Neppure ladri

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Rubatevi pure questa: tartara a dadoni di dentice.

I ladruncoli. Tra le tante categorie umane, stasera vi parlo di loro (di noi?). Nel caso ci riconoscessimo, non dobbiamo dispiacerci troppo: basta sapere chi vogliamo essere e quanta ne abbiamo da spendere. Del resto, non si è a caso, si è quel che si vuole essere.

I ladruncoli sono dovunque. Non sono ladri, perché il ladro ruba sapendo di rubare, ha deciso la sua via, si comporta di conseguenza. La refurtiva la vende, non la usa, perché non vuole somigliare a voi, vuole soldi per essere più agevolmente se stesso. I ladruncoli sono solo piccoli roditori della vita, animaletti affannati che ti sottraggono una parola sconosciuta, ma bella, che utilizzeranno alla prima occasione, sembrando quello che non sono. Ti avvicinano, si mostrano amichevoli, entrano nella tua casa, raccontano che ti conoscono, s’infilano nella tua scia, si fanno trainare, condurre dove mai sarebbero giunti, ma dove sapevano bene che era bello andare. Prendono senza posa, senza requie. Rubano (credono di rubare) il tuo modo di pensare, il tuo modo di reagire. Si specchiano, fanno bilanci tra ciò che funziona e ciò che vedono funzionare meglio, mutano come proteine, si evolvono (credono di evolversi) fino a sembrare quello che non sarebbero mai stati. Imparano a memoria le definizioni, i tempi, le nozioni, gli approcci, le mosse disinvolte, e dove proprio non sanno simulare impapocchiano, che è comunque meglio di quello che erano. Sfruttano case, appoggi, informazioni, relazioni che non sono loro, che non avrebbero mai saputo costruire, condannati allo scippo, al furtarello con destrezza, alla patacca. Poi se ne vanno, pensando che non ti sia accorto, credendo di non essere stati beccati, in cerca di qualche mediocre per potergli vendere ciò che non sono, ciò che a un essere di media qualità non sembreranno mai.

Soprattutto, non danno. Ricordando, non sapresti dire cosa hanno offerto, portato in dono disinteressato, donato a fondo perduto. O cosa hai imparato tu da loro, o se un giorno, per caso, ti hanno insegnato qualcosa. Se ti osservi, dopo il loro passaggio, non fai nulla, non dici nulla di quello che facevano e dicevano loro, mentre loro s’affannano a scimmiottarti. Semmai metti una mano in tasca e scopri che qualcosa manca. Miserie, beninteso, spiccioli di monete fuori corso, ormai inutilizzabili, perché quello che di valore potevano davvero prendere, lo hanno lasciato. Ladri ignoranti che, in casa tua, invece del quadro di Picasso che hai sul muro guardano la mensola, attratti dall’orologio di plastica che tu non usi più da anni.

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