Musica

Amo molto la musica. L’ho studiata due anni, insieme al pianoforte. Ero piccolo avevo dieci anni. Per quei motivi insondabili di quando si è bambini, non mi iscrissi al terzo anno. Un rammarico enorme per me.  Forse l’unico vero rimpianto della mia vita.

Ma l’ho sempre ascoltata tanto. Prima su una macchina con roulotte che andava a zonzo per i Balcani con Battisti a tutto volume. Poi a casa, dai Genesis ai Queen, i due grandi amori dell’adolescenza. E poi i Rush, i King Crimson, i Japan, la grande musica italiana d’autore, i Dave Matthews Band (il mio gruppo più amato). Da ragazzo, per anni, ho ascoltato e riascoltato il Concerto in Re minore per violino e orchestra di Tchaikovsky, diretto da Lorin Maazel, con Gidon Kremer al primo violino (1980, Deutsche Grammophon). Quel concerto lo posso cantare. La partitura del violino solista la conosco nota per nota. Poche cose mi hanno rapito così, nella vita. E per anni….

Ho ascoltato di tutto, per decenni. Oggi invece, anche grazie alla Rete, faccio ricerca musicale mirata. Per un anno intero, magari, sul jazz etiope, come è avvenuto tra 2021 e 2022, o come nel 2023 sul jazz mediterraneo, soprattutto arabo. Cerco sintonie precise, quasi sempre mediterranee (a parte DMB), e le trovo in Avishai Cohen, in Anouar Brahem, o in Jasser Haj Youssef, Paolo Fresu, Ibrahim Malouf.

Un giorno ho sentito che il grande amore verso la musica doveva essere vissuto da dentro. Volevo scrivere per la musica,  cimentarmi con la scrittura poetica legata a lei. È successo quando ho incontrato un caro amico musicista, Marcello Ferrero. Gli ho proposto di scrivere insieme una canzone. Solo che non ci siamo limitati a una…

E guarda QUI com’è andata a finire.

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