Ormai è tardi…

Life - tavolo da esterni (legna da pallet, passoni di quercia, tirafondi, filo di ferro zincato)

Quando non trovi più niente, qualunque giorno sia, se pioviggina a tratti e senti calare sull’animo tuo un umido e triste novembre, dunque non solo perché non trovi, ma soprattutto perché non sai cercare, almeno non quel giorno, finisce che ti tiri su le maniche e cominci a riordinare, ogni cosa un posto un posto per ogni cosa, le pinze lì, i martelli lassù, i cacciavite in fila, le chiavi inglesi per numero, perché si chiamano inglesi? il pappagallo appeso, perché si chiama pappagallo è chiaro, però potrebbe chiamarsi anche la chela, passami la chela guagliò, il flessibile sul ripiano, non mi è mai parso molto flessibile, a Roma infatti lo chiamano frullino, già più intuitivo, poi metti in ordine i tirafondi, che adoro, specie di tiratardi degli angiporti, bohemien da strapazzo che si avvitano in discorsi senza fine, poi le spatole, la tenaglia, un mascalzone che ti stritola, una canaglia, e ancora i dadi, il CRC, che preferivo quando si chiamava Svitol e mi ricordava il mostriciattolo glabro degli hobbit, la morsa, imbattibile e crudele, il seghetto alternativo, che mi ha sempre fatto ridere, ma che nome è seghetto alternativo, alternativo a che?! poi dicono che uno fa battute sconce… e quando hai messo a posto il grosso ti accorgi che il tavolo è ancora pieno, miriadi di oggetti senza nome, avanzi, cose che non hai buttato, che non sai a cosa possano servirti, ma che non hanno un posto, e dato che conservi i contenitori del gelato, delle olive, delle mozzarelle, vai in cucina e prendi tutti i barattoli che hai, molto soddisfatto, e torni nella tua piccola officina certo che ce la farai, ma lì comincia il dramma, unire chi con chi? catalogare, immaginando quando potrebbero servirti e con che ratio li cercherai? oppure per la forma? la funzione? quello che blocca insieme, quello che scorre insieme, quello che fissa insieme, oppure no, il materiale, anzi, quello che pensi che ci farai: oggetti per le sculture, strumenti per aggiustare, materiali per costruire, ma anche così non va, e allora ti fermi e capisci che se le cose avessero un ordine basterebbe ritrovarlo, ma solo l’immaginazione può governare il caos, ed ecco perché esiste l’arte, che con la fantasia presiede e illustra l’aritmico e insensato pulsare della vita, quello che la religione supera a piè pari con Dio e il razionalismo sottostima con la scienza, perché a te di credere e misurare non è mai importato, né chiese né laboratori sanno darti l’emozione dello studio di un artista, come questo banco, dove le tue mani sanno maneggiare più che la tua mente ragionare o il tuo cuore sperare, ed è per questo che ami questo luogo, e domani un posto a ogni cosa lo troveremo, che ormai è tardi, e tutto è ancora sparso sul tavolo, e saranno due ore che guardi, fermo, cosa guardi, e soprattutto cosa vedi? forse sei matto, e pretendevi di trovare un ordine alle cose?

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18 pensieri su “Ormai è tardi…

  1. Ah, ecco, e io che pensavo di essere l’unica un po’ matta che gira per la casa cercando di trovare un posto per gli oggetti o fogli sparsi…facile per quelli che hanno già una collocazione, ma gli altri? quelli nuovi che arrivano continuamente? nuovi link, itinerari di trekking, ricette, idee per migliorare la casa, progetti di viaggio, appunti….tutti questi come li colloco? Devo prima classificarli nella mia mente per trovare loro una cartella, perchè so che più avanti andrò a cercarli…
    grazie, mi fa piacere sapere di non essere la sola ad avere questa sensazione, sono in buona compagnia…ciao

    • Marica, gli ho subito scritto per proporgli di fare crowdfunding candidandomi ad aiutarlo in vari modi. Se vuole ovviamente siamo gia’ in tanti tra qui. E fb a poterci mobilitare, compresi gli uffici di scollocamento etc. Non posso imporglelo. Lui non vive da anni in quella casetta di legno, sta in un appartamento, insomma, non so… Vediamo.

  2. Mi dispiace molto per quello che è successo. Se è confermato che è stato un atto doloso, trovo la cosa semplicemente ignobile…

    • Davis mi ha scritto un sms un po’ mesto, in cui diceva “si vede che il downshifting dà fastidio”…. Non una buona constatazione direi… povero…

  3. se sopra e sotto non c’è niente nel mezzo ci siamo noi e un modo per rendere più sopportabile tutto (oltre che emozionante) non è solo fare arte ma manifestare concretamente solidarietà: che si fa per pecoranera?

  4. Scusa Simone.
    Mi permetto di entrare in una discussione che non leggo.
    Volevo solo segnalarti un fatto perchè so che hai conosciuto il mio amico cioè la persona oggetto dell’accadimento:
    E’ stata data alle fiamme la casetta di Devis Boanni (aka Pecoranera)

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2014/03/03/news/a-raveo-brucia-lo-stavolo-dello-scrittore-devis-bonanni-1.8778738

    La libertà degli altri fa sempre paura?
    Invidia?
    Stupidità?
    Una ragazzata?

    Non so, sono emotivamente coinvolto, non voglio parlare a caldo.
    Grazie.
    Nicola

  5. p.s: la scienza non sottostima…cfr geometria non euclidea, ma anche solo 2° legge della termodinamica…
    é l’entropia!
    che aumenta in modo esponenziale dopo un trasloco…e allora le cose non solo si incasinano e rimescolano da sole ma spariscono nel nulla (dissolvenza…in bianco per quanto riguarda il seghetto alternativo)

    • Claudia, intendevo dire che la Scienza si pone l’obiettivo di studiare i fenomeni, misurarli, analizzarli, riprodurli in laboratorio, trovarne le leggi. Il che è pratica preziosa per l’uomo, naturalmente. Come la Religione smette di interessarsi a molte cose avendo trovato la “soluzione” nella fede, e si occupa, tramite essa, di ciò che non si vede, non si può misurare, non si può analizzare né spiegare, nè riprodurre in laboratorio (e che dunque direi che non esiste, almeno così pare).

      Se ci si fa caso, Scienza e Religione fanno un identico “errore”, nel senso che entrambe si occupano di un diesis e di un bemolle, un segmento sopra la nostra vita e un segmento sotto, ma “mancano” la nota vera. In mezzo c’è uno spazio, ampio direi, che è costituito da ciò che effettivamente né la scienza né la religione possono affrontare, e di cui solo l’arte ha le chiavi, solo l’arte può cogliere il senso. Incidentalmente, quella zona franca appannaggio solo dell’arte è quella che maggiormente ci interessa, e che sinteticamente chiamiamo vita, un coacervo si deja-vu e ricordi, impressioni e prefigurazioni, sentimenti ed emozioni, constatazioni e ritirate, progetti e ambizioni, paure e riscatti, in cui non ci sono molte regole, in cui l’errore si ripete nella storia dei tempi, in cui la speranza, uccello così fragile ed effimero, sembra lo strumento più concreto per sopravvivere.

      Con la “scusa” che molte cose non siano materia della ricerca scientifica o che l’uomo non può e non deve spiegare tutto, dunque peccando di immanentismo ed eccesso di trascendenza, scienza e religione fanno due percorsi anche utili (soprattutto la prima, mi si consenta…) ma parziali. Io che faccio lo scrittore, e talvolta lo scultore, e talvolta l’artigiano, sono naturalmente convinto che abbiano fatto più Tolstoj, Marquez e Pessoa di Mad.me Curie, Coriolis e Einstein, così come, ancor più evidentemente, di Suor Maria Goretti, Domenico Savio e Giovanni Paolo II.

  6. …anche qualsiasi donna (e non ce n’è nessuna che non sia degna di questo nome), con quei tre attrezzi citati da eastwood, può non solo riparare ma creare…

  7. Chi sono… sono Adriano Ceccarelli…prima a Roma…poi qui in Baja Sur…dimentichi presto gli amici.. ;)… sono qui da poco ma è per rimanere, appena mi stabilizzo meglio, ti racconto….

  8. ciao simo oggi ho riordinato il banco da sarta in casa, ho pensato quasi alle tue stesse identiche parole. un caso???
    grande simone

  9. Io ho imparato a usare il trapano da poco tempo e con lui ho conosciuto la magia e le insidie degli stop, delle viti brunite, delle punte da 6 e di strani strumenti dallo strano nome: quando ho sentito nominare per la prima volta il seghetto alternativo anche a me ha fatto sorridere… faceva pensare a qualche variante autoerotica :-)…

    Tutto il mio materiale è ancora ammucchiato (nel vero senso della parola) dentro a scatole, cassette e buste e ogni giorno mi dico che sistemerò tutto. Ogni volta che cerco qualcosa mi ci tuffo dentro e non trovo mai niente, finisco per ricomprare quella cosa che mi serve per poi ritrovarmi con una tonnellata di stop uguali o di vitine minuscole che già avevo ma non sapevo dove le avevo messe…

    E’ un universo che non conoscevo per niente, molto misterioso per quanto mi riguarda… Mi ha insegnato molto entrarci: capire la fatica di usare le mani, far funzionare il cervello, la logica e le più elementari leggi fisiche (che qualche volta ahimé mi sfuggono), realizzare che si può imparare tutto o quasi, il senso di indipendenza di farsi delle cose da sola senza chiedere per forza a qualcun altro, la poesia di certi materiali e di certi movimenti…

    E poi il senso del tatto che si risveglia, come quando la carta vetrata addolcisce il legno, come quando le zigrinature stimolano i polpastrelli e ti piace, come quando le mani scoprono una sensibilità successiva…

    Insomma, bello…

  10. Amo le officine di casa, e spesso penso alla frase di Estwood su Gran Torino , quando fa entrare il piccolo nella sua officina perfetta e presentandogli una pinza, un nastro americano e delWDR, gli dice ” qualsiasi uomo degno di questo nome, può riparare il 90% delle cose solo con questi tre attrezzi”

    ..
    Ciao Simo dalla bassa california ( Mexico)

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