Dovrei…

“devi evitare le interviste sui giornali di Berlusconi; non devi andare in televisione; dovrebbero farti parlare di più nelle interviste, in televisione; devi parlare meno dei tuoi romanzi, che è pubblicità; devi vivere ritirato; devi farti vedere di più; devi scomparire, perché se uno cambia vita non lo devi vedere più; devi parlare solo di mare; solo di cambiamento; non devi parlare solo di mare e cambiamento! non devi parlare di cose diverse, che altrimenti fai il tuttologo; non devi parlare, che le cose si fanno e non si dicono; non devi rispondere ai post nei blog; devi rispondere di più ai post; devi rispondere a tutti; a nessuno; devi venire a presentare i libri anche dove vivo io; non devi presentare i libri; non dovrebbero pagarti il viaggio quando vai a presentare; però se non te lo pagano vuol dire che sei ricco; non devi mai scrivere sul Fatto; sul Fatto va bene, ma sul Corriere no; non devi rilasciare interviste al Giornale; non devi avere la barca, che è da ricchi; se l’hai comprata e si è pagata lavorando allora non vale, non è libertà; non devi lavorare come skipper, che altrimenti hai solo cambiato mestiere; non devi avere la casetta col giardino, perché se uno critica il sistema poi non può avere la casetta col giardino; devi avere il giardino più grande, per fare un orto enorme; i tuoi libri non dovrebbero avere la fascetta “dall’autore di Adesso Basta”; non devi dire che fai le sculture, che altrimenti si vede che le vuoi vendere; non devi avere la macchina grossa; non dovrebbe essere a gasolio; devi avere un vecchio furgone scassato; non devi avere la macchina; dovresti andare a piedi; in bicicletta; col filobus; non devi bruciare legna, che inquina; devi evitare il gasolio, brucia la legna; dovresti essere sposato e avere figli, altrimenti non puoi capire; non dovresti essere del Milan; non dovresti essere un tifoso; non dovresti fumare; dovresti fumare ma farti almeno le sigarette da solo; dovresti fumare poco; anche se fumi di più va bene, tanto moriamo tutti; non dovresti dire che tutti possono; devi rassicurare che tutti possono; devi rassicurare me, sono io che voglio sapere se posso! devi ammettere che per gli operai è impossibile, “lo dico anche se io non faccio l’operaio”; devi essere buddista, si capisce da quello che scrivi; dovresti essere cattolico, perché si capisce che invece non lo sei; sei sicuro che non sei gay? dovresti esserlo; dovresti credere in Dio; non dovresti credere in Dio; dovresti leggere Terzani, Agosti, Grillo; dovresti votare il Movimento Cinquestelle; non devi votare il movimento Cinquestelle; non devi votare; dovresti fare politica; guai a te se fai politica; dovresti andare da Fazio; non dovresti andare da Vespa; dovresti avere una Vespa; dovresti venire a vedere cosa abbiamo fatto qui; dovresti andare da loro, a vedere cosa hanno fatto lì; non dovresti muoverti da dove stai; dovresti andare via dall’Italia; dovresti parlare male dell’Italia; non dovresti mai parlare male di niente e di nessuno; male quella cosa, molto male…”

Uffh… Che fatica

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158 pensieri su “Dovrei…

  1. Ognuno di noi ricorda le cose semplici dei nostri nonni.
    Il calzolaio che ama l’opera, i contadini che sfornano il pane.
    Una delle feste più belle da noi era quella della tosatura.
    Era il mese di maggio. Gli uomini in campagna tagliavano la lana alle pecore e le donne preparavano un pranzo indimenticabile.
    Culurgionis, malloreddus, civraxiu, maialetto arrosto, agnello e tanti dolci.
    Ci si divertiva con poco.
    Quando andavo dai nonni per il Natale, le donne della famiglia avevano già preparato i malloreddus ed io li trovavo disposti sul tavolo ad asciugare.
    Amavo, anche tuttora, la pasta cruda e li prendevo a farrancarasa, cioè a manciate, di nascosto dagli adulti.
    Mia nonna sapeva ma ogni volta esclamava sorpresa: ma questi gnocchetti spariscono da soli?

    Che belli quei Natali.
    Si passava il tempo con le cugine a mettere due foglie di ulivo sopra la brace nel camino.Ad una si attribuiva un nome maschile all’altra uno femminile.
    Se scoppiettando si avvicinavano, era il presagio che i due si sarebbero fidanzati, se si allontanavano invece no…
    @Giada: stasera ho acquistato il libro Il linguaggio segreto dei fiori. L’ho tenuto tra le mani come un tesoro. Amo i libri, sfogliarne le pagine, sentire il loro profumo. Appena l’avrò terminato ti farò sapere cosa ne penso.

    Buonanotte compagni di viaggio

    Carla

    • io ho dei ricordi, belli, e anche brutti. ho memoria di quello che andava meglio, e anche di quello che non andava. Intendo dire che mentre godo dei bei racconti e dei bei ricordi, non mi soffermo troppo a guardare indietro. le scene più belle, ne sono certo, stanno ancora arrivando.

  2. Silvana, vieni qui, dai, muoviti e racconta parte dei tuoi ricordi legati ai nonni.
    Dai che sei abile nello scrivere.
    E allora! Forza cinquantenne arrugginita, che più che sbadigliare non fai!
    Non è che sei cresciuta a merendine confezionate,eh?
    Pappamolle che non sei altro, sveglia!
    Confido in te, e sai a cosa mi riferisco…
    VALE

  3. Urka!
    Mi è venuto in mente anche la trebbiatura del grano a giugno, gran festa paesana, la vendemmia a settembre, un anziano del paese molto abile nel creare innesti alle piante da frutta, la raccolta dei funghi sempre ad ago/ sett, il maiale in macellazione, la pesca nei torrenti:
    ricordi memorabili…
    ciao
    vale

  4. Mia nonna paterna è ancora viva, classe 1925, 86 anni (a gennaio 87) ottimamente portati.
    E’ ancora in forma, vivace e… allegra.
    Ma un’allegria che ha superato tantissime prove nella vita, tutto, ma veramente di tutto. Di famiglia poverissima calabrese, viveva a Serra San Bruno, un paese a circa 900 metri di altitudine sulla Sila, in una casa (beh, poco più che un monolocale) in cui vivevano in 10 (8 figli più padre e madre).
    In quelle condizioni che oggi sarebbero definite di estrema povertà ha gettato le basi per un carattere indistruttibile.
    Mio nonno paterno, il suo futuro marito, classe 1917, da bambino (3-4-5 anni) se ne usciva di casa per andare a raccogliere i granchi al mare sensa lasciare traccia, a Brindisi, facendo preoccupare tutti. Chissà com’erano queste città di mare nei primissimi anni ’20…che atmosfera si respirava, che sole, che silenzio, che profumi di terra e di mare. Poi si trasferì a Venaria (TO), da ragazzino, e lì faceva l’amore con tutte le ragazze (era un bel giovane, un gran conquistatore) che voleva.
    Sportivo, ciclista e pugile, povero ma bello, intelligente ed egoista, ma buono.
    Poco prima che iniziasse la guerra aveva cominciato il servizio militare… partì che non aveva neanche vent’anni e tornò quasi 10 anni dopo, un uomo ormai. Prima fu catturato, venne portato in Africa, poi gli ultimi tempi in Inghilterra. Si innamorò di una bella inglese ma l’amore per i genitori e la sua patria lo spinse a tornare in Italia e qui conobbe e sposò mia nonna.
    Insieme diedero alla luce mio padre, classe 1949. Quando lui era bambino erano piuttosto poveri. Si viveva con poco, pochi i giocattoli, spesso poco anche il cibo. Ma non ho mai sentito mio padre lamentarsi di qualche depressione, di infelicità, o cose simili. Era un bambino allegro, semplice, pestifero, che andava a scuola con i pantaloncini corti anche d’inverno e gli piaceva così. E a Torino, negli anni ’50, in inverno nevicava come si deve, non quei 3 cm paciugosi mescolati a PM10…
    Poi negli anni ’60 le cose cambiarono. Il benessere arrivò anche per loro, entrambi i genitori al lavoro e, all’inizio del decennio successivo, anche mio padre iniziò a portare a casa i primi stipendi. Lui mi racconta che se un lavoro non gli piaceva dopo una prova, non c’era alcuna difficoltà a trovarne un altro.
    Le persone per strada si salutavano e le auto non erano ancora moltissime. C’era ancora molta gentilezza e rispetto reciproco.

  5. Si, proprio emozionanti tutte queste storie di vita di altri tempi.
    Anch’ io come tanti ho avuto i nonni contadini, le 2 nonne non hanno mai visto il mare, ricordo vagamente una delle due, quella emiliana, che ci preparava merende fatte di pane cotto nel forno a legna e marmellata preparata in casa.
    Aveva im materasso fatto di foglie di granturco ed una coperta imbottita di lana di pecora, usava le braci nel letto per riscaldarlo, sapeva fare di tutto manualmente e conosceva molte filastrocche e detti popolari, saggezza di gente umile.
    Ero un bimbetto, scene di 45 anni or sono, genuinità, sorrisi e tanta buona volontà accompagnavano la quotidianità di questa gente.
    Purtroppo molti hanno la memoria corta,dimenticano le loro origini e si lasciano travolgere dal progresso sfrenato.
    Vorrei ricordare anche tutte quelle vittime legate alle guerre ed al fascismo.
    Mia madre, bambina, scampò per miracolo ad uno scoppio di granata, ha ancora le cosce piene di schegge e 2 dei 4 amichetti presenti morirono dilaniati.
    Che veramente riaffiori spesso un vivo ricordo delle ns origini al fine di affrontare momenti difficili con coraggio e determinazione.
    Vale

  6. Grazie per l’ aneddoto Carla, e grazie pure anche a Fabio per il suo. Sono soprattutto questi interventi che mettono un po’ di carne sul fuoco e ci permettono di riflettere.
    Penso che non sia un problema nella crescita di un bambino/ragazzino la mancanza di uno smartfone o del nintendo ds. Anzi in fondo questi costituiscono un surrogato di altri più interessanti stimoli da ricercare. Ho sempre ascoltato negli intenti di chi stava per diventare genitore la profonda convinzione che i suoi figli non li avrebbe lasciati parcheggiati davanti alla tv, al pc, o altro, manco per mezzora al giorno… poi hanno in seguito scoperto che avevano meno energie di ciò che supponevano, che necessitavano anche di un minimo di tempo da dedicare alla coppia, ecc. e si sono lasciati un po’ andare ai compromessi.

    Per i semplici battibecchi (e non intendo per le discussioni argomentate anche aspramente) vorrei suggerire ai più risentiti commentatori del blog di incontrarsi di tanto in tanto in una chatroom e quindi sfogare lì i reciproci dissapori personali che poco incuriosiscono i lettori.

  7. Carla il tuo racconto è di quelli che accendono i ricordi.
    Mi hai riportato a trent’anni fa… a quando mio nonno, con la tv spenta ed il caminetto acceso, mi raccontava le storie della seconda guerra mondiale, catturato in battaglia dopo l’8 settembre e prigioniero in un campo di concentramento in Germania, e di come si era salvato grazie alla lirica. Era un eccellente tenore e conosceva tutte le romanze più importanti di Puccini, Verdi, Rossini, Donizetti…
    Un giorno un gerarca nazista lo senti cantare “Una furtiva lagrima”, mentre teneva appoggiato sulle gambe il corpo di un ragazzo giovane, che non ce l’aveva fatta. Quel gerarca si commosse e lo portò via dalla baracca.
    Diventò così una specie di menestrello della mensa ufficiali, una sorta di juke-box ante-litteram.
    E lui cantò, cantò ogni giorno ed ogni sera di quel periodo drammatico in Germania, sino alla liberazione nel 1944, e poi continuò a cantare per tutta la vita, in una piccola corale di paese, con tutti che gli dicevano che avrebbe meritato ben altri palcoscenici ma lui preferiva così, lui era umile, diceva che era meglio essere considerato bravo in un contesto semplice e non competitivo… piuttosto che mediocre tra gli eccellenti.
    Continuò sino all’ultimo giorno della sua vita a risuolare scarpe (era calzolaio) e mentre incollava e imbullettava le suole cantava.
    Io me lo ricordo così, in bottega, con una scarpa in mano, mentre intonava una delle sue arie preferite, “Recondita armonia”.

  8. Anche io ho avuto dei nonni simili ai tuoi, Carla.
    Mia nonna non sapeva nemmeno contare i soldi…per questo quasi tutti i pomeriggi, verso le 5, mi chiamava nella sua stanza e mi pregava di contarglieli…
    Purtroppo quella generazione sta scomparendo. Tra qualche anno i nonni saranno tutti super acculturati e informatizzati.
    Per questo, noi che abbiamo dei figli e che abbiamo “vissuto” tanta semplicità e ingenuità, abbiamo il dovere (e il piacere) di far loro capire ed apprezzare le cose semplici della vita.
    Un caro saluto
    Giada

  9. Carla, stupendo.
    Ho sentito il bisogno di dirtelo.
    Mi ha ricordato il mio nonno contadino, con il suo volto di creta, le sue braccia lunghe, le sue mani gentili e quel sorriso muto, a volte un po’ sardonico.
    Diceva sempre, quand’ero bambino, che avrebbe voluto campare per vedere che cosa sarei diventato.
    E’ mancato tanti anni fa.
    Ed io oggi gli direi che vorrei tanto essere capace di diventare come lui.

  10. Le parole del nonno di Fabio mi hanno riportata indietro nei ricordi, ai giorni della mia infanzia quando andavo a trovare i nonni nel piccolo paese di montagna.
    Appena arrivavo la mia nonna mi accoglieva gioiosa: “Vieni, figlia mia, ti ho preparato la minestra.”
    Il mio piatto preferito.
    I miei nonni non mi hanno mai fatto regali materiali.
    Ma il ricordo di quella minestra, preparata con amore, mi accompagna ancora oggi.
    Mio nonno era un pastore. Aveva greggi di pecore e di capre. Aveva i maiali e coltivava la vite e l’ulivo.
    In casa loro non mancava mai il cibo.
    Non avevano il pc, nè la televisione.
    Quando regalammo loro la nostra dopo averne acquistata una nuova, sorridevo quando mia nonna salutava le annunciatrici convinta che anche loro la vedessero.
    -Nonna, le dicevo, loro non ti sentono.
    -Come, no?-Mi rispondeva. Vedi che mi sta sorridendo?
    E si preparava, prima di accendere la televisione, come se dovesse andare a teatro.

    Mia nonna non ha mai viaggiato.Non sapeva parlare neanche l’italiano, ma solo la sua lingua, quella che aveva imparato da bambina, il sardo.
    Ma era felice.

    Vendeva il latte che suo marito e i suoi figli mungevano all’alba.

    Mi raccontò una volta che spesso andavano da lei persone che con umiltà le dicevano che avevano bisogno solo di mezza bottiglia di latte.
    Mia nonna sapeva che in realtà non era così. In un piccolo paese si sa tutto di tutti.
    Lei riempiva la bottiglia e chiedeva il prezzo della metà.
    Il giorno dopo le pecore, durante la mungitura, raddoppiavano la produzione di latte.
    Non è fantasia.

    Pochi giorni fa mi sono sentita povera perchè non potevo comprare la ds a mio figlio.

    Le parole del nonno di Fabio mi hanno costretta a riflettere sul significato della parola povertà.

    Ho una bella casa di proprietà,una casa in montagna, una macchina, due televisori, un pc, l’abbonamento a Sky, la play, la wii,lo stereo, un lavoro part time da € 1300,00 per 14 mensilità, posso dedicarmi alle mie passioni, andare fuori ogni fine settimana…

    Grazie Fabio.
    Mio figlio non ha bisogno della ds. Gli rimarrà di più il ricordo di un piatto preparato con amore.

    Ancora oggi, quando parto per raggiungere il paese dei miei nonni, osservo il paesaggio attraverso il cristallo della mia auto e, curva dopo curva, divento sempre più felice.

    Buona giornata, naviganti

    Carla

    • che bello leggere quel che racconti carla. rinfranca dopo un eccesso di comunicazione inutile e rumorosa. mi piace leggere le storie, soprattutto così ben raccontate. ciao e grazie.

  11. Ciao Simone. Ho divorato i tuoi libri. Ti considero un grandissimo. Come tutti i grandissimi, ti esponi ad attacchi e venerazioni. Che pena, mi fanno…!
    Io non giudico. Non sono titolato a farlo. Mi limito ad apprezzare il dibattito che hai scatenato sul DS, fuori e dentro di noi. E questo, per me, è già sufficiente a collocati, insieme a Mauro Corona (altro grandissimo che stimo quanto te) tra i colossi della contemporaneità. Mi spingo però ad una riflessione (o domanda, vedi tu): ho la netta impressione che tu sia destinato a morire assassinato dall’Idea che hai alimentato e diffuso.
    Sappiamo bene entrambi a cosa mi riferisco.
    Ho apprezzato la tua scelta di evitare banner promozionali, sul blog. Ma quello era il vagito del Mostro. Il Mostro ti divorerà, che tu lo voglia o no. Forse, lo ha già fatto.
    Essere autentici, è la vera sfida. E il mondo, che noi lo vogliamo o meno, non ce lo consentirà. Mi spiace. Finché è durato, è stato bello. In bocca al lupo, comunque.
    Andrea

    • CrazyHeart ciao. Grazie della stima. Non sai quanto è importante il feedback dei lettori per uno scrittore. Non morirò divorato da niente, tranquillo. Ho qualche vantaggio sul sistema che dovrebbe fagocitarmi: lo conosco, so come opera, so cosa accade mentre ti spiega altro. Proprio in questi giorni con Paolo Ermani (autore del bellissimo “Pensare come le Montagne” ed Terra Nuova) abbiamo incrociato le spade duramente sul tema comunicazione. Lui sostiene che la tv sia il diavolo e dunque non va in tv a promuovere i suoi libri. Io invece sostengo che un mezzo non può essere il diavolo, dipende chi e come lo usa. L’energia nucleare è il diavolo? La bonba atomica è il diavolo, non l’energia!
      Non sono uno che usa l’eroina della comunicazione sostenendo (e sbagliandosi) che tanto smette quando vuole. Io me ne sto vicino al timone, guardo a prua, tengo il timone al centro, non cambio le mie rotte, so cosa devo fare per stare bene, per essere in equilibrio, e cerco di farlo. Vedremo se ci riesco. Ma certo non mi faccio fregare dal Sistema così facilmente. Parlavo anche con Mauro Corona l’altro giorno, per telefono, e mi sembrava ben ludio anche lui. “Troppi impegni” mi ha detto. Buon segno. Io avevo smesso con tutte le presentazioni da un paio di mesi…

  12. Eddai, Silvana, puerca la vaca!
    Ma cosa “hai addosso”?
    Si, è bello scherzare ma non sempre si è compresi, se poi si sconfina si rischia di creare confusione.
    Sono in prima fila a far casino, di questi tempi però c’ è gente che non ne ha voglia o non gradisce.

    Sei molto abile nell’ esprimerti ma spesso calchi la mano ed esageri.

    So che mi risponderai scrivendo che non te ne importa nulla, ma se te lo ricordo ci sarà un perchè…

    Confido in una calmata che non ti darai mai, visto come sei combinata, pazienza, almeno ci ho provato.

    Forza, rialza il livello di confronto, visto che sei così “brava”!

    Ciao rompiballe che non sei altro,
    mi raccomando non ascoltarmi, testarda!
    VALE

  13. ..invece guarda Silver cara, che quando qualche post scorso ci dilettavi con giochi di parole o bisticciavi con altri utenti eravamo tutti attaccati al monitor..io ho preso ferie per seguirti in real time e non perderti neanche un secondo…

    Io sarei un po più umile e ragionerei sul fatto che se Simone Perotti ha creato un blog è per avere un dialogo leggermente più ampio che un discorso a due…e te in tale blog vali un x millesimo tanto quanto me..
    …riguardo gli uomini che pensano solo a fighe e calcio non preoccuparti, su internet loro non pensano al downshifting, al massimo cercano le ultime foto della Satta o l’ultima news di Men’s Health su come scolpire gli addominali…tanto quanto le donne tutte Yoox e Sex and the city…

    Buona serata

  14. Uff, perché non conto mai fino a 300? Perotti, mi tocca chiederti scusa, che umiliazione: devo fare anche una penitenza o bastano le scuse?

  15. Ma bene. Siamo alla censura. Perotti, ti sei rincitrullito completamente? Non ne avresti bisogno, di questi mezzucci, ma dalle tue frequentazioni comincio a non meravigliarmi più di tanto. Sarà l’effetto facebook: da bucaniere a facebookaiolo, siamo in picchiata vertiginosa, direi.

  16. Caro Perotti, volevo capire con te se il tuo blog o casa Perotti come la definisco in maniera confidenziale è sempre uno spazio di confronti e di commenti su tematiche varie da te proposte o meno.

    Ho bisogno semplicemente questa conferma da parte tua, grazie.

    Riguardo il pensiero su VASCO ROSSI non vedo cosa ci sia di strano: è chiaro che ci siano moltitudini di fan e gente che no lo sopporta.
    Parlare di odio nei confronti di un cantante mi sembra esagerato, però…
    Saluti
    vale

  17. I commenti recentemente mi sembrano un minuetto settecentesco: inchini, piroette, smorfiette, parrucche, scarpini e sottogonne; Miss senz of humour dispensa ricette di vita e di crisi e blatera a casaccio del più e del meno, con la collaborazione di chi si presta a risponderle. Il gestore del blog annuisce blandamente o redarguisce stancamente, palesemente impegnato a fare altro, si immagina molto più gratificante per lui. E ci credo, vista la noia mortale: ho sentito i miei neuroni che si chiedevano quale fosse il modo indolore per suicidarsi velocemente. Bah, sarà il fatto che leggo meno a farmi notare la differenza o i commenti erano molto più brillanti, sei mesi fa, per dire? Dovrei andarmeli a riguardare, ma penso che la recente atmosfera parrocchiale incida non poco. Sembra di essere ad una pizza tra donne, da un momento all’altro mi aspetto consigli su come curare le ragadi del neonato o rievocazioni del parto ricche di dettagli terrificanti. Maschietti, mettetevi a parlare di gnocca e di sport, così siamo a posto. Intanto, vado a rimettermi a posto la mascella: mi si è slogata durante l’ultimo sbadiglio.

  18. Ieri sera ho seguito la conferenza stampa di Mario Monti e ministri.
    Mi sono piaciuti, perchè sono persone serie e che hanno mostrato molta umiltà. Poi sono sobri.
    Peccato che non ci governeranno loro, ma l’Europa e loro dovranno concretizzare le richieste.
    Monti ha detto più o meno così: “Io non farò mai nulla che non sia in sintonia con lo spirito dell’Europa”. Ho sperato che si riferisse all’Italia, ma ha detto proprio Europa…

  19. Leggo sulla pagina fb di Vasco Rossi: “” La rete è giusto che sia libera. Quello che mi ha sconvolto è che credevo che tutti mi volessero bene ed è stato un bagno d’umiltà ricordarsi che c’è anche gente a cui Vasco Rossi sta antipatico, che non lo sopporta, quindi ha ragione a dire quello che vuole. Poi ho pensato: non c’è personaggio che può essere così odiato e amato come il cantante, amato alla follia o odiato in modo spaventoso solo perchè ha scritto delle canzoni…Quando l’ho capito mi son detto: va bè, sai cosa faccio? NON VADO A LEGGERE I COMMENTI.”

    interessante…

  20. Temo si stia facendo confusione, ragazzi.
    La crisi è chiaramente dettata da una serie di dati inequivocabilmente negativi.
    Sono i numeri che testimoniano l’ andamento generale e la matamatica non è un’opinione.
    Probabilmente esistono anche forzature politiche e non solo, che lavorano sottobosco.
    Il mondo della finanza è malato e drogato, esso è strettamente legato alle borse, le borse alle multinazionali quotate e via scendendo a catena fino a toccare posti di lavoro ed infine l’ economia delle famiglie.
    Le grandi ricchezze si stanno spostando ad oriente, tanto è vero che gli HNWI aumentano in modo significativo, eccetto che in Italia.
    In questo disastro globale i benestanti e ricchi sono coinvolti solo marginalmente, a testimonianza del fatto che a pagare è solo la gente comune.
    Per quanto riguarda il sistema pensionistico, esistono simulazioni matematiche che lo ritraggono fallimentare tra 25 anni circa.

    Vado a bermi un caffè al guaranà,
    sara meglio và…

    Buona giornata
    VALE

  21. … e infine ci siete arrivati! Ricordi, Simone (o anche questo non lo ricordi…?), e tutti, che già tempo fa avevo scritto che la “crisi” era tutto un imbroglio, una manovra studiata a tavolino…, e che voi ci eravate cascati (non io)?
    E che il mio dissenso ai vostri (prematuri) festeggiamenti era solo perché, come dicevo, io volevo, più saggiamente, aspettare che la pioggia tanto attesa, dopo tanta siccità, non si trasformasse in devastante alluvione…
    Ero stata stracriticata per tali mie tesi, che ritenevate tanto inadeguate (!).
    Be’, mi pare che il tempo mi stia dando ragione…

  22. Stavo per scrivere anch’io quel che pensa Fabio: qui non è questione di fare voto di fedeltà a partito preso.
    Un’idea buona può uscire anche da una testa di cazzo e un’idea brutta da un mito.
    Non ci sono ideali o persone che li incarnino più importanti di noi, non per megalomania ma perché l’idea che passa in noi dà il risultato. L’idea in sè non conta nulla. E non ci sono opinioni più importanti di quelle che, alla fine, con l’esperienza, ci facciamo noi.

  23. DOVREI…
    Si, dovrei comprendere la replica di angelodivi che si rivolge al mio ultimo scritto.
    “Tu continua a farti i c… tuoi, come hai sempre fatto”
    Chissà cosa intenderebbe affermare?
    Che gente: incomprensibilmente curiosa.
    Boh…
    Si, è proprio il bello della “diretta”, più che casa Perotti, mi sembra un porto di mare
    ove chi passa dice la sua e se ne và.

    Gentile signore(ma non troppo), il mio culetto è ben parato, i c… sono suoi da schivare (se ci riesce), altro che dx o sx.

  24. Ciao a tutti, finora ho seguito il blog da semplice lettore, ma vorrei approfittarne per dare il mio breve contributo, raccontandovi una scenetta “aziendale” recente, esemplificativa dell’epoca contraddittoria in cui viviamo.

    Importante multinazionale IT (con filiale italiana “commerciale”), assemblea sindacale, annunciati una ventina di tagli, per ora figure amministrative, ben presto altri ruoli più “centrali”.
    Soliti messaggi “scandalizzati” su globalizzazione distorta, mancanza di etica del lavoro, persone trattate come merce, insomma le solite cose che sentite in TV quando si parla delle varie aziende di tecnologia che mandano a casa ingegneri, laureati specializzati, ecc..

    Il bello sapete qual e’ ? Che la settimana prima in quella stessa sala si parlava di messaggi marketing più efficaci per vendere al meglio le ultime tecnologie: in primis consentire il taglio dei costi di gestione IT delle aziende clienti, che per il 90% vuol dire far mandare a casa sviluppatori, amministratori di sistema, operatori di data center..

    Mi chiedo, ma chi oggi viene tagliato pensava di lavorare in una fondazione di beneficenza ? Non ha mai immaginato quante migliaia di posti di lavoro sono finora stati eliminati grazie al loro lavoro ?

    Non domandarsi la coerenza “etica” del proprio lavoro è moralmente colpevole. Lamentarsi quando poi la scure arriva su se stessi è quantomeno ipocrita..

    Saluti a tutti..

    • Joe, ciao. quello che scrivi è verissimo, ma è molto raffinato per il pensiero comune. Chiedersi le conseguenze del lavoro è cosa da ultimi stadi evolutivi, non certo una cosa banale. Io condivido quel che dici, ma attenzione a non pretendere troppo. La media della gente quelle domande non se le fa.

  25. Caro Simone,
    purtroppo nonostante tutto la gente continua nella via che ci ha condotto al disastro. Ora la “nuova” finanziaria Monti incrementa a 41/42 anni i contributi per la pensione ma elimina la “finestra” che lavoravavamo senza incrementare la pensione (bene). Aumentano l’IRPEF e le varie tasse tutto senza diminuire i costi e l’evasione (male). Poi la crescita: ma quale crescita può avere un paese che non vede altro che la produzione e non ha più nulla (acquistato dai francesci o distrutto dai nostri “leader”)? Perchè non vedono che siamo in un cambiamento epocale e che la ricchezza mondiale sta scivolando verso Oriente? Qui non si tratta di perpetuare un modello perdente é che non ce lo possiamo più permettere. Si tratta di cambiarlo e fare downshifting, TUTTI però TUTTI:

  26. Ognuno – sopratutto quelli con testa de sinistra – si impalca sullo scranno professoriale, dice la sua e fa il maestrino di vita. Tu continua a farti i c….tuoi, come hai sempre fatto.

  27. Buongiorno Simone,

    ieri sera parlando con amici siamo entrati nel tema economia-politica e ponevo questo dubbio: non è che la crisi degli Stati viene amplificata e forse addirittura creata ad arte per far passare misure che altrimenti non avrebbero speranza neanche di essere presentate?
    Qualcosa di simile alla “shock economy” con la quale si crea uno stato di allarme e in forza ad esso si approvano misure limitative della libertà che altrimenti nessuno difenderebbe e voterebbe.

    Ci ho pensato osservando come l’enfasi dell’Europa e dell’attuale governo sia incentrata sulle pensioni, dalle quali si ricaverebbe un grande danno per i lavoratori ma pochi spiccioli per il bilancio (si dice 3-5 mld, quando credo Francesco Merlo su Repubblica di venerdi mostrava come recuperarne 16 dalla vendita delle frequenze tv invece che regalarle a Mediaset-Rai).

    Comunque concordo pienamente con te sul miraggio della carota-pensione, fatta solo per dare una luce in fondo al tunnel a persone che altrimenti si sparerebbero, basta guardare il grande film “Fantozzi va i pensione” per esemplificare lo stato psico-fisico con il quale ci si arriva oggi, figuriamoci a 70 anni dopo 50 in ufficio…

    Buona domenica e continua così…!

    • Francesco28, stavo dicendo esattamente questa cosa poco fa con la mia compagna… curiosa coincidenza. penso che sia così, comunque.

  28. Ed a me meno che meno!
    Siamo con il fango alla gola e riapriamo ragionamenti che appartengono al passato.

    Cerchiamo invece di salvare il salvabile, c’ è molto da fare soprattutto individualmente: diamoci da fare!

    Il voto è determinante e lo stile di vita pure; se la maggioranza della popolazione si comportasse in maniera più responsabile,
    avremmo una situazione ben diversa da gestire, ragionamento vecchio come il mondo.

    Ognuno si comporti come crede, non lamentiamoci però delle conseguenze…

    Oggi S: BARBARA, patrona dei pompieri: che getti un pò di acqua su questa italietta che brucia…
    VALE

  29. Ciao Giada, penso che la parte più difficile sia sempre ammettere che ci si è sbagliati. Capire una cosa così da ragazzino è stata una fortuna per me, perchè ero più ingenuo e con le antenne ben funzionanti e la verità, detta da mio nonno, mi è penetrata dentro fino a costringermi ad ammettere, senza incontrare particolari resistenze.
    Da adulti è più difficile, costruiamo sovrastrutture mentali e ci fossilizziamo sulle idee, rendendoci più difficile liberarci di quelle sbagliate. Ma anche quelle “giuste”, secondo me, hanno i loro limiti.
    Un’idea “giusta” ci fa innamorare di lei, secondo me il primo problema è quello. E siccome la vita cambia, dovremmo essere abbastanza distaccati da cambiarla o almeno aggiornarla, verificandone la sua validità ogni tanto. Ma se ci si innamora di certe idee non le si mette mai in discussione, diventano dei dogmi. Gaber diceva che gli esseri umani hanno il viziaccio di attaccarsi troppo alle idee. Forse l’unico modo per trattarle per quello che sono (aria) è essere sempre più consapevoli in modo da darci il giusto peso e ricordarci che non sono le idee a vivere, ma noi, e ne abbiamo la responsabilità.

  30. Non intendo riaprire vecchie questioni…, ma chiedo a Simone e agli altri che hanno festeggiato le dimissioni di B., se vi sia “per caso” sfuggito l’outing del Fatto Quotidiano nell’articolo del feroce anti-Cav Massimo Fini “Ridateci il Cavaliere”, in cui INVOCA il ritorno di Silvio!

  31. No, mi dispiace Simone ma non condivido affatto. I politici che hanno contratto il debito io non li ho mai votati e nella mia piccola esistenza io non ho mai speso più di quanto mi potevo permettere. L’unica cosa positiva di questa crisi è che forse diventeremo una colonia franco- tedesca, visto che corruzione, mafia, evasione, interessi personali e stupiditá dall’Italia non hanno mai trovato soluzione.

    • Mauro li hai votati anche tu (non tu, ma noi intendo, la nostra società) accogliendo che si dovesse vivere in un certo modo, facendo come ci chiedevano, ci suggerivano, ma non ci imponevano di fare. Nessuno ci ha manganellato se non compravamo, se non credevamo alla carriera, se non intasavamo i centri commerciali, se non andavamo in vacanza tutti insieme, se non rifiutavamo con forza la gran parte dei simboli che ci imponevano… Se avessimo scelto individualmente di vivere in modo diverso, di restare il sobrio e semplice popolo che siamo sempre stati, oggi non saremmo qui. Abbiamo comprato i bond argentini, le azioni di Parmalat e Cirio, abbiamo guardato in milioni il Grande Fratello, abbiamo fatto le file per gli I-Pad, abbiamo intasato le città per correre da Trony, abbiamo sempre speso 3 miliardi (tre m i l i a r d i) per il cenone natalizio, buttandone uno e mezzo (!) il giorno dopo per eccessi e sprechi… questo è stato il nostro voto. Quello nell’urna è ben poca cosa…

  32. @Fabio, pienamente d’accordo. La parte più difficile è “scegliere” di cambiare rotta…e poi, ad un certo punto ti accorgi che puoi vivere benissimo anche senza quelle cose (o situazioni) che hai eliminato. Tempo fa’ vietai, per punizione, alle mie figlie di guardare la televisione (che già vedevano al massimo 30minuti al giorno) per una settimana…beh! al terzo giorno già non gliene fregava più niente!

  33. Visto che state coinvolgendo pure i santoni asiatici aggiungo sta qua:

    ” “provo a spiegartelo con le parole del Dalai Lama: “Quello che mi sorprende degli uomini è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.” ”

    Non l’ ho trovata all’ interno dei baci perugina, ma nelle prime pagine dei commenti alla interpretazione del significato della canzone Sonne (= il sole) dei Rammstein
    http://www.youtube.com/watch?v=BcrrT5MYcfQ
    Alcuni dei commenti sono quasi da downshifter… curioso!

    Comunque se negli anni passati é stato necessario puntellare l’ economia mondiale fin che si é potuto con i mutui subprime (che poi l’ hanno fatta crollare visto che erano “aria gonfiata”) in modo che potesse continuare a crescere, vi domandate mai perché non avessero altro per le mani per alimentarla?
    Forse che le risorse naturali facilmente fruibili e soprattutto economicamente profittevoli da ricavare siano al capolinea!?
    Se fosse così non sarebbe corretto parlare di crisi finanziaria, bensì di limiti allo sviluppo.

  34. Si, Perotti, condivido pienamente ciò che hai scritto.

    Il vero saggio è simile ad un arciere:
    se manca il bersaglio,
    ne cerca causa in se stesso.
    CONFUCIO

    buon fine settimana ” in grigio”
    VALE

  35. Come le persone possano parlare ancora di crescita e crederci, non me lo spiego. Abbiamo tutto, ma proprio tutto, lo so da quando avevo 12 anni.
    Accadde un episodio che ricorderò sempre. Ero con mio nonno materno e come tutti i bambini nati negli anni ’80, credevo che da grande sarei diventato qualcuno, avrei fatto tanti soldi e vissuto in una villa con moglie bella, bambini belli e macchina sportiva.
    Esclamai a mio nonno che volevo diventare ricco. E lui, con la spontaneità e genuinità che lo contraddistingueva, mi disse: “ma perchè? A te manca qualcosa?”.
    Lo disse in un modo che mi costrinse a rifletterci su e io, con la sua stessa spontaneità, gli risposi sinceramente “no, non mi manca nulla”.
    “E allora…” fu la sua risposta. Fine.
    Ero intelligente (e lo sono ancora ahahah). Capii al volo. Fui costretto (da lui e da me).
    So che non mi manca nulla, pur essendo cresciuto in una famiglia normalissima, con il mutuo quindicennale, le 2 auto mai all’ultimo grido, 2 televisori, il pc… e poi i portatili, il cellulare, la scuola, i libri, i divertimenti (mai tanti, il giusto, in modo da gustarseli e avere il tempo di desiderarli).
    Come si possa credere di desiderare veramente di più quando si ha tutto, non lo so. Ma io l’ho capito e sentito quel giorno con mio nonno, sono stato fortunato. Ho capito quel giorno il senso della misura e la differenza fra l’autenticità di un desiderio (o bisogno, ora non voglio fare il sottile) e quei desideri/bisogni che invece ci costruiamo noi, ma sono fittizi (anche se le conseguenze sono verissime…)

  36. Ieri sera a Servizio Pubblico da Fitoussi a Sntoro a Brunetta, la parola d’ordine era “crescita”. Adesso bisognerebbe crescere per allontanare i fantasmi del debito pubblico. Io vorrei sapere perchè ce lo dovremmo accollare noi questo cavolo di debito sul groppone contratto da politici spreconi e magnoni. E purtroppo, anche stando lontano dal sistema lavoro-consumo-lavoro aumentano le imposte e diminuisce la qualità dei servizi pubblici….vabbhè va forse la sto facendo troppo tragica…nonostante tutto e il cielo grigio su Roma anche oggi per me comincia una magnifica giornata.

    Un sorriso e un saluto a tutti,
    Mauro

    • Mauro condivido in parte. Noi, tutti, abbiamo avallato quello schema. Ci abbiamo sguazzato nella finzione in cui tutti erano convinti di essere un paese ricco. Quel debito non è solo il Loro debito. E’ anche il nostro. Se anche noi fossimo vissuti più sobriamente, se non ci fossimo atteggiati a fare gli “americani”, oggi non ci troveremmo così. La politica fa una parte. Il resto lo fanno i cittadini.

  37. Eh, si, capitano, disastro annunciato e largamente previsto legato alla previdenza pubblica e non solo.
    Nulla di nuovo sotto il sole,almeno per noi,
    certo che è triste, si trasforma tutto in macelleria sociale.

    Se ripenso poi che i precedenti politici al potere fino ad inizi agosto in Italia hanno sottovalutato e tenuto nascosto le dimensioni del disastro…
    Ora però non mettiamoci a pignucolare, siamo solo all’ inizio della disfatta.
    Forse qualcuno non ne è ancora convinto?
    Tempo al tempo…
    Valentino

  38. La vita va goduta adesso perché la pensione non ce la daranno mai…(io ho 35 anni), la tua filosofia secondo me è la migliore.

  39. Ciao Simone, OT: in questi giorni leggo gli articoli sulle pensioni e le caterve di commenti di chi si strappa i capelli perché gli allontanano la carota e ripenso sempre al bellissimo articolo che hai scritto sulle pensioni sul Fatto Quotidiano a settembre!

    • francesca, ti ricorderai un certo ernesto che mi ha dato del truffatore perché dicevo che sarebbe andata così… te lo ricordi? era arrabbiatissimo… beh, sta andando proprio così… purtroppo non aveva ragione lui…

  40. Tutti i personaggi pubblici subiscono pressioni, questo perchè il successo è un pacchetto che si prende tutto insieme, non lo puoi aprire e tirarci fuori solo quello che ti piace.

  41. Come ti capisco, Simone…! Quanto ti capisco!!

    “Allontanati dunque dalla folla e ritirati in un porto più tranquillo. Pensa quanti flutti hai affrontato, quante tempeste private hai sopportato, quante pubbliche ti sei attirato; già abbastanza il tuo valore è stato dimostrato attraverso faticose e pesanti prove…”
    (da De b.v. Seneca)

  42. E chissà quante ne diranno!!!

    Pensa a Lucio Magri.

    Mi chiedo perchè tanto parlare sulle scelte personali, private e dolorose di un uomo, seppur noto.

    Il rispetto per la vita e per la morte.

    E’questo che manca, oggi. Oggi che l’uomo crede di essere Dio.

  43. Fatelo!

    A Porto Mirabello ormeggia la solidarietà

    Il 4 dicembre nel Golfo della Spezia navigherà la solidarietà.

    “10.000 vele di solidarietà” è l’importante evento organizzato per raccogliere fondi da destinare alle popolazioni della Lunigiana e della Val di Magra duramente colpite dall’alluvione del 15 ottobre.

    Grande ospitalità all’evento è offerta da Porto Mirabello che sensibile allo scopo della regata, per favorire e accrescere la partecipazione del più alto numero possibile di imbarcazioni, metterà a disposizione gratuitamente gli spazi del Porto e gli ormeggi per tutti i partecipanti.

    Porto Mirabello sarà il vero punto di riferimento e di ritrovo della regata: un ormeggio d’eccellenza per un nobile obiettivo.

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