Un giorno

Natura - se viva o morta questo non saprei

Una giapponese alta 1.60 che vince l’oro battendo le sue ali armoniose nei 200 farfalla; un’insalata di patate, ananas, noci e cetriolo con maionese modificata al wasabi e prezzemolo; due capitoli, stamattina, neppure brevi, un po’ cappa e spada, belli; lo sfinimento a folate, la pancia soprattutto; 70 anni oggi dal bombardamento atomico di Hiroshima, i ricordi e l’impressione che mi fece quando la vidi nel 1986; la crisi di profonda solitudine di Dragut nel 1550, tutti che gli voltavano le spalle, stronzi e opportunisti (ma anche lui non era un santo); le sei pagine di ‘Un uomo temporaneo’ rilette prima di iniziare, alle 6.00; il barcone capovolto nel Canale di Sicilia, con tanti morti, non sapremo neppure mai quanti, figuriamoci i loro nomi; i pensieri torvi di ieri a fronte del nuovo e paradossale pensiero di oggi; le melanzane innestate che crescono molto bene, a giorni pronte da mangiare; la quarta frazione assolutamente esaltante della Pellegrini nella staffetta 4×100 femminile, e splendida medaglia d’argento; l’aria immobile del mattino, il fresco sotto l’incannicciata nuova; tre email commoventi di lettori, che avrei voluto abbracciare; il silenzio della controra, a leggere; le mie lacrime e quel mio sorriso; un vaffanculo detto a voce alta.

E il giorno che sfinisce nella sera, adesso.

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