Bravo.

“Furore” – Alessandro Baricco

 

Ho conosciuto Alessandro Baricco a Madeira, una decina di anni fa. Povero…, era un po’ spaesato su una barca a vela, anche se ferma in porto. Era lì per non dire di no a Farinetti, quasi certamente. Ma non credo abbia navigato, neppure una tappa tra Genova e New York, non ricordo. Certamente non fece la traversata oceanica con me, me ne ricorderei. Parlammo poco, mi parve timido e garbato, non così narciso come sarei stato pronto a constatare.
 
Va detto che non sono un suo appassionato quando fa il romanziere, ma fin dai tempi ormai lontani del suo programma televisivo “Pickwick” sono un suo fan sfegatato quando legge e racconta romanzi in tv. Quando fa divulgazione. Vedo oggi pomeriggio il suo “Furore” di ieri su Rai 3, che avevo mancato perché stavo viaggiando in treno. Una bella, bellissima lettura del grande romanzo di John Steinbeck, pubblicato nel ’39. Di un’attualità straordinaria.
 
Bravissimo come sempre, Baricco, come e meglio di sempre. Fa la televisione che vorrei, quella dei racconti, delle storie, in cui si rilegge quel che è avvenuto, quel che è stato già pensato, sentito nel cuore, da qualcuno in grado di coglierlo perché in tanti lo conoscano, lo possano sentire a loro volta, e ne facciano tesoro, lo usino, oggi, nelle loro vite, per prevenire, per fronteggiare il destino comune di tutti noi, lo stesso da sempre, immancabile, inevitabile, che qualcuno ha raccontato bene. Ma invano, se lo dimentichiamo,  costretti a ripartire ogni volta da zero, rifacendo tutti in fila gli stessi comprensibili errori dell’uomo.
 
Tv per non dimenticare, dunque, per vivere. Quella che per una volta (così raramente…) fa ciò che con una parola ormai svuotata, che nessuno coglie, di cui avremmo un bisogno enorme, chiameremmo: “cultura”.
 
Prendetevi un’oretta e mezza, e godetevi questa bella trasmissione. In silenzio, con concentrazione. Ascoltate.
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