Esperienza creativa del riciclo, del riuso, del cambio di funzione, del recupero con materiali che vedo gettare via e che invece sono preziosi, oltre che belli. Dunque giorni utili, di solitaria e comune industriosità, piccola fatica, realizzazione. Risparmiare vuol dire fare da sé, il che implica il doppio risparmio di non dover comprare ciò che ci serve e di divertirsi creativamente senza spendere. Ma ce n’è un altro: la soddisfazione di poter dire “l’ho fatto io, come piaceva a me”, che è esperienza della personalità, dell’intelletto, coscienza. E poi un altro ancora: la produzione di valore, cioè realizzazioni che potresti anche vendere, o farne regali senza dover comprare oggetti insulsi.
E’ il reciproco dell’Ikea, se volete, cioè la controcultura: opporre al low cost omologato e industrializzato (che rende le case tutte uguali, come se chi vi abita fosse la stessa persona) il “costo zero inimitabile”, dunque solo vostro. Con le mani si fa politica, in quest’epoca, come con l’emarginazione progressiva tendenziale del denaro. Anzi, si fa l’arte più raffinata del presente, la più necessaria: la psicopolitica, cioè ci si cura l’anima mentre si sostiene un’idea valevole come modello, passando come sempre per l’azione.
Siamo il disastro sociale che siamo soprattutto per nostra inettitudine. Finiamo col dire o proporre a noi e ad ad altri soluzioni insensate per la nostra vita perché non sapremmo mettere insieme un legnetto trovato sulla spiaggia e una pietra levigata dal mare, legarli con uno spago, farne un regalo amoroso che testimonia creatività, pensiero dell’altro, esclusività.
Sentite me: ognuno che guardandosi intorno vedesse una casa brutta, banale, priva di personalità, non dovrebbe andare ai grandi magazzini, e neanche dallo psicologo, ma chiedersi cosa c’è che non va nella sua mente, nel suo cuore, domande semplici come: “Perché sono brutto?”, e subito dopo mettersi a lavorare.