Libri

(foto di Claudio Sforza)

Ecco lo spazio più caro, quello dei miei libri. Un romanzo, un saggio, un libro di testi e fotografie, sono il risultato di un lungo viaggio, di un lungo pensiero. Quando si termina una storia si cade in una grande prostrazione. I personaggi amati, odiati, temuti, desiderati, improvvisamente scompaiono. Vivono ormai di propria vita. Il lungo tempo della convivenza, dei pensieri congiunti, è finito. Ma sono state ore, mesi, anni di fratellanza, di amore. Tutto questo, per poco o tanto che possa sembrare, è ormai per gli altri, per un lettore sconosciuto che piangerà o riderà o si struggerà seguendo un sentiero dove sono stato io, aperto da me nella giungla vergine della fantasia. Buona lettura. Abbiate cura dei miei amici…

NB – i miei libri, qui sotto, sono messi nell’ordine cronologico di uscita. Il primo che trovate scorrendo verso il basso è dunque l’ultimo apparso in libreria, mentre l’ultimo in fondo alla pagina è il primo.

(E poi c’è un’altra pagina di libri, quella con i libri scritti da altri, che mi farebbe piacere che tutti leggessero…)

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(Dal 18 aprile 2023 in libreria)

Roma, anni Sessanta. Il piccolo Alberto Luca cresce solitario in una casa-prigione, con una madre anaffettiva e un padre assente. Ma non è davvero solo. Di giorno in giorno, di anno in anno, avverte la sensazione di condividere il suo corpo con “un altro”. Una condizione che lo incuriosisce, poi lo confonde e lo inquieta. Fino a una notte fatale della tarda adolescenza, quando la lacerazione interiore esplode in modo violento e irreparabile: Alberto e Luca si separano, fisicamente. Luca scappa di casa, alla ricerca di un amore perduto, Alberto rimane, destinato a un futuro borghese e tradizionale. La rotta divergente e controversa delle due vite li porterà negli angoli più lontani della loro esistenza, sempre inseguiti da un’ombra, una presenza o una mancanza indefinibile e minacciosa. Il mare, complice delle rispettive inquietudini, sarà l’unico elemento di contatto dei loro destini.

Ma le vicende dei due protagonisti sono anche legate a quelle di Louise, una bambina scampata a un naufragio nell’oceano, che cresce orfana su un’isola sperduta, dove ormai adulta presta servizio nella polizia. Quando un mattino entra nella stanza di un residence dove è stato trovato un cadavere, qualcosa la sconvolge. I suoi incubi, il passato misterioso, le mille bugie sulle quali ha costruito la sua vita hanno qualcosa a che fare con quell’uomo, che non sa riconoscere, che non è uno sconosciuto, che le fa paura.

Clicca QUI per la presentazione video fatta dall’autore il giorno prima dell’uscita.

 

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Una storia vera
. Con i suoi autentici protagonisti.
Ma non solo.

Il sogno di andare a vivere su un’isola, ristrutturare con le proprie mani un’antica casetta di pietra, di fronte al mare, per iniziare a vivere in modo ancor più radicale (dopo aver già cambiato vita da anni).

Un viaggio verso sud, nel marzo del 2020, mentre il mondo sembrava crollare. L’autore e la sua compagna, bloccati sull’isola (prima per forza poi per scelta) lavorano in totale solitudine, nella wilderness mediterranea più profonda, che diventa mito della nuova frontiera di giorno in giorno.

L’Altra Via” è un moderno “Walden”, che da racconto avventuroso cresce fino al pamphlet sociologico, filosofico, perfino politico. Alla ricerca di un’altra vita.

Dopo “Adesso Basta” e “Rapsodia mediterranea“, il nuovo, ruvido, definitivo manifesto di Simone Perotti sulla via del cambiamento.



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Candidato al PREMIO STREGA 2021

Il mondo, visto dagli occhi del Tranquillo e del Pratico, due bambini cresciuti, quasi due ragazzini. Un inferno di paura e insensatezza tra la scuola, i Persecutori, la vita di quartiere, la droga, i fratelli più grandi, la criminalità. Per poi precipitare, a casa, tra le grinfie del Duende, nel caos di famiglie disfunzionali e violente. I due ragazzini non dovrebbero nemmeno parlarsi, secondo le regole selvagge delle loro tribù, nemiche per motivi che si perdono nel passato.

Eppure accade qualcosa, che potrebbe cambiare tutto. I due protagonisti sfuggono alla regola del clan, entrano in contatto, incrociano le proprie solitudini. Si raccontano e si ascoltano. Un passo verso una possibile consolazione. Basterà?

Deve esserci una via di fuga dall’orrore della Casa Diroccata, o di ciò che accade nella Reggia. Il  pericolo sono le botte del Principe e del PrimoCavaliere, le minacce del Sorcio, ma soprattutto il destino a cui li votano le famiglie. E mentre tentano di trovare riparo, bisognerà pensare anche a mettere in salvo TeneraSilvia, l’amata compagna di classe, e il Ronin, il genietto che non esce di casa da un anno. Il Vecchio, la Prugna, il Padre, il Marinaio, la Signora, i bizzarri maestri di strada, riusciranno ad aiutarli?

Una favola nera e amara, il nuovo romanzo di Simone Perotti, dove personaggi, luoghi, accadimenti sono, nello stesso tempo, metafora e cruda realtà. Una fiera delle vanità in chiave attuale, in cui l’autore riesce a tracciare un affresco vivido e straziante del nostro mondo esausto. Alla ricerca di una via di salvezza.

Tra  I turbamenti del Giovane Törless e David Foster WallaceI momenti buoni è un libro tenero e violento, appassionante e struggente, che sorprende e spiazza il lettore, lo trasporta dentro le cose, oltre i limiti quotidiani e i sogni possibili. Nella carne della vita.

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Decidere di lasciare stipendio, carriera, città per tentare di diventare un uomo libero. Ma libero di fare che? Per Simone Perotti, divenuto il simbolo della ricerca di “un’altra vita”, è la domanda più importante: che accade quando lasci tutto? Questo libro parla del “dopo”. Dopo le paure che precedono le grandi decisioni, dopo la scelta fatale. Dieci anni fa usciva “Adesso basta“, long seller che di questa scelta è diventato il manifesto. Oggi esce “Rapsodia mediterranea” (Mondadori – 29 ottobre 2019) in cui l’autore racconta cos’è avvenuto nel corso dei dieci anni dopo le scelte di cambiamento e libertà. Soprattutto in mare: dal 2013 al 2019 Perotti ha navigato a vela per quasi 20.000 miglia per tutto il Mediterraneo, il Mar Nero, l’Atlantico portoghese, spagnolo e marocchino. Con un gruppo di persone appassionate, è salpato per cercare economie differenti, valori comuni, un’altra socialità, nel tentativo di vivere fuori tempo e fuori rotta rispetto a flussi turistici e luoghi tradizionali, alla ricerca di culture, storie, domande, risposte sul Mediterraneo, per conoscerlo e capirlo, per ricollegare la nostra vita alla sua natura originale. Perché non basta dire “cambio vita”, non basta per se stessi e non basta neanche per il pianeta. Bisogna individuare un nuovo modello, fuori da questo capitalismo e dalla società dei consumi: un “modello mediterraneo” adatto a noi, resiliente, semplice, fatto di spazi emotivi, esistenziali, di relazione, e di rispetto per il mare.

Rapsodia mediterranea” è un libro di formazione, tra romanzo d’avventura e cahier filosofico. Un tributo alle migliaia di persone che si sono appassionate alla vicenda di un uomo orgoglioso e coraggioso, che ha avuto la determinazione di “non tornare indietro”. La storia di un progetto sociale di navigazione e aggregazione, e l’affresco del Mediterraneo oggi, com’è diventato, come potrebbe essere in futuro, tra Georgia caucasica e Portogallo, tra Libano e Balcani, dal Maghreb, all’Anatolia, all’Europa.

Soprattutto, questo è un grande libro di mare, visto, navigato e vissuto da testimone, nel solco del Breviario di Matvejevic’. Alcuni uomini partono all’avventura. Altri cercano nuove idee. Pochi tentano di fare entrambe le cose, sulla stessa rotta. Questo libro è il resoconto appassionato e unico di questa confluenza.

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Ho scritto un romanzo per ragazzi. Una storia “al femminile“. E un libro sul mare. Contiene perfino, tra le righe, un piccolo “corso di vela”. L’ho scritto perché qualcosa sul mare, sulle barche, sui porti, sulla pesca, sui pirati possa arrivare alle persone fin dalla prima età, ma anche ai loro genitori. Ho fatto un piccolo sondaggio sui figli dei miei amici: pochissimi sanno qualcosa sul mare, almeno qualche termine, o sono in grado di disegnare un oggetto del mare. Dopo millenni di marineria stiamo tutti diventando ignoranti sul mare, cioè sulla nostra storia, sulla nostra cultura. Diventare analfabeti sulla propria provenienza significa precipitare, significa morire. E un po’, mi si consenta, guardandoci intorno oggi, si vede.

Naturalmente ne è venuto fuori un romanzo sulla passione, sulla libertà, sulle scelte, sull’avventura, e sulla responsabilità. Finisce sempre così quando si scrive di mare. Quando io scrivo di mare, almeno. La storia ha una protagonista, Delfina, una bambina coraggiosa e piena di curiosità, incantata fin da piccola dal padre marinaio e dal suo mondo di navi, porti e rotte, attratta in modo irresistibile da tutto ciò che riguarda il mare. Una notte Delfina decide di fuggire dalla sua stanza per andare a vedere il mare in burrasca, per cogliere da vicino la sua potenza e assaporare il suo mistero. In compagnia del suo cane Timmy, si troverà immersa in un’avventura nautica straordinaria, capace, in una notte, di farla crescere come mai sarebbe stato possibile sulla terraferma. Conoscere il mare, provarne asprezze e meraviglia, le farà comprendere meglio l’amore dei genitori, l’importanza dell’umiltà, il valore della responsabilità. Mi piacerebbe che adulti e ragazzi leggessero questo romanzo per capire che una vita più a contatto con la natura, nel rispetto del mare, è l’unica vita possibile. Il mare è ancora la nostra vera, autentica storia. Questo libro nasce dal mio grande amore per lui, e per non dimenticare. Esce domani, il 28 febbraio, per l’editore Salani. Buona lettura.

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da ottobre 2017

Ne “La zattera di pietra”, José Saramago immaginava una penisola alla deriva nell’oceano. Che accadrebbe se un’isola tendesse invece al ricongiungimento? Cipro sposerebbe la Siria e il Libano, da cui proviene, o vorrebbe fecondarsi con Creta? E Creta navigherebbe a sud o a nord, figlia dell’Africa o dell’Europa? Le Sporadi, le Calipsee, le Egee, le Cicladi dove andrebbero? Immagino un caos di rotte incrociate: Agios Efstratios, ferita dal terremoto, testimone di orrende prigionie, dirigerebbe a sud; Gökçeada proverebbe a sfondare le labbra dei Dardanelli, da cui pare stata sputata; Sifnos, affamata di civiltà, punterebbe forse verso Aegina, per trastullarsi con lei nelle movimentate sere del Golfo Saronico; Ustica cercherebbe le Egadi o le Eolie? Gorgona avrebbe desiderio di basilico o rosmarino? Ponza si perderebbe nel Tirreno, pur di togliersi di dosso le odiate e invidiate sorelle Pontine. Tante di loro si unirebbero alle maggiori, Sicilia, Sardegna, Cipro, Corsica, Gerba, stanche della solitudine adulata ma crudele. Penso sempre che Alboran, con Las Palomas, Habibas e le Chafarinas, salperebbero rapide per il ponente, bisognose d’oceano, in cerca di amori transitati e perduti. Altre, infine, sfinite dal deserto azzurro, sbarcherebbero sui continenti, per provare almeno una volta nella vita come ci si sente ad essere normali.”

Come la vita non è solo quella che vediamo per la strada, ma anche quella che si scrive e si legge nei libri che quelle vie ripercorrono, così la vera geografia non la osserviamo sulle carte politiche, ma la sveliamo conoscendo luoghi, approdando su coste diverse, parlando con gli uomini che riempiono di vita quei borghi. In un mondo che mette al centro la vita e ha rispetto della penosa e miracolosa storia dell’uomo, il dove e il come tenderebbero a coincidere, evolvendo la cartografia in psicografia, la geografia in geosofia. Come gli indigeni australiani, finiremmo forse col misurare la terra col canto, e andremmo oltre: tracceremmo confini di spezie, aree urbane di ritmi, utilizzeremmo l’atmosfera di un luogo per definirne l’ampiezza, sostituiremmo le miglia con i ricordi, i metri con le idee, gli ettari con l’armonia. Che bella mappa sarebbe! Quanta fratellanza mostrerebbe, quante differenze abbatterebbe, e quanto comune dolore, ed euforia, potremmo scoprire di condividere grazie a quegli arcipelaghi. Soprattutto, guarderemmo mappe più precise, che descrivono davvero una nostra, possibile realtà.”

(brani tratti dall’Introduzione all'”Atlante delle isole del Mediterraneo” – Bompiani – di Simone Perotti)

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Anatolia, ultimi anni del ’400. Il piccolo Dragut viene rapito insieme all’amico del cuore,Keithab, ed entrambi vengono avviati alla carriera delle armi. Ma la scuola dei giannizzeri di Alessandria, collegio militare d’élite, è dura e crudele, come spietati sono i rapporti tra i piccoli, tutti sottratti alle loro famiglie e costretti a un addestramento massacrante.

Angherie, violenze e disciplina hanno effetti molto diversi su Dragut e Keithab. Tra indomabile senso di libertà e cinico opportunismo, nonostante la fratellanza profonda, la vita li dividerà. Come ha separato dal proprio destino la protagonista femminile di questa storia, la bellissima e misteriosa Bora, rapita dai pirati, venduta a un mercante, reclusa su un’isola solitaria dove transita, tuttavia, la storia dell’epoca: il ’500 delle navigazioni, dei marinai valorosi, dei cavalieri di Malta, dei pirati, delle spie. Tutti coinvolti nel mistero della mappa di Piri Rais, una carta che disegna il mondo intero e ha il potere di svelare i retroscena delle scoperte di Cristoforo Colombo. Segreti che rischiano di cambiare il corso della storia, e che qualcuno farà di tutto perché restino occulti.

Un romanzo psicologico, esistenziale, polifonico, una trama serrata, costellata di personaggi indimenticabili. Un racconto che affonda la lama nel mistero dell’animo umano, e che parla di noi, cioè delle donne e degli uomini che siamo quando amiamo, odiamo, fuggiamo, tentando di cambiare il nostro destino.

Guarda il video su facebook.

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Attentato o cedimento strutturale? La causa è ignota, ma quel che è certo è che Lorenzo sta precipitando da altissima quota dopo che l’aereo su cui volava è andato in pezzi. Accanto a lui, dispersi nel cielo azzurro, fra valigie, sedili, bottigliette di Coca-cola e cinture di sicurezza, precipitano altri passeggeri. In Lorenzo, il terrore e il disorientamento lasciano a poco a poco spazio alla presa di coscienza di questo nuovo stato: venir giù. Mentre la vita di prima si allontana, e la morte pare avvicinarsi inesorabile, Lorenzo afferra al volo un impermeabile, che rallenta la sua caduta. Quando fa conoscenza con Serena, che precipita con compostezza e un certo stile, è istintivo per lui invitarla a condividere quel mezzo di fortuna. Insieme capiranno che fra il precipitare occasionale e quello quotidiano non corre poi grande differenza. E che nell’intervallo, comunque, c’è un mondo da scoprire. Dall’autore del bestseller Adesso Basta, un racconto inedito, leggero come il vento ma pregno come una nuvola, capace di trasportare il lettore molto lontano. Contiene degli estratti del nuovo romanzo di Simone Perotti, Un uomo temporaneo.

Per gentile concessione dell’autore questo racconto lungo è scaricabile gratuitamente. Per averlo clicca qui.

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Gregorio è un uomo d’azienda. Un quadro intermedio di una grande multinazionale in crisi. Una mattina riceve – come molti altri colleghi – una lettera di sospensione, totalmente pretestuosa. È l’inizio di un classico processo di mobbing, che in breve lo porterà a non avere più un ufficio, una scrivania, un ruolo. Ma Gregorio, diversamente dai suoi colleghi nella stessa situazione, non si dimette, non denuncia, non grida, non minaccia, non cerca soldi, risarcimenti o soddisfazione. Continua ad andare a lavorare. Ogni giorno. Non avendo più una scrivania dove stare o una mansione specifica da svolgere gira per l’azienda, parla con le persone, cerca di dare una mano, di rendersi utile. Soprattutto, scopre persone, luoghi, conosce l’immensa azienda intorno a lui. Ascolta. Capisce. Mette insieme i pezzi. Inizia così un’avventura professionale e umana che segnerà per sempre la sua vita e quella dei suoi colleghi.

Un profondo atto d’accusa al mondo del lavoro, ma al contempo un romanzo magico eppure realistico, avvincente, toccante, a tratti malinconico, ma alla fine profondamente ottimista, perché come dice il suo protagonista: L’ottimismo radicale non è un’illusione, ma una convinzione. Non fosse altro che per l’evidente convenienza: se bisogna credere a qualcosa che non esiste, come l’incidenza dell’imperscrutabile, meglio credere in qualcosa di utile.

Dalla postfazione dell’autore:

“Ho convissuto con Gregorio per anni. Ho fatto il tifo per lui, ho temuto per lui. Non so quante volte sarei voluto essere lui. Gregorio è il mio fratello immaginario, il mio alter ego. E solo perché non sono riuscito a essere come lui. Per questo, oltre a scriverne, vorrei che Gregorio fosse reale e vivo, per poter scambiare con lui ogni giorno le impressioni che la vita mi suscita. Quando riesco a non pensare a Gregorio in questi termini, così personali, ragiono invece sul suo significato politico. Mi affascina la sua totale mancanza d’ideologia, e il fatto che di lui ci si possa chiedere se è un imbecille o un genio senza che la domanda stupisca nessuno. Non ho mai amato le persone di cui è chiaro, fin dal primo sguardo, se siano qualcosa o il suo opposto. Il dubbio è più affascinante della certezza perché ci riguarda, è una domanda rivolta a chi la pronuncia. Perché Gregorio non odia la sua azienda? Perché non si sente defraudato, maltrattato? Perché non cerca vendetta, ma solo come continuare a rendersi utile? Queste domande mi perseguitano. Gregorio non si limita a cambiare le regole: cambia il gioco. Forse di lui non capisco molte cose proprio perché è un uomo del futuro, anticipa una condizione umana in arrivo ma ancora imperscrutabile. Forse è «L’Uomo con Qualità», per opporlo al modello che ha fatto scuola fin qui. Questo romanzo non deve aver disorientato solo me. Prima di trovare pubblicazione ha dovuto attendere che qualcuno ne comprendesse l’impatto ideologico e politico. È comunque l’unico libro che ho pubblicato che abbia generato reazioni diverse fin da prima di essere offerto ai lettori. Chissà cosa vuole dire, e chissà chi ha ragione”.

Qui il booktrailer di “Un uomo temporaneo”

Qui per comprare il libro online o l’eBook

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Dove sono gli uomini?

Uomini impauriti, senza sogni, inerti. In giro, a divertirsi e tentare, soltanto donne. Che succede agli uomini? Mentre psicologi e sociologi si esercitano sulle più svariate teorie, mancava ancora uno sguardo dal basso fatto di storie e racconti di donne che da anni parlano della scomparsa del maschio (“o sono gay o sono impegnati”, “non si trova più un uomo decente”). Donne single o sposate, ma lasciate sole, e tuttavia ottimiste, piene di energia e capacità di rinnovarsi, fino alla spregiudicatezza. L’uomo invece è assente, incapace di trovare una collocazione sociale, massacrato dal lavoro, frustrato nelle sue aspirazioni, in crisi sessuale: essenzialmente solo mentre il mondo cambia.

“I diritti non si ricevono, si conquistano. Nessuno ha offerto alle donne pari opportunità, pari condizioni: hanno dovuto lottare per averle, e lottano ancora oggi, dopo decenni. Hanno dovuto spiegare la loro complessità fino a perdere il fiato e la voce.

Un cammino analogo attende gli uomini, che per primi devono ammettere la loro condizione di spaesamento, il loro bisogno di riscrivere un’identità troppo debole e confusa per funzionare e risultare attuale. Sono gli uomini a doversi analizzare come genere, a dover ammettere il fallimento o almeno l’inattualità del modello, a dover fare pace con la frustrazione professionale, a doversi concedere nuovi sogni e il coraggio per perseguirli.

Se gli uomini non si riconoscono nell’idea di mascolinità e umanità con cui vengono giudicati, lo dicano. Se patiscono le donne per come sono diventate o il lavoro che li imprigiona lo dicano, alzino la voce, elaborino una prospettiva diversa, più adatta ai loro corpi e alle loro anime. Nessuno lo farà per loro. Potranno rivendicare solo ciò che manifestano, ciò che spiegano.

Potranno esigere comprensione solo dopo aver parlato.

“Le donne del movimento studentesco e femminista degli anni Sessanta e Settanta non sono fallite del tutto. Avranno pure perso la battaglia contro il capitalismo, l’edonismo, la mentalità borghese e consumistica contro cui lottavano, ma possono sempre
guardare con dolcezza e compiacimento le proprie figlie, forse invidiarle per la libertà di cui godono, frutto delle loro battaglie, e sicuramente essere loro di aiuto per fronteggiare lo spaesamento tipico di ogni nuova epoca”.

(da “Dove sono gli uomini“, Chiarelettere)

Qui il booktrailer di “Dove sono gli uomini?”.

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Il popolo che si ribella contro la distruzione del suo territorio. Un miraggio da utopisti? Varcare il confine tra rivolta violenta, pronta e tutto, o manifestazione civile? E in casi estremi, partecipare, disinteressarsi, appellarsi al pacifismo, tentare di sedare gli animi più focosi? Che domande… soprattutto se a porsele è Renato Reis, uomo-che-tenta di essere libero.

Un anno e mezzo dopo gli eventi di “Uomini senza vento”, il protagonista ha lasciato lavoro, città, e finalmente naviga nel Mediterraneo, coronando i propri sogni di libertà. Ma le cose non vanno come aveva pensato. Le mani e la schiena sono a pezzi, è stanco, non ha un euro, è solo. Silvia, la donna che ha ribaltato la sua vita, è scomparsa dopo un amore tanto intenso quanto fugace. La sua vita ha perduto la rotta quando pensava di aver finalmente raggiunto la meta.

Tra confusione esistenziale, amori disordinati, domande senza risposta, Renato Reis si trova coinvolto nel ritrovamento di misteriosi cadaveri nel golfo di La Spezia, riceve messaggi anonimi inquietanti, si imbatte nell’attività di una famigerata setta segreta che si rifà all’antico popolo dei Liguri Apuani, gli indomiti avversari dei Romani. Gilda, la pittrice affascinante che incontra al suo rientro dopo un’estate di difficile navigazione, c’entra qualcosa con gli avvenimenti che incombono? Un gorgo pericoloso di navi dei veleni e barche pirata, antichi castelli e ville di artisti, cattivi maestri e donne affascinanti rischia di inghiottire il protagonista di questa storia serrata e allegorica. Per salvarsi l’anima, Renato dovrà aggrapparsi alla ragione e all’ironia, anche se per tirarlo fuori dai guai dovranno arrivare gli amici di sempre.

Come sempre nei libri di Simone Perotti, tutto ruota intorno al mare, protagonista assoluto della nuova vita di Renato Reis. Una vita paradossale e sconclusionata, punteggiata di tempeste e amori difficili. A minacciarlo, come nel precedente Uomini senza vento, non sono soltanto i pericoli reali, ma soprattutto le domande cui è costretto a dare risposta chi s’imbarca lungo la rotta verso la libertà.

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Ufficio di scollocamento. Una proposta per ricominciare a vivere

UFFICIO DI SCOLLOCAMENTO
Una proposta per ricominciare a vivere
di Simone Perotti e Paolo Ermani

Chiarelettere, collana Reverse, in libreria dal 3 maggio 2012, pp. 144, euro 11,50, formato: brossura 12,8 x 19,8

“TRA QUALCHE TEMPO, QUANDO SAREMO STATI TUTTI COSTRETTI A SCOLLOCARCI A CAUSA DEL CROLLO DEI PRESUPPOSTI SU CUI È BASATA LA NOSTRA SOCIETÀ, QUALCUNO RIPENSERÀ A OGGI CON QUALCHE RIMPIANTO. POTEVAMO CAMBIARE, PRIMA DI ESSERE CAMBIATI. MA FORSE SARÀ TARDI PER DOLERSENE.” Simone Perotti, Paolo Ermani

SCHEDA LIBRO

È una notizia, non una provocazione: il primo Ufficio di scollocamento è nato all’inizio del 2012 da un’idea elementare degli autori di questo libro. Il lavoratore infelice e frustrato, che si sente un estraneo in gabbia, è anche poco produttivo. Aiutarlo a scollocarsi è un vantaggio per la collettività e un’occasione per la persona.
Non è un discorso da salotto, è un tema politico. Gli autori si rivolgono ai sindacati, alla classe dirigente, alle associazioni degli imprenditori, a chi oggi dibatte sull’articolo 18, per dire una cosa semplice: lavorare e basta, produrre e basta, crescere e basta, a qualunque costo, è distruttivo. Cambiare rotta è indispensabile e urgente. L’ufficio di scollocamento è un’iniziativa pensata per generare benessere e per ricominciare a vivere.

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Dopo il successo di ADESSO BASTA (dieci edizioni) … AVANTI TUTTA – MANIFESTO PER UNA RIVOLTA INDIVIDUALE (Chiarelettere – libro euro 14, eBook euro 9.90 [il prezzo appare in dollari, 1300])

DICONO DELL’AUTORE:

Tutti ci pensiamo, pochi lo ammettono, pochissimi hanno il coraggio di farlo. Simone Perotti è uno di questi. La Repubblica

Simone Perotti, il pioniere italiano del Downshifting. Vanity Fair

Da manager di successo a romanziere e marinario solitario, Perotti racconta come si è riappropriato del suo tempo, e a chi lo definisce figlio di una generazione in fuga, lui risponde così: “Il mio futuro adesso è una mappa bianca da disegnare”. Panorama

In Italia, il maggior referente in tema di downshifting è Simone Perotti. Wikipedia

PRETESTI di “AVANTI TUTTA”:

“Non ho detto nulla di come si vive bene ‘qui fuori’. L’ho dato per scontato. Ma non lo è. È meraviglioso.”

“Cento lamenti non fanno una proposta.”

“Se per le strade di una democrazia circolano migliaia di coraggiosi che intendono cambiare radicalmente la propria esistenza senza troppa paura delle consuetudini, può succedere di tutto.”

“Io vivo con circa 800 euro al mese, e posso abbassare ancora di più questa soglia.”

“Occorre fondare un’agenzia che aiuti le persone a scollocarsi, cioè a uscire dalla collocazione che hanno, sia sul lavoro sia nella società.”

“La paura è dunque l’unica moneta della nostra epoca? Paghiamo in questa valuta quasi ogni scelta della nostra esistenza, soprattutto quando si tratta di cambiare. Il messaggio è: se resti dentro sopravvivi, se esci muori.”

“Una speranza c’è: emanciparsi come singoli individui.”

“Una delle cose che sappiamo fare di meno è perdere tempo. Perdere tempo è una delle cose più belle del mondo, soprattutto per chi non l’ha mai perduto.”

SCHEDA DI “AVANTI TUTTA”

Dunque si può fare. La scelta del downshifting raccontata in ADESSO BASTA (10 edizioni) si è rivelata percorribile. “Ho tempo per cucinare, per studiare, per scrivere, navigare, perdere tempo…” scrive Simone Perotti in questo nuovo libro, che è un pamphlet sul cambiamento alle porte, su un nuovo ordine esistenziale e sociale. Contro la paura. Scoprire che si può vivere con poco, fuori dallo schema “lavoro guadagno spendo”, in un momento di grave crisi economica, può essere un sollievo personale, ma anche un progetto “politico”, da condividere.

Suffragato dall’esperienza in azienda e dagli anni trascorsi nella libertà, Simone Perotti racconta “come si vive fuori”, le sue scoperte (buone e cattive), e sfata gli stereotipi placando l’animo dei tifosi e contrastando una a una le obiezioni dei più critici.

Dall’analisi degli 80.000 messaggi ricevuti, l’autore ricava la prima classificazione dei downshifter italiani (i Convinti, gli Arrabbiati, gli Impegnati, gli Antitaliani, gli Accoppiati, i Sorpresi…) e una mappa generazionale delle loro paure: l’identikit dell’uomo contemporaneo in rivolta. La lotta di classe sembra finita. Forse è incominciata la lotta per la vera liberazione.

SOMMARIO AVANTI TUTTA
Premessa. Prima che sia tardi. Questo libro.

Noi e il Sistema che ci circonda

Fine della lotta di classe (e inizio della lotta vera) 15 – I risparmi in banca 23 – Conviene lavare l’insalata 27 – La corsa all’acquisto inutile 31 – Ansia della crescita, ma il benessere dov’è? 34 – Una

repubblica fondata sulla sobrietà 38 – Quelli della pausa pranzo 41 – Le stesse cose, lo stesso giorno 43 – Un anno sabbatico 45 – La frode delle autostrade 47

Dopo il downshifting. Scoperte (buone e cattive)

Pruderie e interesse. Com’è qui fuori 51 – Errata corrige. Il budget 56 – Il downshifting per le donne 61 – Il downshifting low cost 66 – Il sabato del villaggio 73 – Perdere tempo 75 – L’inefficienza aritmica 78 – Ora come prima 80 – Cambiare vita libera memoria 83 – Il tempo per gli altri 85 – Liberi e responsabili 87 – I sogni e il coraggio 91 – Il cohousing 93 – Downshifting 2.0 96 – Quello che serve veramente 99 – Il bello di una vita libera 101

Il popolo dei downshifter. Storie e commenti

Primo tentativo di classificazione dei downshifter 107 – Gli Economici 109 – I Convinti 111 – Gli Arrabbiati 112 – Gli Entusiasti 113 – I Rassegnati 114 – I Sorpresi 115 – I Downshifter 116 – Gli Impegnati 118 – Gli Antitaliani 119 – I Familiari 120 Libro Perotti.indb 11 15-12-2010 15:43:53 – Gli Accoppiati 121 – I Ricchi 123 – I Responsabili 124 – Gli Osservatori 125 – La mappa delle paure 126 – Le obiezioni più pungenti 130 – Downshifting per tutti 133 – L’obiezione di chi ha figli 135 – Sull’educazione dei ragazzi 137 – L’obiezione politica 141 – La rabbia verso i downshifter 144 – La reazione dei media cattolici e di sinistra 146

Imprese e lavoro. Fallimento della prospettiva collettiva

Dal macro al micro (e ritorno) 149 – La rivolta del singolo 152 – L’azienda. Sprechi e altre assurdità 156 – Retribuzioni. Dirigenti come calciatori 161 – Assunzioni, formazione, risorse (in)umane 164 – Cultura manageriale 169 – L’assurdità degli open space 175 – Lavorare da casa 178 – Le consulenze 180 – Lavori inutili e utilità del lavoro condiviso 183 – Far finta di lavorare… e rubare 185 – Autonomia e dipendenza 189 – Il valore delle idee 194 – Prepensionamenti per merito 196 – La cassa integrazione al contrario 197 – E la politica? Grillo e Saviano 199

Conclusioni 203 Le occasioni sprecate e lo spazio da conquistare 203 – Ultimo spunto. Lo scollocamento 206

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Il Libro (9 settembre 2010)
Uomini senza vento è un noir mediterraneo e ambientalista, che ha per protagonista un uomo di fronte a un bivio. Una storia psicologica, incalzante, profumata di passione e di mare, che tra paesaggi indimenticabili, raffiche improvvise e spericolate manovre a vela, travolge il cuore e la vita dei personaggi fino a inebriarli del sapore della libertà.

E’ con questo romanzo che nasce il personaggio di Renato Reis, uomo-che-tenta di diventare libero.

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“Adesso Basta – Lasciare il lavoro e cambiare vita. Filosofia e strategia di chi ce l’ha fatta”. Se io ce l’abbia fatta o meno, questo è da vedersi. Ce l’ha fatta chi vince la morte, chi trova la saggezza, chi raggiunge la felicità. Io sono riuscito a realizzare un sogno, semmai, e “per il momento”. Vedremo come andrà.

Come è andata fino a qui però lo so. So come è nato il sogno della libertà, il sogno di dedicarmi alle vere grandi passioni della mia vita, scrivere e navigare. A come ho progettato, lottato per farcela senza vincite alla lotteria o padri ricchi. Cioè da solo. Cosa della quale sono sommamente felice e orgoglioso. Ho ridotto i consumi, cambiato città, ho inventato modi per sopravvivere contro l’aggressione del denaro. Ho scritto tutto in questo libro, che è a metà un punto fermo, a metà un racconto, una testimonianza, e poi anche un manuale per chi fosse tentato di seguire questa strada. A modo suo.

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La foto della copertina è dell’archivio Alinari

“’Come potrebbe darsi un romanzo d’avventura, oggi, in Italia? Se lo sapessi non starei qui a spiegarlo: lo scriverei.’ Così scrive Calvino nel 1953, nel suo saggio Mancata fortuna del romanzo italiano. Con L’Estate del Disincanto, Simone Perotti ha raccolto la sfida lanciata da Calvino e ne è uscito vincitore. Tra Stevenson e Conrad, con un po’ di Salgari, ma con in più l’amicizia e l’amore, Perotti ha scritto un romanzo originale e colmo d’umanità, che piacerà agli amanti delle avventure in mare e in terra. Come è piaciuto a me.” Björn Larsson

Sicilia, giugno 1943. Notte. Il libeccio sembra voler sradicare il soffitto della taverna, affollata di pescatori in ferma. Il vecchio Altomare pronuncia tra sé oscure profezie mentre, senza neanche toccarlo, muove un bicchiere sul bancone sotto lo sguardo incredulo dei ragazzi. La bella Maria, mezzo svestita, passa tra i tavoli agitando la bramosia dei marinai. Le scariche dal cielo si mescolano ai boati dei cannoneggiamenti. Gli Alleati stanno attaccando? L’aria è elettrica. Qualcosa sta per compiersi…

D’improvviso, all’uscio della taverna appare il temibile Corsaro, che si dice nasconda nella stiva le teste mozzate dei propri nemici. Nino e Garbo, i due giovani protagonisti, decidono di salire clandestinamente sulla sua barca misteriosa per verificarne la leggenda, ma un tragico destino li attende…

Quel che segue è prigionia, fuga, speranza, ritrovamento, assalto, salvezza. Un bizzarro equipaggio si riunirà per fuggire alla tragedia. Qualcuno di loro, al termine della lunga rotta, troverà ad attenderlo la morte. Altri incontreranno l’amore. Nessuno salverà l’incanto della propria fanciullezza.

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copertina

Stojan Decu, l’Altro Uomo – È mai possibile che un ragazzino abbia combattuto, da solo, un esercito invasore durante la Grande Guerra? Si tratta dello stesso uomo che, da adulto, ha lottato accanto a Che Guevara? Come è possibile che sia poi diventato un asceta mandingo e abbia aiutato Indira Gandhi a conquistare il potere? Ha davvero amato così tante donne tornando soltanto da una di esse per tutta la vita? Ha ucciso, costui? È stato ucciso? Ma soprattutto, il protagonista di queste incredibili avventure può essere sempre la stessa persona? Può essere Stojan Decu?

Marielle Gochard, unico amore e testimone della vita di Stojan Decu, decide di raccontare a un ricercatore i segreti di questo misterioso personaggio, gettando un fascio di luci e ombre sulla storia più oscura del Novecento. E’ lei l’unica a poter rivelare la verità su un’esistenza indefinibile. E’ Marielle la vera artefice, la  chiromante perfino, di una biografia straordinaria. Nel suo racconto emergono altri personaggi, perfino più inquietanti di Stojan Decu, come il suo alter ego, un uomo-ombra muto, senza volto, destinato a mescolare ancora le carte in una nuova catena di riflessi.

“Stojan Decu, l’altro uomo” è un romanzo d’avventura e d’amore, la storia di un personaggio epico, delle sue guerre, delle imprese irrealizzabili, delle fughe, dei misteri, e di come l’ossessione lucida e scientifica di un ricercatore fatichi a svelarne l’arcano nel disperato tentativo di ricostruire la storia di un uomo inimitabile. Ecco l’enigma di questo romanzo, autentico poema epico e storia di storie, nel solco della grande narrativa. Stojan Decu è un eroe classico, ma al contempo rappresenta l’umanità rivoluzionaria di una nuova era. Il suo rebus apparentemente inestricabile ci racconta l’eterno mistero della nostra identità, divisa tra donazione e rapina, crescita e anonimato, esilio e partecipazione.

“La migliore definizione di questo romanzo? Me l’hanno data molti lettori, chiedendomi: Non avevo mai sentito parlare di questo personaggio. Ma è esistito davvero?” (Simone Perotti, rispondendo a un’intervista).

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Zenzero e Nuvole è stato il primo della lunga e fortunata serie editoriale che mescola avventura e gastronomia, erotismo e cibo, vita e sapori. Ventitré racconti per godere e altrettante ricette per assaporare, con l’intento tutto sensoriale di immergere il lettore nel piacere vero, nel godimento assoluto delle storie. Per l’autore, il piacere della letteratura somiglia a quello del cibo ed entrambi fanno parte di quello della vita.

 

 Un minuto perduto senza sognare o senza associare sapori e colorare immagini di ricordi e contaminazioni, suona per Simone Perotti come una disfatta di cui pentirsi, da cui fuggire. Un manuale letterario e gastronomico, in cui l’autore cerca il filo sottile tra la realtà e l’evocazione, tra il ricordo e la poesia, convinto di percorrere un grande viaggio, di scoprire immensi tesori che sono dentro ognuno di noi e costituiscono l’unica vera risorsa per vivere. Un libro che gronda emozione e rifugge dalla noia, in cui trovare quel che fa parte dell’esperienza umana di ognuno, sempre in bilico tra malinconia e speranza, languore e soddisfazione, alterità e appartenenza.

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Un libro dedicato agli amanti del mare e in particolare della navigazione a vela. Gli appassionati giurano che l’unico vero modo di vivere il mare è percorrerlo in lungo e in largo a bordo di una barca a vela. Questo volume celebra questo mezzo affascinante e romantico, attuale e antico, non solo attraverso una raccolta di immagini suggestive delle barche più belle, da quelle ultramoderne e ultratecnologiche ai velieri storici, ma anche catturando storie e racconti, parole e emozioni. Un libro solo apparentemente fotografico, ma denso di storie, suggestioni, avventure di porti, partenze, rotte. Un “Tribute to sailing”, come è stato definito, tradotto in nove lingue e venduto in tutto il mondo.

 

In un lungo e accurato lavoro di ricerca tra alcune delle banche d’immagini più ricche, l’autore ha selezionato fotografie di barche immortali, ma anche di momenti fatali in burrasca, in regata, negli appuntamenti più prestigiosi del mondo o durante semplici uscite di piacere. Da queste pagine emerge l’ancestrale sfida tra l’uomo e il mare e di come, “talvolta, tutto ciò che c’è da vivere si svolge su un’imbarcazione”.

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Risultati immagini per Yacht da regata white star

 È il libro più noto sul tema, la “Bibbia” degli yacht da regata, scritto da un grande maestro del tema Franco Giorgetti. Simone Perotti ha redatto l’ultimo capitolo della nuova edizione, 2008, con tutta la storia dell’America’s Cup di Valencia. Un libro splendido, che parte dal 1.600, dal primo yacht adibito al piacere e non al lavoro, e corre, anzi, naviga per i mari della tecnica, delle performance, dell’evoluzione di linee d’acqua e vele, con immagini splendide e testi esaustivi.

Simone Perotti racconta l’America’s Cup in cui Alinghi si è imposta alla sua prima sfida da defender della Coppa America, battendo una fortissima New Zealand e una flotta di challenger agguerriti. Il racconto di Perotti ha il sapore della cronaca, ma anche del racconto epico, della storia affascinante di uomini e mezzi impegnati nella più nobile e antica delle regate.

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15 pensieri su “Libri

  1. Caro Simone, ho letto il tuo libro Adesso Basta e ho 24 anni. Te lo scrivo perché io nel mondo del lavoro non sono ancora entrato e penso possa essere motivo di orgoglio per te, sapere che sto cercando di individuare le scelte migliori per il mio futuro anche a partire dal tuo libro. Ho un percorso universitario eccellente (o quasi). Se mai sentirai l’esigenza di venire a parlare nel mondo universitario, ti invito a contattarmi e ne decideremo la fattibilità di fronte a un cappuccino, ovviamente offrirò io la striscia di focaccia. Contattami qui se sei curioso: marco.pessagno@gmail.com Complimenti per la tua capacità di mettere in dubbio il sistema! A presto

  2. Carissimo
    ho letto tutto d’un fiato il tuo “Adesso basta”. Ho trovato parecchi punti in comune con il tuo vissuto (che sto vivendo in prima persona, sono un pubblicitario,amo il mare…) e mi hai donato ulteriori spunti per ritrovare il mio “centro” e cambiare il punto di vista sul modo di VIVERE.
    Grazie e ti rileggerò presto.

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  5. Buongiorno Simone, ho appena finito di leggere, tutto di un fiato, “dove sono gli uomini”. Sono un cosiddetto senior (over 60 da poco) e mi ritrovo nell’universo che descrivi, con scrittura scorrevole e appassionante. Due commenti: primo, sarebbe interessante che scrivessi lo stesso tipo di testo dalla prospettiva maschile, storie degli uomini. secondo, comunque mi sembra che gli uomini ci siano, a giudicare ad esempio dalla storia di Angela la fotografa…. 🙂
    Buon lavoro

  6. “Adesso Basta” l’ho letto due volte.
    La terza sarà quella buona per avere il coraggio cambiare come hai fatto tu?

    Grazie
    Ennio

  7. Ciao Simone, sono Chiara e sto leggendo il tuo libro ADESSO BASTA…era li su quella bellissima libreria in prima fila..è stato amore a prima vista e come tu ben sai il caso non esiste e ti voglio dire che condivido tantissime cose che scrivi..il mio BASTA non è ancora arrivato totalmente ma penso di essere sulla buona strada….grazie di cuore

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