa incontrare chi ha bisogno di ciò che nessuno ti ha chiesto mai”

Ieri, nella diretta, vi volevo leggere anche questa frase, poi me ne sono dimenticato. È tratta dal “Il quoziente umano“, e in una riga dice più di ciò su cui ho dissertato ieri. Ci sono cose che speriamo con tutto il cuore di ricevere, perfino domande, richieste, parole, prestazioni. Da sempre. Solo che quelle cose nessuno ce le chiede mai. Ci chiedono in tanti ciò che non vorremmo dare.
E non ce le chiedono perché noi non siamo come dovremmo, dove dovremmo, quando, perché. Non siamo “chi”.
Non essere chi sei implica non incontrare chi ha bisogno di ciò che potremmo dare.

Questa frase è un tributo al pensiero di Carl Gustav Jung, il quale sosteneva che dobbiamo noi, e solo noi, rendere conscio l’inconscio, cioè rivoltare, portare tutto alla luce, rovistare bene dentro e capire. Se non lo facciamo, lui (l’inconscio) ci agirà, influirà, guiderà, indirizzerà cose, incontri, avvenimenti guidandoli in direzioni non volute, non desiderate, e senza che nemmeno ce ne accorgiamo.
Ma la cosa peggiore di tutte, è che noi chiameremo tutto questo “destino“.

Ciò di cui vi ho parlato ieri nella diretta è il tentativo di uscire da quel destino. Per infilarci, a buon titolo, con tutti i diritti, nella nostra storia.
Una storia che, senza capire e occuparci delle cose di cui ho parlato ieri, non possiamo invocare.
Neppure rimpiangere.

per rivedere la diretta di ieri: https://www.facebook.com/events/762682448645656/

#Dialoghimediterranei
#quozienteumano

 

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