Occasioni per le emozioni

La questione è questa: se una barca in navigazione, in altura, lontana dalla costa, imbarca acqua, che si fa? Verrebbe da dire che bisogna subito mettersi lì col secchio e sgottare acqua in modo che non affondi. E invece no.
Il comandante dovrà anche predisporre l’estrazione e lo sbarco dell’acqua, che pesa sullo scafo, riduce il galleggiamento… ma prima di ogni altra cosa deve capire da dove entri acqua.

E questo abbiamo fatto a Catania l’11 e 12 febbraio scorso. E per farlo, fuor di metafora, abbiamo usato lo strumento principe, il più preciso, eppure tralasciato e dimenticato: la filosofia. Quella vera però, non la storia della filosofia, non la citazione continua dei filosofi per mostrare la propria cultura (l’ego…), non le letture dei filosofi (che pure sono così preziose…)… ma il nostro pensiero, la nostra capacità di ragionamento, l’ausilio straordinario che ci offre l’ordine dei pensieri, la concatenazione delle idee, l’organizzazione di una logica che prenda la realtà, ne sparga i pezzi su un grande tavolo, tenti di capire ognuno a che serve (col pensiero e con l’emozione) e provi a rimontare tutto.

Com’è andata? Be’, è andata in modo sorprendente. Perché di solito non si tiene l’attenzione (secondo i manuali) per più di venticinque minuti. Di solito stanchezza, disinteresse, distrazione, leggerezza, mancato ascolto prendono il sopravvento. Di solito acciuffiamo se va bene un concetto, forse due, ma il resto scorre. Di solito non c’è interazione, non c’è dialogo… E invece noi abbiamo fatto il contrario. Ho parlato un totale di undici ore più i dialoghi nei tempi morti. Pannella quando faceva ostruzionismo in Parlamento, mi spiccia casa. Il fatto è che mentre parlavo, mentre parlavamo, non volava una mosca. E non perché io sappia fare l’impossibile (5 ore e mezza di fila, una sola pausa di quindici minuti + altrettanto il giorno dopo NON consentono di pensare a doti taumaturgiche del relatore, è del tutto impossibile. Io ho fatto il mio, ma…) ma perché tutti voi siete venuti lì in modo autentico, autentica brama, con fame vostra.

Tempo speso per costruire emozione, comprensione, riflessione. Pit-stop per riprodurre energia, entusiasmo, ottimismo. E propedeuticità, soprattutto: la società va sempre peggio, dunque che faccio? Sgotto acqua per non affondare? Oppure cerco la falla? Non si va come volontari alla mensa della Caritas se la nostra barca fa acqua. Non si va lì (ma sì certo si va, e le cose si possono fare contemporaneamente, solo che qui il problema è che nella migliore delle ipotesi si va SOLO lì). Ci si occupa per tutto il tempo dello scafo, lo si passa con le dita centimetro per centimetro. Si cerca la causa.

Senza quella, tu puoi fare quello che vuoi per aiutare gli altri, e certamente puoi dare un prezioso contributo. Ma la società continuerà a essere quello che è perché tu continui a essere quello che sei. “Noi”, senza “te”, è sempre nei guai.

(Foto di Ernesto Stucchi)

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“Dialoghi mediterranei” su La Stampa

 

Ecco il pezzo che ho scritto sui “Dialoghi mediterranei” e che è stato ospitato oggi tra le pagine di Fabio Pozzo su La Stampa.

Clicca qui per leggere l’articolo.

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Quello che verrà

L’anno che verrà:

Un seminario importante, a febbraio, un incontro con tante persone ormai “care” (se è possibile usare questo termine per dei contatti virtuali [ancora per poco]). Come sarà, cosa ne nascerà?
Poi un romanzo, il mio 19mo libro edito, CHE USCIRÀ I PRIMI DI APRILE (lo stiamo ancora editando), e di cui vi mostro in anteprima la copertina, che ho amato fin dal primo istante.
Poi il libro che sto scrivendo, che ha un titolo bellissimo, almeno a me pare così, e che mi pare anche un lavoro importante, almeno fin qui (115 mila battute, ancora circa un terzo, o un quarto al massimo).
Poi un grande lavoro di creatività (le mani e la mente e il cuore!), che mi impegnerà molto tra marzo e settembre. Sarà dura ma splendida, come sempre.
Poi la navigazione, Mediterranea che procede, aggrega persone, naviga per il Mediterraneo amato in luoghi quest’anno splendidi come pochi altri.
Poi le persone amate, ultime in questa lista ma prime nel cuore e nella mente. Energie e pensiero applicati soprattutto a loro, per il loro bene (e anche il mio…).

E tra tutto questo, in tutto questo… semplicemente vivere. Il più leggermente, responsabilmente, filosoficamente, impegnati nelle pratiche di buona vita, nell’infinito lavoro di diventare l’uomo che vorrei, senza sprecare, sentendo le cose (sentendole, sentendole…), senza disunirsi, eppure perdendosi, sciogliendosi nel “sacro tempo” che questo anno ancora offrirà, (occasioni preziose…) e al quale sarà bello, anche, sempre, abbandonarsi. Un deliquio esistenziale, spirituale, universale, in cui provare a esistere in assoluto.

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Non venite…

 

Bene. Finita la prima fase. Quella in cui voi, amabili entusiasti, mi avete bombardato di messaggi per venire a Catania.
Ne sono commosso, onorato. Ne ho anche patito il peso, da solo contro tanti a rispondere a tutti.
Ma comunque bene, ho trovato soluzione, siete tutti dentro la lista.

Ora invertiamo i ruoli, per un istante. Cioè portiamoci già in territorio “seminario”. Mando io a voi un piccolo stuolo di domande, di dubbi, perché l’auto-check è fondamentale.
Vi dirò qui sotto perché NON venire a Catania
Non fraintendetemi, non lo faccio certo per dissuadervi, ma per contribuire a venire consapevolmente. Non andremo a Catania per “passare il tempo“… Né perché non avremo nulla di meglio da fare.
Dunque:
Non venite Catania se non capite perché dovreste venire, per fare che, con quale obiettivo, ottenendo quale beneficio.
Non venite se avete bisogno di un programma, di un “calendario dei lavori”, di un ordine del giorno, di un titolo dell’incontro.
Non venite se non siete pronti a sedervi per terra, o dovunque sarà possibile. Il comfort non è mai un buon motivo per fare niente.
Non venite se pensate di imparare qualcosa, perché imparare è sempre un effetto collaterale semplice di “sentire”, che invece è strumento complesso.
Non venite se non avete capito che nei posti si va portando qualcosa di sé, non solo per prendere qualcosa da qualcun altro.
Non venite se pensate che è “troppo lontano”, ma non venite nemmeno “perché è vicino”.
Non venite se il motivo è che “non c’è la quota di iscrizione”. So che qualcuno di voi lo ha pensato. Male.
Non venite se qualunque impedimento ve lo rende apparentemente impossibile.
Non venite perché “ho già prenotato volo e B&B”.
Non venite se non credete che le cose possano cambiare. Le vostre cose, quelle della vostra vita. E della vita degli altri.
Non venite se talvolta non vi infastidisco, per qualcosa, per dei modi, per i temi che tratto, per il modo in cui li affronto.
E non venite nemmeno se vi infastidisce che sia “per me” che venite. Cioè se qualcosa di me vi infastidisce senza che vi venga anche solo per un istante “il dubbio di voi stessi”.
Non venite “perché non ho mai visto Catania” (e tuttavia, fatevi un giro, è bellissima).
Non venite se recentemente avete perso l’equilibrio schierandovi da qualche parte con modi integralisti, che fosse di qua o di là, con rabbia verso il vostro “antagonista”. Anzi, no, venite proprio per questo… Ma non vi aspettate che io sia tenero a riguardo. Non lo sarò.
Non venite se pensate che la “filosofia” è interessante ma “ci sono cose più concrete e importanti nella vita”, o se non avete capito che dobbiamo urgentemente tornare a praticarla.
Non venite se pensate che i soldi sono la cosa più importante.

Non venite se pensate che io abbia qualcosa in più di voi, una dote nascosta, o del denaro in un forziere sotterrato nel campo.

Non venite per capire come ho fatto, cosa non ho fatto, o quale sia “la formula”.
Non venite con l’approccio che avete di solito andando a ascoltare uno scrittore, o ad assistere a una conferenza o a vedere uno spettacolo…
Non venite per parlare. Ma se arrivate, parlate.
Non venite per giudicare, per misurare, per constatare, per sincerarvi.
Non venite perché avete bisogno di qualcosa.
Non venite per fare gli avvocati del Diavolo. Trovereste un giudice.
Non venite per un motivo specifico, per trovare UNA soluzione.
Non venite “per conoscere gente”.
Non venite se non avete capito che il percorso è lungo, articolato, di cui Catania è una tappa, un inizio.
Non venite se non siete disposti a tutto ciò che seguirà a Catania.
Per tutti gli altri motivi, ma soprattutto per uno… Vi aspetto.
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Tutti i registrati a “Dialoghi Mediterranei” possono venire a Catania

Eccomi. Dovrei aver trovato la soluzione a tutto.
Dunque:

TUTTI COLORO CHE SI SONO REGISTRATI AL SEMINARIO DI CATANIA 11-12 FEBBRAIO 2023, POSSONO VENIRE. SIA QUELLI CHE HANNO RICEVUTO CONFERMA, SIA QUELLI CHE ERANO IN STAND-BY.

Ovviamente staremo un po’ uno sull’altro, sarà molto informale la faccenda, stile happening… Ma d’altro canto, con questo enorme entusiasmo, era inevitabile.
Però sono contento, molto, di non lasciare a casa nessuno.
Che fatica…

Ora, però, FATE ATTENZIONE A QUESTO:
se per qualsiasi motivo doveste recedere, FATEMELO SAPERE SUBITO PER FAVORE.
Siamo d’accordo?
Fatemi questa gentilezza, è importante.
Se non potete più venire, ma vi eravate registrati, DITEMELO SUBITO. Ok?

Grazie.
Evviva. Ci vediamo a Catania.

Ogni cosa bella è difficile. Ogni cosa importante richiede compromissione, lavoro, impegno.
Eccoci già a Catania, dunque, sui temi chiave delle nostre vite. Stiamo già lavorando…

#Dialoghimediterranei
#laltravia

Qui il seminario: https://www.simoneperotti.com/wp/incontri-seminari/dialoghi-mediterranei-catania-febbraio-2023/

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Chiuse le registrazioni a “Dialoghi Mediterranei” – Catania 11-12 febbraio 2023

Allora ragazzi eccomi qui. Sto cercando di risolvere tutto. Incrocio le dita ma dovrei riuscire nell’intento. L’obiettivo è far partecipare tutti quelli che si sono registrati per Catania 11-12 febbraio 2023, “Dialoghi Mediterranei”.

Ad horas, cioè alle 17.37 ora italiana, chiudiamo la possibilità di registrarsi, anche nella lista d’attesa, che è stracolma.
Dunque FINE DELLE REGISTRAZIONI.

D’altro canto, è evidente che se le tenessi aperte, con il ritmo con cui vi state registrando, a febbraio ci arrivo con 1.500 prenotazioni, e allora bisogna affittare lo stadio. Ma non posso e non voglio, in questo momento, affrontare una cosa di simile entità. Anzi. Bisogna fare in modo che si sia un numero confortevole, anche se in tanti.

Sono colpito e ammirato da tutto questo entusiasmo. Sono anche un tantino stanco, ve lo devo confessare. Perché non prevedevo di doverci lavorare così tanto, e che i numeri fossero decisamente altri rispetto alle previsioni.

Ma sono soprattutto molto, molto felice di questo incontro.
Se un’iniziativa scatena tutta questa energia a due mesi e mezzo ancora dalla data, e solo per definire la partecipazione, beh… allora vuol dire che ogni impegno vale l’obiettivo.

Non vedo l’ora di sciogliere gli ultimi dubbi organizzativi e potermi godere il conto alla rovescia.

Vi abbraccio.

#laltravia
#Dialoghimediterranei

(prima che me lo chiediate in trecento, questo vuol dire che:

chi si è registrato prima del 30 pomeriggio e ha ricevuto l’ok a video della sua avvenuta registrazione, non si preoccupi perché è dentro comunque)

chi registrandosi ha ricevuto a video la risposta “sei in stand by list” stia tranquillo che una soluzione quasi certamente la trovo e potrà venire. Ma ci sto ancora lavorando.)

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Cuori saldi e soluzioni possibili (Catania – Dialoghi Mediterranei)

Buongiorno a tutti.
Il sole splendido di questa mattina porta soluzioni possibili che nella notte si sono iniziate a prefigurare.
Chi cerca strade con cuore saldo, di solito, finisce col trovarle.

L’overbooking di prenotazioni per Catania (11-12 febbraio) forse si riesce a gestire. Incrociamo le dita.
Forse già oggi stesso riesco a dirvi qualcosa.

Però, abbiate pazienza, io vedo ancora gente che dice di avere il biglietto e tutto che non si è ancora registrata. Dunque io cerco le soluzioni ma qualcuno di voi non lo sta facendo

Dunque, per favore: chiunque di voi abbia già biglietti aerei SI REGISTRI SUBITO, altrimenti facciamo il paradosso di Zenone, che io trovo soluzioni ma il problema si allontana sempre. Ok?

Calma, registratevi, risolviamo tutto.

#Dialoghimediterranei
#laltravia

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Sold out (“sold”… è gratis…)

Ho dovuto chiudere le iscrizioni. Sono un po’ incredulo di tanto entusiasmo, e con grande dispiacere devo comunicarvi che per Catania 11-12 febbraio 2023, il mio seminario, non c’è più posto.

Lascio aperte le registrazioni per consentire una eventuale lista d’attesa, nel caso di defezioni. Ma riceverete, registrandovi, un messaggio che vi informa che i posti sono terminati.

In cuor mio non mi ero neppure posto il tema dell’overbooking, francamente. O voi mi sopravvalutate, o io mi sottovaluto. Oppure Catania piace proprio a tutti. Non so.. 🙂
Ad ogni modo, vi tengo aggiornati su tutto.
E voi, mi raccomando, se non siete certi al 1000×1000 di venire, fatemi sapere, così consentiamo ad altri di partecipare.
Incredibile.
(nella foto: ieri nel campo, seminando piselli. Cose che nascono… Vedremo)
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Dialoghi Mediterranei. Ci vediamo a Catania l’11 e 12 febbraio.

Ho organizzato un weekend per incontrarci e stare insieme. Sarà l’11 e 12 febbraio 2023, a Catania.

Ho scelto Catania perché è bella, mediterranea, ci sono amici che possono aiutarmi e si arriva con voli a basso prezzo da più o meno dovunque in Italia. Il palazzo dove staremo durante il giorno è quello che vedete nella foto.
Se leggete i miei libri o mi seguite sul sito o sui vari network, da tanto tempo o da poco, venite. Vi aspetto.

Accarezzo l’idea di questo incontro da molto tempo. Se state leggendo questo testo probabilmente lo sapete. Scriverci, mandarci immagini, è prezioso. Vederci fugacemente in centinaia di presentazioni, anche. Mi pare di poter dire che condividiamo molto, in tanti, e se anche abbiamo provenienze diverse abbiamo anche molte intenzioni e spunti in comune.

Ma la vita non è solo seguire qualcuno su Facebook. È anche e soprattutto guardarsi, ascoltarsi, provare a conoscersi, farsi contaminare, ideare cose da fare.
Io sono un misantropo, una specie di eremita, ma periodicamente ho un grande desiderio di incontrare le persone con cui mi pare ci sia uno scambio autentico.

Nell’insieme di cose che ho fatto e che farò per motivi di militanza filosofica e intellettuale (dai podcast ai libri, dagli articoli alle presentazioni, dalle interviste alle fotografie e ai racconti) inserirò dunque anche questo strumento, il più nobile e ricco, difficile, ambizioso e faticoso: stare insieme.

Chiamerò questi seminari: “Dialoghi Mediterranei”, perché progetto di farne altri, uno all’anno magari. Vorrei creare un’oasi, almeno così la intendo io, fuori dal casino delle vite di tutti, per dialogare . Un momento da dedicare alle nostre vite, con contenuti, idee, parole, scambio, incontro, cultura, e in futuro chissà, ospiti, spettacoli, presentazioni, informazioni, materiali, anche portati da molti di voi.

Tutto, nella piena ispirazione mediterranea: mi voglio divertire con voi, voglio ascoltarvi, voglio dirvi un mucchio di cose. Considero questo approccio la base da cui sorgono idee e progetti, le fondamenta su cui si costruiscono nuove occasioni. Ne ho fatto esperienza su larga scala, e ormai da oltre un decennio, con Progetto Mediterranea.

Non voglio comunicare ora di cosa parlerò e parleremo. In questo primo incontro, per molte ragioni, non voglio dover seguire un programma troppo definito. Vi dico solo, in linea di massima, come funzionerà:
– arrivo in aereo o con altro mezzo a Catania nella mattinata di sabato.
– ognuno prende possesso della propria stanza (che avrà cercato, scelto e pagato dove e come vuole, per suo conto, come anche il volo)
– intorno all’una o all’una e mezza ci vediamo tutti a “Isola”, Palazzo Biscari (foto sotto, e qui)
– mangiamo qualcosa lì, cominciamo a conoscerci e iniziamo
– la sera ceniamo tutti insieme e poi chi vuole continua a chiacchierare, chi vuole va a dormire
– al mattino di domenica, dopo che ognuno avrà fatto colazione, ci rivediamo tutti di nuovo a “Isola”, riprendiamo a chiacchierare e a stare insieme
– mangiamo qualcosa intorno alle 13.30
– nel pomeriggio ognuno riprende aereo, treno, e torna a casa (o resta a Catania a farsi un giro, già che c’è…)

Come vedete, un programma semplice, senza nulla di troppo rigido o prestabilito.

Ci vediamo dunque a Catania l’11 e 12 febbraio 2023.
Avremo un tempo dedicato, un tempo scelto, in un luogo ideale, per stare insieme.

Ci sono gesti che cambiano tutto.
Dobbiamo tentare di fare soprattutto quelli.

Vi aspetto.

(qui per prenotare e registrarvi)

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In un lampo

Un giorno sul molo vedo una ragazza. Capelli cortissimi, sguardo un po’ circospetto. Si era nel… mah, non saprei… forse nel 2010 o 2011. Una vita fa. Ricordo che rimanemmo a Spezia qualche giorno di più, aspettammo a salpare, perché fuori c’era parecchio mare. Comprammo il pesce, facemmo festa, accadde un mucchio di roba. Ci conoscemmo. Eravamo tre equipaggi, su tre barche.

Quella ragazza, che si chiamava Michela, mi scrutava, ascoltava e guardava tutto, prevalentemente in silenzio. Poi piano piano parlammo un po’, anche più intimamente intendo. Le chiesi perché era lì, come mai fosse venuta sulla mia barca.
Mi raccontò che aveva deciso di licenziarsi, stava lasciando una delle maggiori aziende mondiali, dove, ancora giovane, stava facendo una bella carriera. Voleva partire per l’Australia, se non ricordo male, insomma, un posto lontano, senza programmi, senza un futuro definito. L’avevano ispirata i miei libri, credo entrambi i saggi sul cambiamento “Adesso Basta” e “Avanti Tutta”. Ovviamente si rendeva conto del passo enorme che stava per compiere, e era timorosa di farsi influenzare da uno che neanche conosceva, che magari raccontava dei suoi cambiamenti dicendo una marea di cazzate. Per questo era venuta: “Volevo vedere se era vero, se eri così come scrivi, se era tutta roba autentica oppure no…” mi rispose guardandomi dritto, con un lampo veloce che le balenava negli occhi ancora un po’ circospetti e paurosi, ma carichi di speranza.
Ne deduco che riuscì a sanare quell’impetuosa e impellente curiosità, perché dopo poco lasciò la multinazionale, partì, aprì un blog, viaggiò e da allora ha fatto una vita straordinaria, un mucchio di cose.
Ebbene, vi racconto questa storia perché le ho scritto stamattina. Mi è venuta in mente improvvisamente, ho ricordato che lavorava nel settore informatica, social, network digitali. Era super brava, sveglia, veloce.
E grazie a lei, che è rimasta un portento (e forse mi vuole ancora bene), eccomi tornato su Facebook dopo due settimane di “passione”, certamente di stallo, perché avevo cambiato telefono e Facebook ha un problema grave con l’autenticazione a due fattori per entrare nell’account. A un certo punto, dopo averle provate tutte, ho capito che non sarei mai più riuscito a rientrare, e che così avrei perduto per sempre oltre 13 anni di lavoro, di network, di persone, di immagini, di parole… Tutto spazzato via da un malfunzionamento (molti pensieri utili, a riguardo. Siamo messi assai male…).

E invece no. Michela.
Ciò che pareva immutabile, ormai irrisolvibile, perduto… Risolto. In un lampo.
Come quello che vidi negli occhi d Michela, undici anni fa.

Grazie cara…

(Nella foto: “L’Ultima Thule” all’una di notte. C’era una luna che sembrava giorno)
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