Generazione C (Cambio Vita), su Panorama uscito oggi in edicola.
Bel contrasto tra linea del giornale e contenuto del pezzo. Ma bene così. Come parlare di laicità in chiesa. Se è vero che l’acquirente di questa testata generalmente pensa, dice, fa cose diverse da quel che si dice in “Adesso Basta”, tanto meglio. Qualcuno farà riflessioni (forse).
Vediamo…
Nell’anno ’99 di nostra vita
io, Francesco Guccini, eterno studente
perché la materia di studio sarebbe infinita
e soprattutto perché so di non sapere niente,
io, chierico vagante, bandito di strada,
io, non artista, solo piccolo baccelliere,
perché, per colpa d’altri, vada come vada,
a volte mi vergogno di fare il mio mestiere,
io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni…
E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,
ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo “vero”
alle futilità pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro modelle senza umanità
alle sempiterne belle in gara sui calendari,
a chi dimentica o ignora l’umiltà…
Io, figlio d’una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,
io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,
io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi d’elementari ed uno d’università,
ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà…
Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
però è amico di tutti perché non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d’imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l’unica fede il cui sperare…
Nell’anno ’99 di nostra vita
io, giullare da niente, ma indignato,
anch’io qui canto con parola sfinita,
con un ruggito che diventa belato,
ma a te dedico queste parole da poco
che sottendono solo un vizio antico
sperando però che tu non le prenda come un gioco,
tu, ipocrita uditore, mio simile…
mio amico…
reduce di panorama acquistato la settimana scorsa..mi imbatto per la prima volta in Simone..nulla di nuovo, ma genialmente espresso..penso che finalmente qualcuno rifletta ad alta voce e poi mi viene in mente di cercarlo su internet.. e così vedo i suoi video su you tube e alla fine mi pongo una domanda, anzi gli pongo una domanda: perchè quando ero libera cercavo la schiavitù?
perché non eri libera. Nessun uomo libero cerca la schiavitù. Per essere schiavi bisogna non essere liberi. Come per diventare liberi bisogna esserlo già. Dentro.
forse la soluzione migliore allora potrebbe essere aprire un blog dedicato di annunci e risposte, fisso e denominato bacheca, cosi’ da non obbligarti (giustamente) a gestirli e cosi’ da non “sporcare” le discussioni sui Posts.
Poi chiaramente decidi tu.
mf
@marco f.
Ciao Marco,
anche a me piacerebbe tantissimo questa cosa che proponi. Ho sempre pensato che il blog non fosse il “luogo” appropriato perchè magari non interessa a tutti…
Quindi, io intanto se vuoi ti/vi lascio la mia mail privata :pbalasso@yahoo.it e magari se il ns caro Simone (caro davvero!) vuole creare una bacheca o qualcosa di simile per non appesantire gli argomenti del giorno o andare troppo fuori tema ancora meglio ! A volte sono proprio degli spunti pratici o la possibilità di trovare qualcuno con cui realizzare dei progetti a trasformare l sogno in realtà
Per come è fatto il blog i post possono essere inseriti solo sulle news che metto io. Se creo una bacheca devo io trasferire i vostri post sulla bacheca e divento matto. Ma sai patrizia, tanto tutti vedono i commenti, dunque è qui che è meglio mettere annunci e info. ciao!
Sai che cosa mi trattiene? Che mi sento un pò, ma solo un pò, in debito verso i miei genitori. Lo so che a quest’età dovrei avere maggiore autonomia di pensiero, ma non è facile, sopratutto quando arrivi da una famiglia poverissima, che ha “sognato” non solo in benessere per il proprio figlio, ma anche quella stabilità economica tanto agognata per il figlio. Mi capirebbero e sono certo che mi lascerebbero la libertà che mi hanno sempre dato di scegliere per conto mio. Ma qualcosa mi trattiene. Credo di avere già nel mio DNA lo spirito frugale, poche esigenze materiali, amore per la solitudine sana, per il tempo e per me stesso, ma i soldi che ho oggi un pò mi fanno piacere. Sai cosa significa vivere da ragazzo senza potersi permettere di comparare libri? Comprando un disco all’anno, una pizza ogni 5 o 6 mesi, niente cinema, pochi viaggi…? E’ dura e ti resta dentro un pò di voglia di agiatezza. Come conciliare tale voglia con l’esigenza di una vita più vera, libera e sana è una sfida, anzi, userò una parola più bella: è un pensiero che piano piano faccio sempre più mio. Ciao.
capisco benissimo fulvio. occorre avere pazienza e rispetto per queste sensazioni, che sono comprensibili e normali. Un conto è il pensiero frugale, sobrio, non consumista, un conto sono le urgenze interiori. se ci pensi, è proprio quando queste coincidono che è il momento di muoversi e partire. ecco perché occorre tempo nel downshifting. lo dico in tutte le lingue ma tanti pensano solo ai soldi, a come fare, come non fare. ma davvero, il punto è dentro. se dentro gira per il verso giusto, tutto si può fare. in bocca al lupo!
bello questo condividere sensazioni, sogni, aspirazioni. E se sfruttassimo uno spazio dedicato da simone su questo sito per scambiare anche situazioni pratiche, nomi, indirizzi, numeri di telefono per metterci in contatto e magari condividere anche la costruzione del nostro sogno? Che ne so ….uno vuole lasciare il lavoro e aprire un agriturismo dove ritirarsi a vivere e cerca un socio…. l’altro vuole comprare un rudere da risistemare ma cerca qualcuno che piu’ di lui lo sappia fare…. e ancora uno sogna di vender casa e comprarsi una barca dove vivere ma non ha contatti …. insomma una BACHECA di annunci e risposte…. e’ solo una idea, una proposta. Cosa ne pensate? Di siti dove cercare contatti del genere ce ne sono sicuramente , ma qui gia’ si parte da una selezione di persone che si basa sulla condivisione della bella esperienza di simone. E lo stesso sito vedrebbe aumentare la sua frequentazione e fedelta’ dei lettori…
E’ un’idea?
felice primavera a tutti,
mf
Idea buona. Comincio io: vi segnalo che in Lunigiana, a qualche chilometro da casa mia, a 20 minuti dal mare, in mezzo a foreste splendide e borghi medioevali, vendono rustici di pietra, casali, fienili da 70 a 140 metri quadri, da ristrutturare, a prezzi compresi tra 20mila e 60mila euro. Non chiedetemi riferimenti, li trovate direttamente su internet. Io non voglio fare il mediatore. Ma per vivere significa comprare una casa che può diventare splendida, a 1h e 50′ da Milano, con relativamente pochi soldi. Se uno se la ristruttura da solo, o in parte da solo come me, ne risparmia un mare di euro. Crea un valore, abita con relativamente poco (in città le case costano tra 7 e 12 volte di più) ed è molto più contento. Pensateci. Tra un po’ finiranno…
Ma hai corrotto un giornalista di Panorama dopo un pranzo sulla terrazza di casa? Gran colpo e articolo molto piacevole alla lettura. Secondo me i lettori abituali di Panorama hanno guardato le foto e leggiucchiato qua e là, pensando: ma guarda questo tipo strano! Però che bella casa, guarda qui, lo facciamo anche noi a Courmayeur l’anno prossimo questo muro a vista, vero?! Certo consideriamo anche l’effetto secondario, del tipo che poi di notte si ricorda una delle bellissime frasi, si alza improvvisamente e va a riaprire quelle pagine, esclamando: ma è tutto vero, non è poi così matto questo Perotti.
Scherzi a parte…
Ho 36 anni, lavoro da 11, sempre a testa bassa e sempre in aziende belle e importanti, senza problemi economici, ricche, ho sempre avuto contratti sicuri, soldi, abbastanza per vivere bene a Milano. Ho sempre lavorato molte ore al giorno, 12, 13 ore al giorno, a volte nei fine settimana. L’ho sempre fatto con grande forza di volontà sorretta da passione. Ma alcuni mesi fa è sucesso qualcosa: si è rotto l’incantesimo, è scoppiato tutto. E’ come se mi fossi accorto del poco senso di tutto ciò. Continuo a lavorare, ma la mia prospettiva è cambiata completamente e non è semplice continuare a lavorare se la testa ti ripete cento volte al giorno: Lascia perdere, non ne vale la pena. Non è semplice restare in una grande multinazionale, con una posizione di responsabilità, che comporta anche la gestione di altre persone e nel contempo pensare che la strada è sbagliata. Medito una sera si e una sera si di cambiare vita. Radicalmente. Non ho figli, ho un compagno, che lavora, che senso ha continuare?
Fulvio, stamattina c’è il sole, la primavera. Alle 6.00 giravo per il bosco, uno sguardo all’orto, l’odore dei narcisi fioriti. Poi a scrivere il romanzo. Che dire… Intuisco comuni esperienze professionali. Dunque capisco, credo. La mia risposta è che se hai modo di risolvere le questioni economiche e pensi che non avresti nostalgie, paure, orrori vari di solitudine e mancanza di adrenalina… beh, in quel caso, dovresti proprio vivere come più ti pare opportuno, cercare la libertà. Io non riuscirò in una vita intera, scrivendo trenta libri, a descrivere cos’è, com’è bella, quanto riempie il cuore… In bocca al lupo!
X exodus
E via ti rispondo anche io, (che di solito faccio il ruolo del bastian contrario 🙂 )
Secondo me, tu sbagli punto di vista, la questione “sociologica” non e’ piu’ nei termini italiano, francese, lombardo o siciliano. Non siamo piu’ dei cittadini, bensi’ consumatori/lavoratori, oramai se ci pensi uno dei tanti iper sa molte piu’ cose su di te che lo stato in cui vivi. Tu potrai obiettare che vai al negozio sotto casa, in primis beato te che te lo puoi permettere, cmq c’e’ la risposta anche a questo, entri nel modello Long Tail.
X Simone: Non ti puoi chiamare fuori, il protagonista sei tu, a questo punto anche lo sceneggiatore, per il casting ti do una mano volentieri.
Caro Simone,
da quando ho sentito circa un mese fa la tua intevista rilasciata alla radio 24, ho ripensato ai concetti da te espressi che ho trovato vicinissimi alla mia linea di pensiero di questi ultimi anni. Anch’io 40, single, posizione di elevata rsponsabilità in azienda (ne ho cambiate 4) e dopo anni di immensi sacrifici in termini di stress e superlavoro non sono più tanto convinto della convenienza di di una scelta che sottrae tutta la libertà di vivere cose più importanti. Anch’io ho lavorato per diversi anni a Milano. Sto leggendo il tuo libro e lo trovo molto utile. Ti trovo molto simpatico e magari ti chiederò qualche altro piccolo segreto. Sono sicuro che troverai il tempo di rispondermi adesso che hai realizzato il tuo sogno. Coraggio, siamo tutti con te e ci avvicineremo anche noi presto all’obiettivo downshifting seguendo i tuoi consigli.
Grazie.
Simone,
quella del film e’ un idea da non sottovalutare il messaggio da dare c’ e’ pertanto chissa…
Siamo ormai in primavera e QUESTO e’ il momento migliore per rallentare iniziano le belle giornate e fare attivita’ all’ aria aperta e’ na bella cosa.
Grazie ancora x le ottime parole che mi hai rivolto nell’ altro post,a volte me la prendo facilmente,come vedi c’ e’ margine di miglioramento
saluti
Edy
Questo signore di certo lo conosci già. Nel caso non ti fosse noto condivido una breve intervista che penso possa essere interessante ascoltare. Ciao, Stefano
http://www.youtube.com/watch?v=lm7iz-BpcDs
no stefano non lo conoscevo. molto bello. vedi come le cose si incontrano. lui parte da un posto diverso dal mio, ma arriviamo molto vicini. poi le sfumature sono diverse, ma poco importa. grazie molto. non lo conoscevo. guardatelo.
Ciao,
x Exod
La societa’ come dici e’ appunto cambiata,per me le generazioni attuali (ovvero la mia) hanno vissuto nel lusso e quando non esiste la fame che ti spinge ci si adagia in mancanza di FORTI stimoli interiori (e non c’ entra il WC,scherzo eh talvolta..)Il mondo e’ nelle mani di chi ha volonta’ di cambiarlo e CREDE in quello che fa.Proporre NUOVE idee e stili di VITA e’ sicuramente la via da perseguire per il futuro (prima che sia troppo tardi)Rimanere concentrati sul lavoro pero’ e’ ESSENZIALE non usiamo pretesti per scansarlo pero’..Ma tutti DEVONO fare la loro parte quello e’ il nocciolo duro.Una miglior armonia x tutti e’ quello che mi auspico
Exodus discorso pasoiliano ti devo dare ragione.Però io 20enne siciliano,mi sono ritrovato molto con il film ovosodo di virzì:a parte quella specie di ovo sodo dentro, che non va né in su né in giù, ma che ormai mi fa compagnia come un vecchio amico
Exodus, hai ragione,
ci sono anche questi quarantenni con ben altre problematiche:
http://www.ruralpini.it/Foto%20Trasquera%20vita%20ruralpina.htm
Quando parlo con la mia amica Norma, della mia necessità di cambiamento stenta a capirmi.
Ma adesso scappo e per tre giorni sarò sui monti.
Vorrei fare il bastian contrario,
mi trovo sempre con lo stesso stupore di quando da ragazzo leggevo le indagini sociologiche sui Magazine: non trovavo niente in quegli articoli che rispecchiasse la realtà in cui vivevo io.
Quasi sempre le indagini partivano dalle “città”, dai centri che “contano”, ma c’era un’altra parte del Paese, corposa, che viveva le sue storie generazionali, in maniera autonoma, distinta, lontana. Isolata forse, sicuramente con una propria identità. Cosa normalissima in un paese dalle enormi differenze, con un territorio esteso per quasi duemila km, dal Piemonte alla Sicilia.
Come si può pensare che in Regioni tanto distanti, il sentire, la cultura, la partecipazione alla vita politica e sociale, possano essere rappresentati con un modello unico di “esperienza generazionale”?
Poi media hanno invaso tutto, proponendo modelli sociologici a cui piano piano ci si è adattati. Oggi, anche chi non ha avuto un certo tipo di esperienza, è convinto di averla avuta perchè la sua stessa memoria è stata riplasmata , coi media che ci spiegano com’era in realtà la nostra vita, cosa sentivamo noi.
Ciò che parte come un’indagine su un pezzo della nostra penisola, finisce con l’imporsi come “modello”, “colonizzazione culturale”. Non so se riesco a farmi intendere: l’indagine non è più “commentatore” di una realtà, diventa invece portatore di un modello unificante che soppianta la realtà vera, territoriale. se non ci fossero i Media e i Poteri (Politica, Sindacati…) che unificano, non esisterebbe un'”Italia”. Ma tante. Ognuna con la propria diversità e le proprie differenze. Con le proprie autonome speranze, sogni, progetti, aspirazioni. Che magari niente hanno a che vedere con la situazione analizzata negli articoli o nei libri. Ma a forza di imposizioni si finisce con l’ammettere: “Sì, in fondo la mia generazione è lassista; quella precedente era più idelista; si sacrificava di più; voleva contare di più, era più… etc…”.
Magari non è così, magari si viveva la propria vita in modo semplicemente spensierato, o preoccupato, o si sopravviveva appena, e non si aveva alcun interesse a valutare quale fosse la propria posizione all’interno di una Società in evoluzione. Magari qualcuno cercava la propria felicità senza pensare a quanto avrebbe dato o tolto al sistema sociale in cui viveva.
Credo che dovremmo imboccare nuove strade e smettere (almeno noi) di generalizzare, riscoprire e accettare l’Italia delle diversità, la cultura di sè, l’identità… In breve: se volete fare un film, avvertite lo spettatore: “Questa è la storia di una parte dell’Italia, quella più visibile. Il nostro Paese è troppo vasto e ricco, per poterlo raccontare tutto, e in realtà, neanche lo conosciamo”.
Un film, eh?
Ragazzi, sono quindici anni che cerco di scrivere un romanzo sulla nostra generazione. Ma mi pianto sempre per mancanza di grandi temi… E’ vero, anch’io la percepisco come una generazione svuotata, trasparente, troppo attenta a lavorare per dare attenzione ad altro.
E intanto gli altri ci hanno sfilato il mondo da sotto il sedere…
Ma Simone e’ certamente un ottimo personaggio per la mia storia, tanto perfetto da sembrare inventato…
Che dici, Simone, posso provare a scrivere un capitolo?
Ma certo. Perché no? Io però non sono un personaggio. Sono solo un percorso possibile, il mio. La direzione è comune ma le storie sono tantissime, diverse e in qualche modo analoghe. I sentimenti della generazione sono comuni, ma come avrai visto da questo blog accomunano 60enni e 25enni, oltre che 40enni. Insomma, è sia un fatto generazionale che sistemico, socioeconomico. Un film… chissà come si può mettere tutto questo in un film…
Ciao Simone,
ti scrivo d’impulso, ma ti devo proprio dire che sei un grande della comunicazione.
Quello che dici e’ sentito nella carne e nello spirito da tantissimi , come vediamo dal blog, ma tu lo stai spiegando proprio bene,come parola e come esempio.
bravo !
Barbara
Un film stile “compagni di scuola” con Simone che racconta come da manager sisal prima edelman poi stronca gli ex compagni di scuola con come e’ diventato manager di se stesso.
Ci mancano ancora “l’antagonista” e “la donna fatale”, magari una come la Bruni.
Bye
D
Grazie G.G.
Se ci fosse un uomo
un uomo nuovo e forte
forte nel guardare sorridente
la sua oscura realtà del presente.
Se ci fosse un uomo
forte di una tendenza senza nome
se non quella di umana elevazione
forte come una vita che é in attesa
di una rinascita improvvisa.
Se ci fosse un uomo
generoso e forte
forte nel gestire ciò che ha intorno
senza intaccare il suo equilibrio interno
forte nell’odiare l’arroganza
di chi esibisce una falsa coscienza
forte nel custodire con impegno
la parte più viva del suo sogno
se ci fosse un uomo.
Questo nostro mondo ormai è impazzito
e diventa sempre più volgare
popolato da un assurdo mito
che è il potere.
Questo nostro mondo è avido e incapace
sempre in corsa e sempre più infelice
popolato da un bisogno estremo
e da una smania vuota che sarebbe vita
se ci fosse un uomo…
Allora si potrebbe immaginare
un umanesimo nuovo
con la speranza di veder morire
questo nostro medioevo.
Col desiderio
che in una terra sconosciuta
ci sia di nuovo l’uomo
al centro della vita.
Allora si potrebbe immaginare
un neo rinascimento
un individuo tutto da inventare
in continuo movimento.
Con la certezza
che in un futuro non lontano
al centro della vita
ci sia di nuovo l’uomo.
Un uomo affascinato
da uno spazio vuoto
che va ancora popolato.
Popolato ????t?da corpi e da anime gioiose
che sanno entrare di slancio
nel cuore delle cose.
Popolato di fervore
e di gente innamorata
ma che crede all’amore
come una cosa concreta.
Popolato da un uomo
che ha scelto il suo cammino
senza gesti clamorosi
per sentirsi qualcuno.
Popolato da chi vive
senza alcuna ipocrisia
col rispetto di se stesso
e della propria pulizia.
Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.
Popolato da un uomo talmente vero
che non ha la presunzione
di abbracciare il mondo intero.
Popolato da chi crede
nell’ individualismo
ma combatte con forza
qualsiasi forma di egoismo.
Popolato da chi odia il potere
e i suoi eccessi
ma che apprezza
un potere esercitato su se stessi.
Popolato da chi ignora
il passato e il futuro
e che inizia la sua storia
dal punto zero
Uno spazio vuoto
che va ancora popolato.
Popolato da chi é certo
che la donna e l’uomo
siano il grande motore
del cammino umano.
Popolato da un bisogno
che diventa l’espressione
di un gran senso religioso
ma non di religione.
Popolato da chi crede
in una fede sconosciuta
dov’é la morte che scompare
quando appare la vita.
Popolato da un uomo
cui non basta il crocefisso
ma che cerca di trovare
un Dio dentro se stesso
Cinema, ma certo! E’ chiaro che questo è un film, su quelli generazionali, tragicommedia nazionale, e sullo schermo una generazione, i 34-54, i quarantenni insomma. Cioé noi…
ciao simone, sto leggendo il tuo libro, in un momento in cui la frustrazione è ai massimi livelli. Ieri mattina vedo in vetrina il tuo libro e lo compro. Inizio a leggerlo nell’attesa del taglio di capelli annuale. Ho sentito subito mia l’idea. In quel momento mi piaceva e mi faceva comodo sentire che qualcuno la pensi come me, e soprattutto che qualcuno è riuscito a mollare. Ma ahimè, domani è lunedì (che inizia appunto di domenica), e la spirale mi risucchierà fino a chissà quale giorno, magari troppo lontano, per la libertà e il vero benessere.
In ogni caso, complimenti!
Molla
Marco, l’idea è sicuramente intrigante, solo che hai già detto quasi tutto tu….mi sembra quasi di averlo già visto,’sto film! A parte gli scherzi, il soggetto e la storia si prestano, e forse qualcosa arriverà….vista anche l’eco e la presenza di simone in giro per tv e giornali…..nella speranza di non banalizzare tutto, in stile “l’Ultimo bacio”….
simone, non ti sarai mica spaventato…non verrò a bussare a casa tua (tra l’altro, non saprei dove cercarla). Al massimo ti cercherò al porto di La spezia, sempre che tu ne abbia voglia…tranquillo, il vino lo porto io.
Luigi
x exodus
bisogna che ci parli del tuo piccolo grande sogno….
Bell’articolo. diciamo che di per se’ spinge poco a riflessioni profonde ma cio’ che conta e’ che fa informazione, crea curiosita’ per il fenomeno DS e per il libro , dove tutto e’ indiscutibilmente chiaro. Finito lo spazio sulla carta stampata e nelle radio , sarebbe opportuno diffondere la tua esperienza e soprattutto i concetti del DS attraverso un bel documentario televisivo (un approfondimento di quelli seri per i veri seguaci della filosofia di vita rivoluzionaria) e per il pubblico un po’ piu’ vasto , un bel film cinematografico. Si simone, ho gia’ avuto modo di scrivertelo: io ci vedo un film . Non si tratta di fare i soldi , per me si tratta di spiegare attraverso un racconto (una sceneggiatura) proprio (e questo sarebbe il titolo) la “GENERAZIONE C” . Perche’ io personalmente sono rimasto colpito e spiazzato proprio dalla fredda e spietata analisi della mia generazione . E’ stato come un macigno dritto in testa….. mai avevo riflettuto su di me ed i miei coetanei 40enni come assolutamente insignificanti dal punto di vista storico e sociale. Se non diamo un colpo di coda adesso , non lasceremo traccia alcuna…. Certo che un movimento di ampio respiro sarebbe veramente una riscossa generazionale!
Tornando all’ipotesi film , come regista sarebbe perfetto Gabriele Salvatores, come colonna sonora coinvolgerei il mitico Roberto Ciotti (blues man napoletano autore delle musiche di diversi film di Salvatores)oppure consacrerei un tuo conterraneo ligure (Zibba) , ma non mi farei scappare alcuni richiami dei mitici edo bennato (ricordate i testi del “gatto e la volpe”? …quanti concetti tipici del DS anticipati di 20 anni…) e di Sergio Caputo (in tour in italia in queste settimane…. venerdi prox a milano per chi lo apprezza) ….giusto perche’ un po’ di ironia non guasta mai (“bimba se sapessi che malinconia , tutte quelle balle sulla fantasia, guarda che mestiere che mi tocca fare , solo per riuscire a navigare in questo pazzo mare”….), e per noi della “GENERAZIONE C” serve a risollevare il morale…
Prossimamente nelle migliori sale…
mf
chissà se qualcuno ci sta pensando…
X Luigi:
Anch’io ho realizzato il mio sogno! Volevo più tempo per me stesso e meno per questo pazzo mondo; più sogni per me stesso e meno servitù per lo stupido mondo. Sembra piccolo ma è il primo passo di sogni più grandi, quindi è: GRANDISSIMO!
Saluto, devo preparare la torta.
Ciao!
ciao Simone,
è probabile che la cozza diventi io…ho letto il tuo libro, segnalatomi da Francesco (a proposito,mi aveva detto Lui di Reggio, proverò a chiedergli conferma…), ma la mia situazione è molto complessa…comunque è vero, la paura è la prima complessità…
In ogni caso, se non verrai a Reggio, verrò a trovarti io..chissà potremmo scambiarci ricette da barese a genovese su come gustare i pesci dei ns mari. oppure potrai darmi qualche consiglio su come godere dei posti che amiamo senza doverci svenare….semrpe davanti a un buon bicchiere.
A presto
Luigi
Ciao a tutti. Questo blog pare più un club….più o meno tutti la pensiamo allo stesso modo, ma…. non vorrei che si finisse tutti schiavi di un sogno (io per primo, ragazzi…)e si rifletta la ns immagine nell’unico che lo ha realizzato: Simone. Forse Simone dovrebbe aprire una società di consulenza…ma solo per persone veramente convinte di volercela fare!!!
E’ la prima volta che mi aggiungo a voi, abbiate pazienza…
Simone, è vero che in maggio sarai a Reggio Emilia per presentare il libro?
luigi, sai il punto è che nel nostro mondo serve tanto coraggio per fare scelte di cambiamento. Se io avessi trovato un blog così quando ero lì, titubante, se andare o non andare… mi ci sarei attaccato come una cozza. Ero così bisognoso di riscontri, idee, conforto, spinte che… Capisco chi viene qui, capisco fino in fondo. Ricordo, soprattutto.
A Reggio Emilia, sì teoricamente ho una data, ma non ho più sentito nessuno, non so se la devo tenere. vediamo. Un saluto!
Ciao, secondo me fra qualche giorno avremo un blog piu’ ricco e carico di “curiosi” che da oggi in avanti leggeranno il numero di Panorama in cui c’e’ l’esperienza di Simone. Sento che sta per arrivare una specie di Tsunami… meglio, piu’ persone che si fermano a riflettere su questi argomenti e che con stupore vedono che migliaia sono gia’ partiti e realmente vivono in maniera diversa. Arriveranno, mi sa, anche mail al curaro…Comunque il blog mi piace sempre di piu’, avanti cosi.. ciao a tutti
Ciao ragazzi
x la cardiologa
coraggio e se ritieni (giustamente) che lo stipendio sia basso vola in un altro paese Germania o meglio USA le paghe sono un altra storia. (scelta non facile andarsene ma l’ Italia ..sta scivolando in basso)Se rimani in italia va avanti e la tua professione e’ di grande rispetto alla fine le persone valide vengono fuori
Ciao Simone
ormai sei ognidove belle foto,e va avanti in quello che credi
Questo blog e’ bello e avrei tanto da dire e condividere ma c’ e’ anche altro per il momento ti saluto ci risentiamo piu’in la’ ancora auguri x tutto.
Ciao
Edy
Navigando tra i blog ho trovato questo articolo molto bello e chiaro a mio avviso, vedi tu se pubblicarlo subito, poi come nuovo tema o non pubblicarlo perche’ fuori tema.
Ciao
Daniele
http://www.generazioneblog.it/dal-web-10-al-web-40/
Anche io, milanese classe 1967,single, no figli, mi ritrovo in pieno nella descrizione della nostra NON generazione che fai su Panorama, ulteriore precisazione di quella fatta nel tuo libro. Siamo stati nessuno.Ora basta: vogliamo volerci bene.
Anche io ho fatto una specie di DS, cambiando lavoro e città, ma è riuscito imperfetto, perchè resto sempre lavoratore dipendente.E sono ancora in crisi e in cerca. Appeno finisco di ascoltarmi, ne scriverò qui, in sintesi.
Grande risposta Simon. Sprizza energia da tutti i pori quello che hai detto a Elena. Forza, davvero, non c’è niente di cui preoccuparsi. Tanto se la fine è la morte, cosa può capitare di così tragico da qui ad allora? Solo che ci intristiamo… Reazione! Youuuuhu!
Comandanti ottomani, accidenti tema affascinante, io sono in pausa e ho nello stack paul auster e simone perotti.
Si vede di taglio e poi c’e’ un casino peggio della mia scrivania, 🙂
Ma hai dovuto trattarla dopo la levigatura ? Non e’ come una mensola, una scrivania e’ un oggetto che vive.
X Elena: Una cardiologa che usa gli aggettivi “umanamente e socialmente” oggi meriterebbe il nobel e 5000Euro al mese per me. Cmq la via di uscita c’e’, come dice Simone, non mollare, caso mai una volta al mese ti prendi un giorno sabbatico facendo il pieno di colesterolo (quello cattivo) e trigliceridi ma soprattutto di sano e salutare egoismo.
Ciao a tutti,
non so voi ma io sono entusiasta di questo spazio, del blog, dei commenti che vengono inviati, del confronto che continua a svilupparsi tra di noi. Ho finito di leggere gli ultimi commenti al post “Avvenire”, mi piace leggere le differenti opinioni e considerazioni, ognuno parte dalle proprie esperienze personali e cerca a suo moodo di dare un contributo. Perchè mi sembra sempre più evidente che tutti noi (partendo da Adesso Basta per poi trovarsi su questo blog) sentiamo un’esigenza comune di cambiare la nostra vita, più o meno radicalmente. Credo che sia questa comune sensazione a farci commentare e discutere. Ma non giudichiamo, come anche altri hanno sottolineato prima. Troppo facile liquidare tutto con un facile e rapido giudizio. Molto meglio sforzarsi come fanno molti di portare al gruppo le proprie esperienze anche se discordanti.
L’articolo di Panorama. Prima cosa trovo fighissimo che sia uscito proprio su questo settimanale, spero che si uniranno a noi nuove voci… L’articolo che ha scritto Simone è centrato sulla realtà dei 40enni, trovo che l’analisi sia realistica, sicuramente non in modo assoluto ma credo che molti la possono condividere. Io sono un trentenne ma mi sono ritrovato in alcune parti, le differenza tra le nostre 2 generazioni non sono enormi, ma comunque ci sono.
E noi 30enni, noi generazione x, y .. dei mille Euri, etc… Niente da dire riguardo l’analisi proposta da Simone? Io per esempio, non ho quasi mai avuto la fortuna di entrare in una impresa o settore che funzionasse bene, che vendesse, che assumesse o in cui si respirasse aria di crescita e di positività. Inutile dire che anche la mia attuale occupazione è nella medesima situazione, che ridere… Ormai ci sono abituato, per me la crisi e la precarietà sono una costante, la normalità. Ho fatto sicuramente degli errori anch’io per carità, forse non mi sono impegnato a sufficienza e non ho avuto costanza, ma davvero non sono mai riuscito a credere fino in fondo al mondo del lavoro che ho incontrato e che mi hanno proposto, neanche agli inizi. Non è una cosa grave, c’è chi ha ben altri problemi, l’importante è non adeguarsi e, con tutte le difficoltà del caso, trovare un’altra strada…
Ciao a tutti
PS. Simone complimenti per come hai sistemato l’ultimo piano del fienile…
grazie del tuo entusiasmo cece. Mi fa veramente piacere che qui ci si senta a casa. Trentenni, cinquantenni, chiunque.
Avvenire, Panorama, oramai sembra proprio che siano piu’ controcorrente di chi porta la bandiera dell’alternativa sostenibile. Sara’ vero ? o sta solo cambiando la corrente e l’hanno capito per primi ?
Ma e’ casa tua quella nelle foto ? Accidenti complimenti, davvero bella, manca solo la cantina con i vini ed e’ da sogno.
Ma la bandiera turca ?
Sto studiando i comandanti ottomani del rinascimento, la bandiera l’ho presa a istanbul e a Turgut Reis, dove sono andato per fare interviste, studiare, consultare libri. Grazie dei complimenti, mi ci sono spaccato la schiena su sto fienile… Però grande grande orgoglio. Hai visto il tavolo dove scrivo? Era una vecchia porta abbandonata. Con la cera d’api sopra devi sentire com’è diventata liscia (dopo ore a levigare, per altro…). Ciao!
Caro Simone,
ho 29 anni, specialista in cardiologia.
Terminata la specializzazione credevo di smettere una schiavitù e sono più schiava di prima.
Mi piace il mio lavoro, lo trovo umanamente e socialmente utile, ma praticamente da sempre non ho il tempo di vivere. Mi sento sotto assedio.
Non posso dire nemmeno di avere una carriera e quindi mi sembra presto per il cosiddetto downshifting, ma sono già esausta prima di cominciare. Avere fatto la prima della classe per quasi 29 anni adesso comincia a pesarmi.
Nonostante lavori dalla mattina alla sera ( e più del 50% del mio lavoro non sia pagato in attesa di un contratto che non so quando verrà), guadagno poco più di mille euro al mese.
Quando arrivo a casa sono esausta.
L’anno scorso, nonostante adori il mare, sono riuscita ad andarci sono 2 volte e nell’unica settimana di ferie.
Non so se hai qualche parola da spendere per me. In questo pomeriggio grigissimo mi viene da pensare, come spesso negli ultimi tempi, che non c’è via d’uscita.
Un caro saluto. I tuoi pesci sono bellissimi.
E.
Elena, eh no! Capisco i momenti, certo, però che cavolo, sei stata la prima della classe, sei diventata una specialista… ti pare che una persona così in gamba debba dare forfait?! Come facciamo a dimenticarci tutti di quanto siamo ofrti quando ci mettiamo d’impegno?! Ma non vi ricordate gli esami in quinta elementare? Tanta paura, disorientamento… però passati. Lo stesso alle medie, e poi il ginnasio, il liceo o quello che avete fatto. E poi la vita, per qualcuno l’università, per altri le sfide di trovarsi qualcosa da fare. E poi l’amore, la famiglia, gli amici. E il lavoro, i colloqui, e a volte ahnno scelto noi, noi rispetto a mille altri. I concorsi… Tutte sfide, tutta roba dove potevamo soccombere. E invece no, invece siamo qui, sul pezzo, senza mollare. Nessuno ha mollato, mai. Mai! E ora cos’è tutto questo avvilimento? Fosse per la morte, capirei. Ma non è per quello. E’ solo un po’ di stanchezza. Però forza, su in piedi. Adesso. In piedi con gioia, con ottimismo, nulla di ciò che abbiamo davanti è essenziale. Moriremo tanto quanto farà quello che a noi pare che sia un Dio. Non abbastanza Dio per sopravvivere. Da qui ad allora è una cosa qualunque, una passeggiata, con o senza difficoltà, ma da prendere col sorriso. C’è modo di essere migliori, sempre. Bisogna lavorarci però. Forza e coraggio. In piedi. Stand up!