Assaporare

Venditore di sottaceti

Un angolo de La Città, dove essere sereni

 

Poco fa mangiavo una buona insalata, e mi struggevo di pensieri. Istanbul sfiatava lieve fuori dalla finestra aperta di questa improvvisa primavera. Un nave sul Bosforo, qui di fronte, lanciava il suo stanco lamento di sirena. D’un tratto ho pensato che dovevo assaporarla quell’insalata. Dovevo sentirla tra la lingua e il palato, nei lati della bocca, godere della sua freschezza mentre la deglutivo, la facevo scorrere sul palato molle, la inghiottivo mentre nella bocca finivano il loro affresco il peperoncino, il taramà, l’olio, la soia, l’aceto dei cetrioli aromatizzati. Ho chiuso gli occhi, ho cercato di rendere onore a quello che stavo facendo, senza bistrattarlo, senza tradirne il senso, distrattamente, pur nella mia nuova e forte consapevolezza.

Lavoro al computer da stamani, poi sono uscito per un’intervista fino all’Istituto Italiano. Ho scritto molto, tre resoconti, un documento concettuale sul Modello del Mediterraneo a cui sto lavorando. Ho cercato di tenermi impegnato tutto il giorno. Tra poco cucinerò la cena. Di oggi, tuttavia, ricorderò quel boccone di insalata. Un boccone sapido, sentito, che non mi si è infilato nel corpo di soppiatto, l’ho colto, non l’ho perduto. E in quel momento, per un istante, sono stato totalmente sereno.

(non bisognerebbe mai aggiungere qualcosa dopo aver scritto un post. Ma sto sentendo questa canzone… Bellissima: https://www.youtube.com/watch?v=ktClVtDxBOw)

Share Button