Blue Monday

Ai sogni associo sempre dei piatti. Questo è Gamberone con gelato di patate (foto Cinzia Armelisasso)

Sognato mia madre, stanotte, credo verso le cinque, poi mi sono svegliato e non c’è stato verso di dormire più, era giovane, avrà avuto trent’anni, rossetto marcato, il sorriso della foto sul Mar Nero, quella che ho in camera, era allegra, insieme a un’amica, parlavamo, era un sogno dunque, l’ho capito lì, voleva dirmi una cosa, era contenta ma anche imbarazzata, perché mi faceva un regalo, mi regalava la macchina nuova, le sue amiche sorridevano, ora erano tre, ammirate, io ero felice, ma non sapevo come dirle che una vecchia auto ce l’ho già, che non mi serviva, pensavo a come fare, ma era tanta la gioia che ci parlassimo che indugiavo, e si stava lì senza far niente, un po’ gli scemi, qualche moina, fuori c’era il sole, forse eravamo a Roma, e mi ricordo che le dissi sai cosa, mamma, un’auto ce l’ho e non la uso che di rado, forse mi aiuti con l’affitto, in una città di mare dove voglio vivere un anno da tanto tempo, lei si ricordava, Palermo, oppure Istanbul, a scrivere il romanzo che mi spiegavi? e io mi commuovevo, perché si ricordava di quella storia di cui le avevo detto un pomeriggio, mentre rassettava la cucina, ma guarda, allora mi aveva ascoltato, mentre mi era parsa distratta, e lei faceva su e giù col mento, sì che mi ricordo, e sorrideva ancora, e io mi sono svegliato così, e per non disturbare ho lacrimato in silenzio, ma così non ti passa, le lacrime devono fare rumore, e tutto il giorno sono rimaste lì, tra dentro e fuori, come la pioggia, che ha smesso ma ogni tanto riappare, e per le vie della città non ho osservato tanto, lo sguardo basso, ma non fa niente, con la coda dell’occhio, mi è parso, non c’era niente da vedere, tranne un articolo di giornale, al bar, uno psicologo inglese, Università di Cardiff, dice che in base a un suo algoritmo il terzo lunedì di gennaio è il Blue Monday, la giornata più triste dell’anno, allora ho sorriso.

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35 pensieri su “Blue Monday

  1. Certo Simone,
    sono in sintonia,credo anche io che l’iniziativa individuale sia l’unica arma efficace che abbiamo, il pezzo l’ho postato perchè mi sembra ricco di argomenti trattati in questo blog.

    Claudio

    • Caro Claudio. Nel pezzo a cui rimanda il tuo link campeggia la domanda finale, sibillina, inquietante e se vogliamo sconfitta: “Perché l’utopia promessa da Keynes non si è mai materializzata?”. La risposta è semplice: perché era un’utopia.

      Non lo era già il fatto di lavorare 15 ore a settimana grazie ai progressi della tecnologia, questo no, al contrario! Come dice l’autore, potremmo già farlo. Ma era utopia pensare che il sistema del capitale avrebbe scelto la via del benessere invece che quella della massimizzazione dei profitti.

      ricordi quel che scrivevo dell’utopia sul Fatto quotidiano qualche giorno fa? Ecco, appunto…

      Il potere non lo fa, ma noi possiamo farlo. Scegliere di lavorare il giusto, in modo diverso, con un diverso regime di vita.

      Ed eccoci alle cose che sappiamo. Noi come individui, le nostre scelte eversive, il radicalismo e l’intensità e la focalizzazione come armi per l’emancipazione individuale. etc etc.

      grazie del contributo.

  2. Simone scusami, sono campionessa di gaffe e non mi smentisco mai!
    Io sono convinta che davvero le parole siano lo strumento di comunicazione meno efficace e che il sentimento che vi lega segua altre strade, meno battute, ma certamente più vibranti.

  3. Non sapevo di tua madre, non l’ho colto fra le righe dei tuoi post (o forse non hai voluto far trapelare appositamente), anche se mi chiedevo come mai non ne parlassi più da diverso tempo.
    Ti mando un abbraccio virtuale, sperando che un pochino serva anche questo.

  4. Visto che sono d’accordo con Marco su Stojan Decu, mi sa che ora mi tocca leggere Camus per vedere se “Il primo uomo” è all’altezza de “L’altro uomo” ;)…

  5. Che ti devo dire, per me quei due libri son così.
    Poi chissà quanti altri libri bellissimi ci sono che non ho letto.
    Però per me hanno in comune quel che ho scritto
    Ciao
    Marco

  6. Il primo uomo, e uno dei miei romanzi preferiti.
    ens che ci sanno stati solo 2 libri tra quelli che ho letto che hanno mosso cosi tante cose dentro di me. il rpimo uomo e stoijan decu (si scrive sicuramente in un altro modo). due libri diversi. ad entrambi pero ho continuato a pensare anche parecchio tempo dopo averli letti.

    con entrambi ho avuto la sensazione di aver fatto dei passi in piu nella conoscenza di me stesso senza saper dire esattamente quali fossero quei passi e non avendo mai la sensazione di aver capito le opere fino in fondo.

    per me sono 2 romanzi misteriosi (in senso buono)
    ciao
    marco

  7. Sono d’accordo sul gambero che ha un che di disperato ma non so se è perché ha fatto quella triste fine o perché nel suo ultimo viaggio si ritrova accompagnato al philadelphia…
    :- )

    Simone scusa l’impertinenza, ma invece che con un cumulo di crema di grasso di latte e addensanti non si può fare con un formaggio che sia degno di questo nome e soprattutto che sia fresco davvero?

    • marica, credo di sì. l’importante è che non sappia di formaggio, non sia pervasivo. con il philadelphia i sapori si annullano bene (patata e formaggio), si addensano bene, e il risultato è perfetto. ma se se ne trova qualcun altro cambio volentieri la ricetta. le prove abbiano inizio. ciao!

  8. Osteria, buono forte. Avevo del baccalà a dissalare e l’ho carpacciato fine con marinata agrumata. Ma il gelato è super anche se il filadelfia non mi fa impazzire, dovrei provare con quartirolo. Thanks Simo.

  9. Ora abbiamo la stessa età…il prossimo novembre, quando compirò gli anni, sarò più grande di mia madre…è così innaturale…avrei desiderato tanto vederla invecchiare…
    Non la sogno mai, ma mi capita a volte di intristirmi pensando a lei, non tanto nel ricordo un po’ appannato del breve tratto percorso insieme, ma nel rimpianto di un’altra vita possibile in cui lei c’era…nostalgia di quel che non è stato…

    • Antonella, ciao. Quel che dici richiama il brano di Albert Camus nel suo libro apparso postumo (il dattiloscritto fu ritrovato tra le lamiere dell’auto dove mori insieme a Gallimard) “L’Ultimo Uomo” mi pare si intitoli o “Il Primo Uomo” non ricordo, sono per strada, in cui il protagonista che aveva sempre vagheggiato il padre morto durante la guerra, si reca in Francia dall’Algeria e si trova di fronte alla tombra del padre e si accorge, con infitio sconcerto, che l’uomo, il genitore, il “grande” che aveva sempre pensato, in realta’ e’ piu’ giovane di lui nella foto sulla tomba. Mi colpi’ molto quel passo. Uno splendido libro. Ciao.

  10. Bella ed intima confessione, thanks for sharing!

    Ho sorriso anche io quando ho letto del “Blue Monday”, visto che anche per me ieri e’ stata una giornata ricca di nostalgia ed introspezione. Triste, ma utile.

    Grazie!

  11. Ho guardato e riguardato la foto per cercare di ripercorrere il ponte che ha legato le tue emozioni del sogno a quel piatto.
    E’quel gamberone che ha un che di disperato o il freddo delicato del gelato di patate o cos’altro ?

    • cristina, non credo sia estetico il link. questa ricetta, sia nella versione con la ricciola sia in quella con il gamberone, ha qualcosa di perfetto, forse nella consistenza degli ingredienti. forse è questo, non so…

  12. Come ti capisco Simone,anche io mi ritrovo a sognare mia madre,e non mi sembra un sogno,ma realtà che supera il sogno,non so se son desto o dormo,ma non fa nulla nella mia mente è li….ed è quello che conta.

    • patate lesse, poca philadelphia, olio. frulli tutto e abbatti di temperatura. servi gelato. la sua sublimazione è con fettine di carpaccio di ricciola marinate messe sopra a ogni pallina. ma anche il gamberone lessato il minimo possibile e poi sgusciato ci sta bene.
      L’unica difficoltà è mettere abbastanza philadelphia da far venire il gelato ma non troppa che sappia di formaggio. devi fare qualche prova. diciamo che con tre patate medie ci vuole un cucchiaio e mezzo di formaggio, non di più, e un cucchiaio d’olio d’oliva, ma non olio toscano o umbro, olio ligure o pugliese delicato. E’ un olio di guarnitura, non deve essere protagonista. Se vuoi pepe, come sapore ci sta, ma i puntini neri non stanno bene nel gelato, alle viste intendo.

  13. Ho perso una cara amica in questi giorni, condivido il tuo stato d’animo ma sento anhce il bisogno di dirti : ” Forza Capitano la nostra linea d’ombra si staglia all’orizzonte ”

    Ciao Simone

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