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(foto di Claudio Sforza)

Siete su Piccolo Cabotaggio II, blog di Simone Perotti. Once upon a time si chiamava semplicemente Piccolo Cabotaggio, senza II, ovvero il blog che per ragioni ignote un mese fa è scomparso. Nato nel 2005, quel blog aveva aggregato molte persone, interessate a leggere pensieri, lasciare pensieri, dare e ricevere commenti, informazioni, fotografie. Tutto perduto. Nell’epoca dell’informatica, della tecnologia, della comunicazione, capita che un blog scompaia e per settimane non riesci neppure a parlare con qualche “guardiano del faro” che ti spieghi come mai la tua barca è andata a scogli per via di una lanterna spenta. Misteri…

Riparto oggi, 18 luglio 2009. La rotta resta la medesima: piccole navigazioni, piccoli bordi, costa costa alla vita, ascoltando parole, osservando scene, leggendo pagine. Un breviario, un block notes.

Come per le barche, anche questo blog mantiene il suo nome originario, con l’aggiunta del numero II, come dire che l’anima resta la stessa, cambia solo la foggia. A chiunque arrivi qui ora, per la prima volta, tutto questo non interesserà molto. Per chi seguiva queste pagine prima del crash, un caro “bentornato”.

A recuperare qualcosa dei contenuti andati distrutti non ci provo neppure. Il lutto l’ho elaborato. Ora si riparte. Di seguito, a memoria del blog che fu, pubblico solo uno degli ultimi post, uno di quelli a cui tenevo maggiormente. Buona lettura.

 

Scritto da Simone Perotti il 26/03/2009 09:54

SAVIAN--140x180 Pentitevi, non è un’onta, e non è mai troppo tardi. Pentitevi se avete detto (e l’avete detto, anche a me, me ne ricordo…) che Saviano era un furbo, uno che cercava pubblicità, che aveva sfruttato una terra in crisi, un argomento “cinematografico”, la camorra, per vendere copie del suo libro. Pentitevi anche se non l’avete detto, consentendo a un angolo della vostra mente di pensarlo. Pentitevi non di un reato, certo, ma di un fatto molto umano, aver sospettato, aver invidiato perfino (incoscienti!), la notorietà di un ragazzo, la fama di uno scrittore.

Pentitevi perché non c’è niente di meglio che riconoscere l’errore, farci pace, tornare indietro, sui propri passi, suturando la lacerazione che un simile giudizio produce con la propria innocenza, la propria ingenua forse ma certo sana relazione col mondo. Saviano ieri in televisione vi ha dato ago e filo quando parlava del suo desiderio di stare in prima pagina, della sua ambizione legittima, pagata a caro prezzo.

Pentitevi quando uscite di casa, nel vostro salubre e sicuro anonimato, quando bevete una birra con un amico, quando invitate a cena una ragazza. In alcune zone del nostro Paese, se avete la forza di parlare del carabiniere Salvatore, capro espiatorio dei poteri mafiosi, queste cose non potete più farle. Anzi, non potete più farle in nessun luogo. Dovete vivere una vita non vostra, blindata, chiusa, reclusa, senza passeggiate, senza sole in spiaggia, senza amore. Un sacrificio che voi (noi, tutti) non sapete compiere, ma che vale come l’oro, perché ricorda al nostro Paese che ci si deve indignare, che l’indifferenza è il terreno di coltura della mafia, che ama il silenzio e la dimenticanza. Una vita da bestia, per chi denuncia queste cose, infinitamente peggiore della vostra che avete l’arroganza di giudicarne gli intenti. Dunque, pentitevi.

Pentitevi, perché il sentimento che vi ha portato a dire di Saviano “ha esagerato” oppure “se l’è cercata” oppure “così impara a voler diventare famoso” o ancora “è un furbo”, è un sentimento brutto, superficiale, fellone, tipico dei vigliacchi, che per sopravvivere alla coscienza della loro incapacità civile devono denigrare chi ha coraggio da vendere, chi ha saputo alzare la mano mentre voi la nascondevate. Voi, noi, tutti.

Pentitevi soprattutto voi, direttori dei giornali, che avete messo a pagina 26, 30 la notizia della manifestazione a Casal di principe in ricordo di don Peppino Diana, o che non l’avete affatto riferita. Avete speso anni della vostra vita a fare male il vostro lavoro di giornalisti, a farlo da impiegatucci vigliacchi, e ora avevate l’occasione di restituire un briciolo di dignità alla vostra vita da travet, ma l’avete perduta. Non perdete anche questa. Pentitevi.

Pentitevi scrittori, opinionisti, gente comune, che al tavolino di un comodo ristorante avete esercitato una libertà che non meritate dicendo parole irresponsabili, giudicando sommariamente chi sta combattendo una battaglia vera, moderna, fatta di parole, comunicazione, notorietà, riflettori, cioé le armi più affilate contro la mafia, le uniche che non potranno mai esserci tolte, che colpiranno sempre, e che voi avete tentato di delegittimare. spuntare. Pentirvi dopo aver visto ieri Saviano su Rai 3, è un’occasione ghiotta. Potrete dire “non l’avevo mai visto in diretta, ero giustificato, ma ora penso che…” e ne verrete fuori bene, benissimo, come chi sa riconoscere l’errore, non ha paura di dire “sbagliavo”. E’ anche questo un impegno civile, sapete? Non sarà come denunciare un mafioso, ma ci vuole un pizzico di coraggio. Quel tanto che serve per ricominciare a guardarvi in faccia senza vergogna.

http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_25/saviano_forza_scrittura_b3a6030c-197a-11de-8031-00144f486ba6.shtml

 

Commenti per il messaggio
Pentitevi scritto da Simone Perotti il 26/03/2009 09:54

Inviato da anna
il 26/03/2009 23:38

Carissimo Simone, ti ho scritto, poco fa, una e-mail all\’indirizzo di posta che avevo ma mi è tornata indietro, forse l\’hai cambiato. Avrei bisogno che tu la leggessi, se non ti dispiace mandami il tuo nuovo indirizzo e te la riinvio!!! …condivido pienamente ciò che hai scritto di Saviano!Ne ho sentite tante anche io e mi sono chiesta con quale coaggio venivano e vengono dette certe cose su un essere che, per quello che ha fatto, si è complicato solo enormemente la vita e l\’ha esposta a un continuo rischio! Furbo?…direi altro, forse uno \’innamorato\’ della verità che non si è reso conto delle conseguenze! Buona notte!

Inviato da Giuseppe
il 27/03/2009 12:25

Ciao Simone, Questa storia l’abbiamo già vissuta tante volte. La volta che più mi ha ferito e che credo mai smetterà di farmi male è stato con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Furono lasciati completamente soli e condannati a morte, prima dall’indifferenza e poi dalla calunnia. Questa storia mi ricorda troppo la storia di loro due: ancora una volta le poche vere persone che davvero muovono qualcosa di ciò che non va mosso pagano con il disprezzo di tutti (ho paura a scriverlo) NOI che in fondo li lasciamo soli. Si pentiamoci ma aiutiamolo anche solo continuando a paralrne e a tenerlo “troppo famoso” per essere ammazzato, forse, per ora, è l’unica via realmente percorribile. Buona giornata. Giuseppe

Inviato da Simone
il 27/03/2009 13:07

E’ verissimo quello che scrivi giuseppe. Mi ricordo anche io bene quei momenti. Avevo organizzato un convegno in via ripetta, a roma, e fu l’ultimo convegno a cui partecipò prima della sua scomparsa. Mi fece molto effetto, perché quel giorno lui parlò dell’essere lasciati soli, dell’essere delegittimati. Mi ricordo le polemiche sul suo conto, la sua promozione a roma…

Inviato da Giuseppe
il 06/04/2009 11:14

Ciao Simone, Grazie per i tuoi ricordi, per me invece sono momenti tutto sommato confusi, la morte di Giovanni Falcone prima e Paolo Borsellino dopo hanno raprpesentato per me il passaggio dall’indifferenza del ragazzo distratto che ero, alla presa di coscienza che il male esiste e che è molto più presente di quanto immaginassi io allora (e forse ancora adesso). Buona giornata Giuseppe
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52 pensieri su “Questo blog

  1. Gentile Simone, leggendo il libro di Robert Kiyosaki “Padre ricco padre povero” ho pensato alla sua vicenda personale, per la quale esprimo grande ammirazione. Ha letto il libro (o qualcosa del libro)? Cosa ne pensa?
    Un caro saluto!
    Stefano

  2. Ciao Simone,sono un quasi tuo coetaneo(1968)e ti scrivo dall’immediato entroterra di Genova,dove da una quindicina di anni mi dedico,sia con soddisfazione che soprattutto con beneficio dell’anima,alla cura di un piccolo appezzamento di terreno che ho di fronte casa,anche se  il tempo concessomi dal lavoro e’ poco perche’ sto via mediamente dodici ore al giorno.Il motivo percui ti scrivo e’ riconducibile alla lettura e rilettura del tuo libro risalente all’estate scorsa,che ha lasciato in me un’impressione profonda.Oltre all’impianto teorico sia pur notevole quello che mi ha maggiormente colpito e’ l’immagine che da esso traspare di una vita,la tua,non certo priva di difficolta’,tuttavia piena e feconda perche’ non incentrata sulla necessita’ ma su quanto di piu’ significativo dovrebbe abitare ogni animo e cioe’ la spinta verso la realizzazione delle proprie inclinazioni piu’ autentiche.Immagino quanto anche per te non possa essere riisultato facile,dopo aver compreso quelle che ne  erano le tue propensioni piu’ vere,l’aver provato a farle diventare qualcosa di piu’ che semplici passioni;tuttavia,anche se il denaro ha una parte poco rilevante,penso che ne ha molto il  talento e che tu ne sia la prova .Un altro aspetto che mi ha colpito di te e’,senza voler scadere nella piaggeria,il sempre piu’ raro connubio fra intelletto e cuore nella misura in cui dici di voler mettere la tua esperienza al servizio di quanti abbiano in animo di intraprendere un percorso simile al tuo.Anche se la memoria difetta  su molti dettagli del libro,un altro passaggio che ritengo importante e’ quello in cui dici che le scelte non devono avvenire come reazione a qualcosa.ma semmai per l’impulso nel volersi autoreazlizzare cosi’ come riguardo al capitolo pandemia che,anziche’ essere diventata un’occasione per ridisegnare il nostro modo di vivere si e’ tramutata ,invece, in uno spauracchio.Questi e tanti altri argomenti da te trattati in modo limpido,ma soprattutto la testimonianza che dai delle tue argomentazioni,vivendole,fanno di te un riferimento per chi vuole gua rdare le cose da un punto di vista diverso che non sia quello disilluso dominante.Quanto a me, amo anch’io il contatto con la natura senza troppe mediazioni(un uomo troppo lontano dalla natura diventa un’altra cosa),la lettura e piu’ in generale un approccio verso la vita fatto il piu’ possibile di cose gratuite perche’ e’ quello che mi mette nelle condizioni ideali per goderne appieno;tuttavia,rispetto alla tua poliedricita’ che oserei definire geniale,siamo distanti anni luce,complice anche un lavoro che svolgo per necessita’ da trent’anni senza essere mai arrivato a farmelo piacere veramente(coordino il personale di cooperativa per un’azienda del Basso Piemonte che opera nel campo alimentare).I motivi che mi hanno fatto ritardare nello scriverti sono legati agli affetti e al fatto di essere ancora adesso riluttante nel rivolgermi a qualcuno ,dal momento che alcuni anni fa mi sono avvicinato a una piccola realta’ rurale dell’ Apennino e le mie speranze sono andate deluse.Quelli che,invece,mi hanno fatto decidere sono il fatto di essermi trovato recentemente nella necessita’ di dover scegliere se comprare la casa in affitto dove abito,la qualcosa mi vincolerebbe ulteriormente a un genere di vita le cui cadenze non sopporto piu’ e l’ennesima riprova ,che ho avuto, di lavorare alle dipendenze di persone sprovviste di umanita’. Riguardo gli affetti.ho mia mamma che si sta inoltrando in un’eta’ avanzata,la mia compagna da quasi vent’anni,due gatti che sono come figli e una sorella che vive all’estero;tutte cose fondamentali ma che non riescono a far del tutto fronte contro il fatto di alzarmi la mattina nella consapevolezza di andare incontro a una giornata che non mi appaga nel profondo.Anch’io avverto forte la necessita’ di salvarmi e anche quella di non rendermi quantomeno complice di un mondo nel quale la dignita’ di ogni essere vivente,anziche’ essere sostenuta,e’ asservita appena si presenta l’occasione a logiche produttivistiche e il mio e’ il punto di vista di chi queste dinamiche le sperimenta quasi quotidianamente al punto da riuscire con fatica a vedere quante cose belle abbia a  portata di mano.Come avrai intuito,sono molto attratto dalla tua idea di ‘occupazione pacifica’ dell’isola dove intendi ripristinare un modo di vivere decisamente piu’ a misura d’uomo,perche credo che i segnali,di cui parli,di un deterioramento veloce di questo mondo ci siano tutti,a cominciare dall’ormai di moda cambiamento climatico,che tocco con mano da anni nella mia attivita’ di coltivatore part-time;mi sembra che li ci siano le condizioni ideali ,prima fra tutte la disponibilita’ di acqua, per rendere possibile questa attivita’ a chi e’ dotato della passione e delle conoscenze sufficienti,ma anche sia attirato da un genere di vita in cui prevalga quella che tu hai definito wilderness.Sono consapevole delle difficolta’ del caso e alla domanda sul perche’stavolgere cosi’ la propria vita,oltre al senso di mancata realizzazione che la pervade,rispondo che per rendersi il piu’ possibile liberi dalle logiche di mercato onnipresenti e’ necessario indirizzarsi verso qualce angolo remoto(anche qhi hai dato dimostrazione di genialita’).Infine,a proposito dell’indipendenza energetica che tu giustamente fai rilevare,avendo riversato la mia disponibilita’ residua di forze solo sul versante agricolo,ho cercato di colmare in qualche modo la lacuna andando alla fine dell’estate scorsa ad una tre giorni alPER in umbria anche per non far sfumare troppo velocemente nella ‘solita vita’le sensazioni che mi sono arrivate dal tuo libro.Un saluto riconoscente

    • Mamma che messaggio lungo e ricco!
      Non riesco a risponderti punto su punto, ma complimenti per la lucidità con cui metti insieme i problemi e le opportunità. Questa dote ti servirà moltissimo.
      Intanto ti ringrazio e ti abbraccio.
      Buon vento!

      • Ciao Simone,ho da poco finito di leggere ‘Avanti tutta’ e ho avuto la conferma che hai una gran bella testa;il tema del downshifting e’ sicuramente articolato,ma tu ne svisceri ogni singolo dettaglio.Per quanto mi riguarda,ti ho diffusamente descritto nel precedente ‘messaggio’la situazione che sto vivendo e rimango fermo nel mio proposito di investire diversamente gli ultimi anni buoni mi rimangono;cosi’ come,leggendo del cantiere filosofico,intendo darti conferma del mio vivo interesse.Comunque vadano le cose,voglio esprimerti la mia gratitudine per il fatto di aver aperto un varco nell’apparente immutabilita’ della mia vita.

        • ciao Fausto, molto felice che ti sia piaciuto. Quel libro (insieme a Rapsodia, L’Altra Via e Adesso basta) compone l’insieme delle cose che ho da dire su questi argomenti. e se verrai sull’isola a stare nel Mediterraneo, avremo modo di parlarne. un caro saluto intanto. grazie ancora per avermi scritto.

  3. Volevo ringraziarla per le emozioni che riesce a generare con la Sua narrazione. Grazie, Mario Sotgiu.

    P.S.: Le invio un link che, forse, potrebbe interessarLa. Ancora una volta grazie e… BUON ANNO NUOVO!

  4. Ho appena finito di leggere Adesso Basta e Avanti Tutta, mi sono piaciuti molto. Ho trovato parecchie considerazioni e ragionamenti molto validi. Mi piace molto il concetto delle due facce della libertà, la libertà da e la libertà di.
    Mi spiace solo che il libro sia volutamente indirizzato a persone con redditi medio alti. Sono anni che pianifico una vita del genere, e non ho certo un reddito alto, circa 32k all’anno. Adottando uno stile di vita semplice, sono riuscito all’età di 37 ad aver risparmiato circa 300k, attualmente sto ancora lavorando, credo ancora per pochissimo.
    Appena lasciato il lavoro l’idea è di partire a fare un viaggio di almeno un anno in giro per il mondo, cercando di contenere al massimo i costi. Tornare in Italia e lavorare non più di 5/6 mesi all’anno durante i mesi estivi, mentre i mesi più freddi passarli in paesi economici e caldi.
    Ho molte idee. Spero di fare il salto nella “libertà” il prima possibile.

    • In AT spiego che quelle previsioni (AB) erano paure. E che vivo in realtà con molto meno di quello che avevo previsto. Ad ogni modo, ognuno deve trovare la sua quadra. Ciao e buon vento per i tuoi progetti!

      • Ciao, alla fine il salto l’ho fatto. Ora sono 4 mesi che sono senza lavoro… la vita è diventata una magia! Mi sono acquistato un pezzo di terreno, ho un orto dove produco moltissime verdure, qualche albero da frutto, tanti olivi, produciamo il miele a tanti altri prodotti genuini. Che Figata! Ho preso anche un bosco dove mi faccio la legna con cui mi scaldo in inverno.
        Ogni giorno lo vivo con più energia… ho più voglia di vivere!!! Già fatto un paio di viaggi che con il lavoro precedente non mi sarei potuto permettere…
        Ci sono alcuni momenti difficili, dentro di me ci sono dei pensieri contrastanti, non è facile seguire la propria strada quanto tutti gli altri vanno da un altra parte…

        Ora l’unica cosa che mi manca è una compagna che condivida l’avventura con me!

  5. ciao Simone, ho appena finito di leggere “adesso basta” e una miriade di domande mi pervade l’anima……era il libro che probabilmente doveva arrivare nella mia vita…..
    sarebbe possibile anche incontrarti di persona? io viaggio parecchio per lavoro in Liguria quindi non avrei grossi problemi……
    fammi sapere se esiste la possibilità di un incontro…..grazie!

    • Benvenuto. Se riprenderò a fare presentazioni ci conosceremo volentieri. Tieni d’occhio l’agenda su questo sito. Ciao!

  6. Ciao Simone, ho 54 anni e sto leggendo per puro caso un tuo libro intitolato “Adesso Basta”.
    Sono ancora all’inizio ma ho una curiosità enorme di andare avanti perché la tua filosofia di vita è molto molto simile alla mia.
    Forse io ho estremizzato il concetto di libertà e di voler vivere ad ogni costo fuori e soprattutto contro ogni sistema arrivando qualora necessario anche allo scontro violento.
    Mi piacerebbe comunque scambiare con te qualche idea, per il piacere di confrontarmi con qualcuno che come me ha avuto il coraggio di agire e non solo di parlare.
    Vivo anch’io il mare e per mare.

  7. Gentile Simone,
    ho appena letto il post che ha inviato al Fatto Quotidiano e se volessi anche solo togliere o aggiungere una virgola o un punto, non saprei proprio come fare.
    Questo, per dirle che sono in totale sintonia con quanto afferma.
    L’autentico delitto di questo post sono le ultime 8 parole (con l’aggiunta di un numero) su cui dissento nella maniera più profonda e persino dolorosa.
    Sono più vecchio di Lei e anche io ho attraversato periodi di buio di fiducia e di scetticismo ma mai (ribadisco mai) mi sono permesso di non andare a votare. Veniamo entrambi da una terra che ha pagato un pesantissimo contributo di sangue per la democrazia e la libertà. Ho avuto sotto gli occhi per tutta la vita di mio padre i segni e le ferite che gli sono stati inferti da chi ha negato per decenni la partecipazione, il coinvolgimento, il libero pensiero e persino la libera scrittura di cui lei ha fatto una professione.
    Non ho mai trovato uno schieramento politico che soddisfacesse appieno i miei desiderata. In un mondo di 7 miliardi di individui e in un paese di 60 milioni di cittadini non potrà mai accadere. Non sarebbe naturale e, forse, sarebbe anche un po’ pericoloso.
    È con una politica di piccoli passi che potremo forse vergognarci un po’ meno di vivere in questo mondo ed in questo paese, iniziando a cambiarli culturalmente.
    Sono molte le emergenze italiane: economiche, sociali, politiche, civiche e persino umane ma una su tutte é la loro madre. Si chiama legalità. Senza il ripristino di un minimo standard di legalità, non potremo mai pensare di aggredire le emergenze sopraccitate.
    A me sembra di aver capito (sembra) che uno schieramento politico che presta attenzione alla legalitá ci sia. Ed é a mio avviso il M5S. Proviamoci.
    Finché le mie gambe (che già ora hanno i loro bei problemi) me lo consentiranno, mi recherò sempre e comunque a votare. Si, anche il meno peggio che, detto tra noi, di essere peggio della classe dirigente che ci ha distrutto in questi ultimi lustri , lo deve ancora dimostrare.
    Gentile Simone, non mi permetto di darle consigli perché anche lei ha la sua età ma mi permetta di darle un suggerimento: vada a votare e voti M5S.
    Buon fine settimana.

    Paolo Dagnino – Genova

    • Capisco quel che mi scrive dall’amata Genova (oggi ero con Lorenzo Fazio e Stefano Tettamanti, due degni esemplari della “nostra” genìa). E la ringrazio per l’accorato appello. Ognuno di noi ha un posto, serve a qualcosa. Io mi sono accollato l’onere di sollevare l’attenzione su alcune ipocrisie, come quella di sostenere il mostro per 364 giorni e poi sentirsi pervasi da spirito civico il 365°. Salvo poi tornare a celebrare la liturgia di questa assurdo sistema per l’anno seguente, la legislatura seguente. Ecco, per uno come lei che mi pare percepisca tutto e comprenda tutto, ve ne sono troppi, di noi, che hanno bisogno di qualche ceffone per non caracollare nell’eterno andirivieni delle liturgie ipocrite. E allora, mi perdoni, io questo tento di fare. “Consapevole” delle giuste ragioni di tutti i “consapevoli”.

  8. Ciao Simone
    Mi scusi per gli errori linguistici ma non sono italiana, sono belga.
    Le scrivo perché grazie alle Sue idee riesco a capire meglio perché l’uomo che mi sta vicinissimo al cuore ha deciso di cambiar vita, proprio come Lei. Ha lasciato il Belgio e me per un’ altra vita nella Calabria. Questo fatto mi ha spezzato il cuore ma mi ha detto di leggere i Suoi libri per poter capire i suoi motivi. Sta di fatto che ora è felice, però mi sa spiegare Lei come si fa a lasciar la gente a cui vuoi bene per questa mitica altra vita?
    Un caro saluto,
    Liesbeth

    • Come faccio a risponderle Liesbeth. Non ho alcun elemento per farlo. Immagino che vi fosse la possibilità di cambiare insieme, oppure che non vi fosse. Chissà. Sono cose interne a un rapporto. Penso che due persone stiano insieme fino a che riescono a immaginare un futuro insieme. Se lui non le ha proposto un progetto comune, non ha cercato di cambiare con lei. Se lo ha fatto e lei non ha voluto aderire, allora è lei che non ha voluto cambiare con lui. Come faccio a sapere queste cose, non vi conosco, e anche se vi conoscessi, chissà se saprei dire qualcosa. Non ho idea. Resta il fatto che ognuno ha dei punti di rottura, e prima o dopo va dove deve andare, se così è la sua natura. Buon vento a entrambi. ciao.

  9. Ciao Simone , ho comprato il tuo ultimo libro .
    Domani inizierò a leggerlo . Mi è caduta l’attenzione sull’isola di Malu Entu , isola che conosco bene , stessi livelli dell’ìsola di Monpracem , che ha un suo eroe Sandokan mentre l’altro eroe è il gigante Doddore Meloni . La sua storia è importante , 50 anni di lotta indipendentista , morto 4 mesi fa nel carcere di massima sicurezza dopo 66 giorni di scipero della fame …. Ti dico questo perchè le isole di solito sono covo di patrioti , di personaggi , di eroi che rimarranno nella storia. Anche se devo ancora iniziare a leggerlo , sono sicuro che è un buon libro , fantasioso e pieno di spunti . ho letto ” Adesso basta ” . Complimenti . Alfredo Pugno

    • Tangenzialmente di lui parla quel racconto, anche se da un’ottica diversa. Io vorrei un altro tipo di indipendenza.. anche se lui mi è sempre stato simpatico, anche se non lo conoscevo. Buon viaggio.

  10. ciao Simone,
    ti ho visto altra sera su rai 1 a petrolio e mi è piaciuto quanto detto anche in pochi minuti sulla situazione del nostro mare che mi sta tanto a cuore essendo stato per 20 anni navigatore “con cat ” in buona parte di esso. da due anni per ragioni di lavoro e limitazioni di salute non ci navigo più.
    il grande dispiacere dettato dal aver visto che in tanti che ci navigano manca la cultura del rispetto dell’ambiente e la tua lotta per una sensibilizzazione mi trova non solo d’accordo ma anche impegnato in prima persona a lottare per il rispetto dell’ambiente in cui stiamo con il pensiero di lasciare alle generazioni future le bellezze naturali che i nostri padri ci hanno lasciato. ha volte mi accordo che è come Davide contro golia impari. ti chiedo è possibile contattarti per programmare un meeting sul tema dell’ambiente?
    grazie e saluti

  11. Caro Simone

    Stamattina ho sentito, alla radio, l’intervista ad una persona che da quando ha 20 anni vive viaggiando in camper e per mantenersi suona in strada. Il non più ragazzo ha due figlie adulte, una ex – moglie con cui ha viaggiato per molti anni e che oggi si è fermata ma è la sua migliore amica. Mi sono venute in mente le parole di una tua intervista in cui ti chiedevi come avevi fatto ad aspettare 19 anni a cambiare vita ma soprattutto quanti ne aspetterò ancora io.
    Ho letto i tuoi primi due libri ormai da qualche anno e mi sono stati utili per prendere consapevolezza della direzione che vorrei seguire ed, in parte, per iniziare un ri – discussione delle spese nella vita di tutti i giorni.
    Nel frattempo sono nati i miei due figli e da libero professionista (subordinato) sono tornato in azienda a fare il managero.
    Il nodo sta proprio nei miei bambini a cui vorrei garantire gli strumenti per inserirsi, se lo vorranno, nella società attuale o percorrere altre strade. Non me la sento, e non mi sembra giusto, scegliere per loro; forse è una limitazione della mia visione, sicuramente c’è un certo timore a cambiare completamente.
    Ricordo, chiaramente, che nei tuoi libri asserisci che la coppia con figli è la condizione più complessa per fare downshifting e non posso che darti ragione in quanto non ho ancora trovato il bandolo della matassa.
    In verità un progetto ce l’ho, ma è tutta da verificare se mi consentirà di vivere con la libertà che vorrei.
    Questa lettera mi frulla nella testa da qualche tempo, ma i giorni di agosto trascorsi in azienda senza praticamente aver nulla da fare hanno, una volta di più, risvegliato la sensazione di mancanza di libertà.

    Grazie per il tempo che vorrai dedicare a questa mia
    AS

    • Ti rispondo volentieri, anche se.. ho molto a fare! 🙂

      I figli sono uno dei seri temi da affrontare, ma chi vuole cambiare modo di vivere, appresso a nuove idee e nuove filosofie, adatte a sé, lo fa. Studia, fa, briga, e lo fa. In modi appropriati (sharing di case e attività con altre coppie con figli, ne conosco a centinaia che lo fanno), con tempi adeguati, ma lo fa. La gran parte di chi parla dei figli come un impedimento insormontabile parla più di un alibi che di altro.

      • Buongiorno Simone, mi chiamo Valentina e sono di Firenze, ho scoperto ora il tuo percorso interessante e il progetto mediterraneo molto, molto bello. È bello trovare che ci sono persone che sentono in modo affine, delle volte ci pare essere soli nell’insostenibilità di questo stile di vita e società

        • Non si è soli. Anzi, siamo in tanti. Ma in tanti mi hanno scritto: “Grazie, pensavo di essere il solo”. Un bel circolo vizioso…

        • gente che coabita, divide soldi, lavori, cora insieme i figli, si occupa dell’istruzione privata condivisa… ci sono tantissime attività e tantissime esperienze, che coinvolgono tanta gente. non se ne sente parlare, i media ignorano, ma sono (siamo…) tanti…

          • Come posso accedere a queste esperienze? libri, incontri, associazioni? Dove le trovo le famiglie di cui parli?
            Ciao

          • Al solito. Libri, articoli di giornale, siti internet. Non c’è un unico posto dove trovare tutto. Fai ricerche, vedrai che non ti sarà difficile. Cohousing, sharing economy, alcune delle parole chiave. Vai su ilcambiamento.it o contatta Paea, a esempio, sono molto attivi in questo ambito. Ciao!

    • Caro Simone Voglio commentare il tuo articolo di oggi su Il fatto quotidiano e se tu trovassi qualcosa di interessante da questo scritto ti autorizzo a scriverlo dove vuoi : “DEBBO ” andare a votare perchè non mi rassegno, perchè ci sono state persone che sono morte per darmi questo diritto ,perchè quindi mi sentirei un vigliacco a disertare questo MIO “dovere ” e sentirei di aver tradito i miei figli ,i miei nipoti e me stesso. Chi votare ? Semplice : il meno peggio ! Non sono tutti uguali ( Benigni ) cosi facendo elimineremmo ,di volta in volta i peggiori e i partiti eviterebbero di candidare i peggiori qualora vedessero che poi la gente li punisce. Non vai a votare , bene ,che ottieni ? Ti rimetti alla volontà degli altri ! La tua diagnosi è perfetta , la tua cura ,a mio parere :sbagliata . PS. Non ti conoscevo ,ma sei una persona TOSTA !! Comunque grazie .

  12. Simone buongiorno,
    da tempo seguo in silenzio la tua avventura, ho letto “adesso basta” e “avanti tutta” e condivido il tuo pensiero.
    Da tempo riduco le spese (e mi sorprendo di come si possa fare sempre meglio e sempre più a meno di tante cose presunte indispensabili), combattendo l’ironia di chi mi circonda, ma ora che sto iniziando la mia avventura, percepisco una sottile invidia… Fra pochi giorni sarò a Lerici e S.Terenzo per un sopralluogo, avendo scelto questa zona per la mia “nuova vita”.
    Il libro è sul tavolino, prima e ultima immagine di ogni giorno.
    Grazie per la tua testimonianza

  13. Ciao Simone, ho finito ora di leggere Rais che ho comprato in forma cartacea per dare il mio contributo alla tua libertà.
    Ti confesso che dei tuoi libri avevo letto solo i saggi e L’uomo temporaneo , mentre Stojan Decu non mi era piaciuto molto , ero per questo scettica su Rais.

    Mi devo straordinariamente ricredere, è un libro emozionante, avvincente, scritto da dio e originale. C’è tutto te stesso dentro che come sempre ti doni interamente a chi sa ascoltarti, senza riserve.
    Complimenti davvero, ce l’hai fatta, con Rais sei diventato uno Scrittore con la esse maiuscola.

    Ciao

  14. Ho appena finito di leggere RAIS e sono felice perché mi ha fatto bene. Sei riuscito a riportarmi indietro al tempo in cui ho scritto la mia tesi di laurea su Alonso de Contreras, memorabile personaggio storico vissuto proprio nel periodo di cui parli nel tuo libro e anche lui navigatore, corsaro, cavaliere e molte altre cose. Vorrei chiederti se hai avuto modo di incontrarlo anche tu nelle tue ricerche e se può aver contribuito a ispirarti, in qualche modo. In fondo anche lui, con la sua autobiografia, alla fine ha cercato di ritrovarsi…

    • Marco, ciao. È interessante. Io sono molto scettico sulla relazione con la sicurezza, con il rispetto, che gli appassionati di montagna hanno verso la loro pratica. Non riesco a capire cosa non mi torna… Sta di fatto che in montagna muore molta più gente che in mare. In mare il rispetto è assoluto, e all’aumentare dell’esperienza diminuisce il il livello di rischio che si assume di fronte al mare. In montagna avviene il contrario. Non so, c’è qualcosa che non capisco.
      Ad ogni modo, condivido il desiderio di vita e di spendersi che ha questo base-jumper. Capisco la voglia di esserci ora, vivere adesso, esistere.
      Sul resto, cioè sul rischio e sul pericolo e tutto il resto, resto molto scettico. Ci penso da parecchio. Ho rispetto della diversità, ma noi in mare siamo diversi.

  15. Grande Simone, non leggevo (e non compravo) un libro da almeno 10 anni, e
    il tuo l’ho letto in 2 giorni, e probabilmente lo rileggerò, per non perdermi niente.
    A parte essere molto interessante l’argomento, mi hai fatto tornare voglia di leggere in generale. 🙂
    Sono scappato dall’Italia da 2 anni, vivo e lavoro tra Madrid, Valencia e a volte Tenerife, faccio sempre lo stesso lavoro che facevo in Italia (programmatore), però qui i ritmi sono più tranquilli (ho cercato libri sull’argomento in spagnolo e non li ho trovati se non tradotti da qualche autore inglese…probabilmente qui la gente non è ancora arrivata a schifarsi tanto come in Italia del lavoro dove hai sempre più siti, blog, video in youtube, libri che parlano del problema lavoro) qui si trova ancora qualche persona ancora è serena e sorridente ANCHE SUL POSTO DI LAVORO (INCREDIBILE MA VERO), si lavora meglio e si produce di più lavorando meno ore, però nonostante tutto sono alla ricerca della fuga completa come te, ho le mie passioni, il ritmo è tranquillo qui però non ho tempo per le passioni ugualmente … ce la farò. 🙂
    Ho assaggiato un anno di libertà grazie alla cassa integrazione dell’azienda dove lavoravo a Bologna che grazie a Dio ha fallito e mi ha permesso di assaporare la libertà, un anno senza sveglie senza capi senza stress senza traffico senza corse. Finito l’anno il seguente lavoro ho richiesto esplicitamente di avere un contratto di 15 giorni al mese e mezzo stipendio, vivere con 900 euro e con un mutuo è possibile, l’ho affrontato senza problemi con qualche piccola rinuncia. Dopo 6 mesi hanno detto che due settimane al mese era impossibile per il lavoro che facevo, dovevo assicurare una presenza costante… mi offrivano più del doppio dei soldi per fare il mese intero, ho detto al massimo 3 settimane (circondato da colleghi impauriti del capo e con la testa bassa tutto il giorno), lo stipendio non mi interessa (se non ho tempo libero non so come spenderli sti soldi, di un auto nuova ogni 4 anni (mito esclusivamente italiano) non me ne frega niente).
    L’accordo era 3 settimane, quando ho firmato sapevo già di non reggere … e infatti ho retto 6 mesi, poi sono scoppiato, volo per l’oasi Madrid, città che gli spagnoli ritengono tra le più stressanti, ma abituati alla vita da carcercati italiana qui è una vera e propria oasi .

    Niente semplicemente ringraziarti per il libro e per avermi dato la voglia di tornare a leggere e a mettere spero a breve in pratica quello che ho già dentro .

    • m che splendore di messaggio. Grazie mille Francesco, sono davvero felice di sapere che un libro può essere da stimolo a tutto questo. Il resto, cioè il 99% del lavoro, è spettato a te ed è con te che devi complimentarti. Ringrazia il tuo senso di libertà, la tua autonomia di giudizio, il tuo coraggio. A me basta sapere che quel che scrivo possa fare da spunto. E’ già tanto per una persona che pensa, studia e scrive. Ti auguro le cose migliori. Io a Madrid ho lavorato avanti e indietro per due anni, l’ho molto amata, la gente era splendida, proprio come tu descrivi. bellissimo luogo dove stare per un po’. Ti auguro dunque il meglio. Un caro saluto. Adesso Basta. Ciao. Simone

  16. Ciao simone sono Marco vorrei sapere se fai dei congressi per comunicare ed entrare a fare parte del tuo “tim”, se posso chiamarlo così, vorrei unirmi a voi per smettere di lavorare e uscire da questo sistema malato, grazie a presto

    • Ciao Marco. Non c’e’ nessun team. Tanto meno un coach (che dio ci scampi). Mi hanno proposto di tutto: di fare corsi, seminari, congressi. Erano buoni soldi. Ho detto no. Io ho scritto tre libri sul tema e qui se ne parla talvolta. Poi parlo in pubblico e scrivo di vari temi. Vieni a qualche presentazione. Il 31 a Lecce e’ la prossisma. Ciao!

  17. Fai un sacco di cose bellissime. Però non c’è un indirizzo e-mail al quale scriverti!
    Sto leggendo il tuo libro “Adesso basta”, anche se scoperto tardi perché un regalo di qualche tempo fa e poi lasciato a giacere in attesa…
    L’attesa è finita. Mi trovo di nuovo con il culo per terra..ho tempo e leggo. Certo, di cose in comune ne abbiamo: giornalisti, campo della comunicazione, libera professione, buon curriculum, l’età in cui tu hai smesso di lavorare coincide con la mia.. amiamo il mare e la vela.. ecco. forse il reddito di partenza non è proprio uguale. Vabbè!! spero che le tue parole mi diano la carica per affrontare nuovamente il cambiamento…

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