TUTTO TRANQUILLO SUL FRONTE ORIENTALE

Bilancio della giornata campale di ieri…

Una marea di aggressioni sui social. Risposto a tutti o quasi. Stima: un migliaio di risposte. Tempo impiegato, un po’ di ore. Convinti, pochi.
Io li capisco. Deve far incazzare da mo

 

rire che ci sia qualcosa di fattibile senza segreti o frodi o amici-degli-amici. Perché se è possibile allora “io non to tentando, mentre forse dovrei”. Solo che “se tento mi devo fare un culo quadrato per la fatica”. Allora meglio dire “che lui è un impostore”, così evito tutta quella fatica.
Conosco bene questa dinamica. Perfino la comprendo. Mi fa anche tenerezza, perché è una difesa, è umana, sa di paure, debolezze, e noi siamo anche questo.
Ma non la posso accettare. Per mestiere, per missione, per scelta, per dignità, per orgoglio perché no… la devo contrastare. E così ho fatto. Tempo e verve ne ho, dunque nessun problema a farlo.
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Poi le telefonate.
Gente che non sentivo da una vita. Dagospia+Corriere nel linguaggio del mondo dove stavo 13 anni fa significa: “occhio…”.
E “Occhio…” vuol dire: “se questo fa parlare di sé in questo modo potrebbe essermi utile. Una telefonata non costa niente. Meglio farla adesso”.
Bravi. Quel mestiere si fa così.
Solo che con me non è facile, perché vi conosco, so cosa fate ogni giorno, come lo fate, perché lo fate, e lo so perché lo facevo anch’io, e anche bene.
Dunque so tutto prima ancora di rispondervi al telefono.
Difficile con me, almeno su questo terreno…
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Poi le richieste di interviste, tv, radio etc.
Quelle, vedremo. Il motto hollywoodiano “niente fa bene al successo come il successo” è sempre lì, validissimo. A me però non me ne frega niente. Questa roba arriva, fa il suo giochetto, poi scappa via. Se posso la uso, naturalmente. C’è la mia carne e il mio sangue nei miei libri, e poi ci campo, dunque se portano qualcosa, ben vengano. Però non dovunque e comunque.
Io ho il mio passo, non lo cambio di un millimetro. Ci ho messo tanto impegno a trovarlo, è il mio, mi serve, non cedo di una virgola.
Grazie al cielo sto sull’isola e dunque negli studi televisivi dove mi invitano non ci posso andare.
Meglio così. In un lampo lasceranno perdere.
Vi conosco troppo bene, amici miei… Voi invece non conoscete più me.
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Poi le paure. In tanti hanno arricciato il naso: “oddio adesso cambierà” “oddio tutto questo è in contrasto con quello che…”.
Ma voi davvero pensate che basti questo per mutare una scelta? Pensate davvero che per un boccone si possa cambiare strada? Strada si cambia quando si vuole cambiarla. E quando si vuole non serve nemmeno il boccone.
Vi rassicuro così:
oggi taglio fieno per ore.
All’orto alle 6 ci sono già stato.
Devo aggiornare lista di lavori qui: il muretto di pietra da costruire, la terra da spostare, le piante da interrare, le mensole da fare che F. non sa più dove appoggiare la roba.
E poi dobbiamo fare il pane, le focacce, c’è da iniziare a ristrutturare quei quattro sassi, vedremo…
Col mal di schiena, naturalmente (quello che da una pagina facebook non si comunica, non si avverte, e nemmeno su un quotidiano nazionale..) e male alla mano, che un poco è migliorata, grazie al cielo.
E tutto avverrà dopo la sessione di studio e di scrittura, come ogni mattino. Cioè sarà il solito giorno della mia vita, quello non casuale, semmai terminale di decisioni grosse (per me), cioè quello scelto, voluto, a cui tengo fede perché “tener fede alle scelte vere rende vere le scelte”.
Il marinaio o è per rotta o è fuori rotta.
Se ha coscienza della meta, se davvero vuole portare la prua laggiù, proseguirà….
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In sintesi.
Tutto tranquillo sul fronte orientale.
Il Mediterraneo se la ride delle frivolezze. L’isola sogghigna. Oggi il sole sarà alto e forte, dopo il passaggio depressionario d ieri. Un’altro lento, assoluto, ruvido e incredibile giorno del mediterraneo. Vedete nella foto come sta nascendo. Potete immaginare come finirà.
E io qui sto. Ringrazio quel che arriva. Ci giocherello te
E tutto, sempre, diventa ciò che è. Cioè quello che, visibile o meno che fosse, è sempre stato. Perché se lo diventa, vuol dire che era così, e dunque ora lo diventerà.nendolo tra le dita. Poi lo poso sul tavolo azzurro. Mi distraggo. Me ne dimentico.
Conta sempre la realtà.
Questa.

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Qui sotto il pezzo sul Corriere di ieri, quello che ha scatenato l’inferno…

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