Istantanee da Renato Reis…

“Non c’è bisogno di dire. Si dice sempre dopo. Prima ci sono le cose. Ma se ci sono già le cose, allora parlare, dopo, è superfluo.”

“Condivido, anche se non bisogna esagerare,” la stuzzico.

“Io invece amo ascoltare. Mi piace che un estraneo mi racconti le sue storie. Senza storie saremmo perduti. Quello che viviamo è sempre molto meno di quello che diciamo, sentiamo, immaginiamo. Come quei versi… Ciò che di più importante abbiamo è invisibile agli occhi. Quando qualcuno ti parla ti racconta quella parte invisibile.”

“Io la pensavo così, Gilda. Ma credo di aver cambiato idea. A me quello che è invisibile mi fa incazzare… Se una cosa non si vede per me non c’è.” Sabrina si schiera dalla mia parte, cosa che un po’ mi stupisce. A pelle mi tiene lontano, ma razionalmente vuole che siamo simili.

“Ma non è possibile sapere tutto!”

“Beh, però anche non sapere mai niente…!”

“Meglio niente che farsi dire delle palle,” sentenzia Sabrina.

“Beh, questo è indubbio. Ma il problema è di chi aspetta segni o di chi dovrebbe farli? Chi ci perde di più: chi non si manifesta o chi si illude che prima o dopo qualcosa verrà?”

“Bel problema Renato… Fammici pensare.”

Chi si illude! Chi lo autorizza ad illudersi?” dice Sabrina, con un vago sentore di disprezzo nelle parole.

“Qui non sono proprio sicuro, Sabrina. Non dire fa male a chi attende quelle parole, ma soprattutto a chi non dice. Non fare fa male a chi non fa. Chi aspetta può soffrirne, certo… restare deluso, ma la sua anima non è dannata. Se ci pensi… quello era pronto, volendo c’era. Solo, non è stato fortunato. Ma con altri, domani, potrà andare meglio. Chi s’illude compie peccato mortale verso la propria vita, verso la realtà, ma c’era, era lì, e questo rendeva possibile che tutto accadesse. Chi si nega invece non ha speranze, perché non se ne dà lui stesso. Pensaci… Poteva dire, fare, rilanciare, proporre, tentare… ma non l’ha fatto. Non stiamo parlando di chi sceglie di non dire, ma di chi non sa, non riesce, non capisce che può volere. Nessuno saprà mai quel che non ha detto o fatto. Neppure lui stesso. E alla prossima occasione accadrà ancora, e ancora, perché illudersi è un difetto morale, mentre non dire è una condizione interiore, un limite esistenziale. Una tara permanente.”

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57 pensieri su “Istantanee da Renato Reis…

  1. Premetto di non essere ferratissima in materia, ma la differenza fra il manzo e la carota non sta nel fatto che il primo, oltre a possedere dei recettori del dolore proprio come noi, possiede anche una sua coscienza che gli permette di rendersi conto che lo si sta ammazzando, e la seconda no?

  2. Aggiungo a posteriori una considerazione. Lodevole l’interesse per la salvaguardia animale, ma siamo sicuri che cinque minuti prima di morire ci metteremo a ricordare compiaciuti che, invece, di un quintale di carote abbiamo risparmiato un centinaio di buoi? Sarà così determinante, farlo? Essere in un modo o in un altro va a vantaggio esclusivo di chi sceglie di essere coerente con ciò che ritiene un valore importante. Punto. Non è un valore aggiunto. Mi infastidisce questa prosopopea che si preoccupa dei diritti dei manzi, dei conigli e dei polli e se ne frega di quelli delle verdure. Qualcuno si preoccupa delle formiche che calpesta o dei ragni che ha ammazzato? E dei passerotti che ha fatto fuori correndo in autostrada? Eppure il mio pettirosso, quando ha finito il suo cibo, svolazza sul gradino davanti alla mia portafinestra per farsi notare e indurmi a rimetterlo nella casetta degli uccelli. Un esserino di 10/12 grammi con un cervello che avrà la dimensione di una lenticchia. Eppure sa che posso aiutarlo e usa un’affascinante forma di astuzia che non stento a definire intelligenza. Non l’ho inventate io le caratteristiche umane: non ho voluto io che l’uomo avesse bisogno di proteine, per sopravvivere e mi sembra strumentale fare un distinguo tra i santi sterminatori di insalate e i perversi assassini carnivori. Il fatto, poi, che queste fisime non avrebbero più ragion d’essere in tempo di guerra, la dice lunga. A volte per distinguere una falsa credenza da altro, basta chiedersi se serva davvero alla sopravvivenza: la risposta è tutta lì. Il resto sono solo mode culturali e vestitini da sfoggiare a una cena per rendersi interessanti. Uno vale l’altro. De gustibus.

  3. Ciao a te, 1light! Concordo pienamente con la tua interpretazione del rapporto tra il protagonista e la donna da lui amata, ho pensato esattamente le cose che hai efficacemente descritto. Però il signor Corona è un tipetto un po’ complicato e la donna in questione deve averne viste di tutti i colori. Gli arcobaleni sono bellissimi, ma perché si manifestano raramente e non per anni.

    Quanto agli elefanti volevo solo far notare che anche un’elefantessa può essere definita una grande artista; il fatto che quella del video sia un’artista (dipinge quadri)è evidente; che sia anche una -grande- artista è insindacabile, vista la stazza. Le definizioni, insomma, lasciano sempre il tempo che trovano e sono soggette all’interpretazione (molteplice!) di chi guarda e giudica qualcosa.

  4. Ciao Silver!
    Stavo anch’io chiedendoti spiegazioni sugli elefanti, l’altro giorno, ma mentre scrivevo ho capito.
    Questa storiella Zen si riferiva al post del comandante più che alle buonissime zuppe di legumi, è l’esternare quello che si è dopo averlo capito, il dichiararsi pur avendo timore delle conseguenze e nonostante la paura scegliere di mettersi in gioco.
    Proprio come in “Come sasso nella corrente”: il protagonista, pensavo, non si dichiara, non si alza e dice a tutti di amare quella donna, adducendo scuse: i figli, la gente e poi l’età.
    Pensavo a quale grande rammarico il protagonista senta quando intuisce che non è più il momento di amare, ma poi si salva e decide di amare ancora di più, addirittura a distanza e si dichiara finalmente, a suo modo, col suo linguaggio, col suo modo di esprimersi, scrivendo questo libro, trascendendo l’amore fisico, il contatto, andando oltre.
    Con questo libro Corona si è alzato e a detto alla sua lei che l’ama.
    Non sgridarmi dai, sai che sono una romanticona…
    Hai dato un’occhio a 7mosse per l’Italia? Hai visto che Farinetti sapeva già ad agosto che Monti sarebbe diventato presidente del nostro consiglio? Pensa un pò…

  5. Mi sa che mi è sfuggita una puntata: 1light cosa c’entra la storiella zen con i legumi della chefa? C’entrano le fave e i piselli, per caso? E’ l’unico nesso che mi è riuscito di trovare! Anche se la storiella è molto carina e mi sembra azzardato cercare risvolti attinenti ai legumi. Comunque, Mauro Corona (eh, sì, sempre lui!) non sa cucinare! Organizzate qualcosa per insegnarglielo: sopra una barca a vela sarebbe splendido, per un montanaro come lui! Questo accostamento è molto più azzardato del precedente e mi ha suscitato una notevole ilarità!

  6. @anna
    sì anna, dopo circa 30 anni da onnivora, ho cominciato a ridurre sempre di
    più il consumo di cibo di origine animale e da un po’ di anni non lo mangio
    più e provo a comunicarne i motivi attraverso la mia cucina, il mio blog

    oltre il 90% delle persone che vengono ai miei corsi o che mi chiamano per
    cene o eventi sono onnivore, ma onnivore che:
    -sono in un momento di cambiamento della loro vita e vogliono provare a
    cambiare anche (o come prima cosa) un’azione che fanno tutti i giorni, più
    volte al giorno: mangiare
    -sono curiose di apprendere nuovi sapori, nuovi accostamenti
    -cominciano a farsi domande sulla quantità e sulla qualità del cibo animale
    presente nei loro piatti
    -sono convinte onnivore ma vogliono in generale ridurre la quantità di cibo
    animale
    -hanno problemi di salute (propri o familiari) e vogliono alleggerire i loro
    piatti
    -sono sorpres@ da come si possa magiare in modo gustoso per gli occhi e per il palato senza cibo animale e dopo aver già fatto corsi o cene con me tornano o mi reingaggiano
    -una piccolissima parte difficilmente è animalista, vegetariana o vegana
    (quell*, spesso, hanno già fatto scelte e hanno già imparato a cucinare cose
    alternative)
    il CAMBIAMENTO, la CURIOSITA’, il FARSI DOMANDE, la RIDUZIONE,
    l’ALLEGGERIMENTO, (lo SCALARE MARCIA, vogliamo chiamarlo così?..) sono i
    termini più ricorrenti nelle loro presentazioni quando faccio fare un giro
    di “come mi chiamo e perchè sono qui stasera”..

    @silver
    sarò seria (anche se mi piace sempre scherzare con te ; )) ):
    quanto al vento prodotto dai legumi conosco molta gente che non mangia mai
    legumi eppure si lamenta di avere produzioni “eoliche” importanti.. è, come
    sempre, questione di quantità e di abbinamenti e -se vogliamo andare
    sull’aspetto salute- di condizioni generali del nostro intestino, più o meno
    ricettivo, più o meno provato dall’alimentazione troppo “carica” a cui ci siamo via via abituat* da un paio di generazioni a questa parte (la famosa “accelerazione” dei consumi riguarda tutti i consumi, anche il consumo di cibo e soprattutto di un certo cibo
    -molto carneo, molto raffinato e sempre meno “integro”, scelleratamente
    fuori stagione, spesso di origine tropicale, molto trattato chimicamente, ecc., ecc.- quell’accelerazione
    per la quale da mesi tampìno perotti invocando il downshifting anche nella
    sua cucina e nella sua cambusa.. ma curiosamente nel momento in cui
    introduco questo argomento -non sempre ma spesso- è il momento in cui lui
    volta pagina e scrive un nuovo post.. ; ))) )
    silver (e red), quello che si fa con i legumi è: ammollarli bene, cuocerli
    altrettanto bene, aggiungere dell’alloro in cottura, non magiarne grandi
    quantità e soprattutto masticarli bene (masticare bene, altra abilità che abbiamo
    perso in questo mondo così “accelerato”.. masticare bene, altra possibilità di
    downshifting..)
    ultima cosa, silver: difficilmente propongo un corso solo sui legumi,
    preferisco comporre menù completi che abbiano un senso dal punto di vista
    dei colori, dei nutrienti, dei sapori, delle consistenze,.. ma per volontà
    dell’associazione che mi ha contattata, il menù -dall’antipasto al dolce- è
    stato segmentato in 6 serate e quella sera toccava ai legumi..

    @ red
    sulla banalità del cibo non mi riferivo a te, se leggi meglio il mio comment (tra l’altro chiaramente provocatorio.. ; ))) )
    simone qualche post fa rispose a qualcun@ con una battuta che svalutava i
    siti/blog in cui si parla di “tagliatelle”.. forse si riferiva anche alla “chefa”, forse no, non lo so, ma la cosa mi ha sorpresa non poco considerando
    quanta importanza ha il cibo nella nostra vita di consumatrici/tori e anche
    in quella di simone (che ha pure una pagina di cucina nel suo blog, cucina
    che io considero altamente impattante sull’ambiente e poco in linea con il
    downshifting, ma mi sono già espressa più volte sia con lui personalmente
    che con voi su questo argomento e vedo che poch* raccolgono.. per mille
    motivi, ognun@ ha i suoi..)

    a proposito di legumi, visto che è il momento adatto dell’anno (momento che io da molti anni sopporto sempre meno e quest’anno ancora meno..): mangiate più lenticchie (non troppe, silver, però!..) e meno zamponi e cotechini… ; )))

  7. Anch’io Anna, anch’io vegana, anzi, più precisamente seguo il regime igienista da più di un anno.
    Concordo con te, sia con le motivazioni ambientali sia per quanto riguarda lo spettacolare risultato sullo stato di benessere. Ma hai ragione anche sul fatto che parlare di alimentazione scatena dibattiti infiniti…mamma mamma…

  8. Si il tuo budget lo conosco, pag.58! I libri mi piace comprarli perchè per me sono soldi ben spesi.Volevo sentire anche altre opinioni 😉
    p.s.Di cellulare spendi un botto eheh.

  9. @ Silver
    Grazie per la indicazione del nome del piatto! Adesso posso capire di cosa si tratta.

    @ Chefa
    Mi sono perso la passata critica alla tagliatella… solo volevo dire che non é affatto banale la fatica che bisogna fare per tirare la sfoglia: va lavorata non solo finché l’ impasto non é liscio, ma devono apparire delle minuscole bollicine d’ aria.

    In generale: il problema delle correnti d’ aria dovrebbe essere determinato dalla buccia dei legumi, a causa del loro contenuto di zuccheri. C’ é una qualche procedura che forzi a separare la buccia dal legume?

    Sui trulli:
    Non vedo perché non possa essere alla base di una costruzione una pietra portante piuttosto che solamente in alto come nel caso della chiave di volta degli archi portanti e della loro variante in archi rampanti.
    Di logica se togli pietre alle fondamenta di un edificio quello che c’ é sopra crolla…
    “Si pensa che in origine i trulli fossero stati ideati in questo particolare tipo di modalità costruttiva per evadere il pagamento delle tasse sulle case. Ci sono varie teorie in proposito. Una di queste afferma che i Trulli venivano usati per comunicare mediante segnali di fumo l’arrivo di eventuali controlli; in quel caso venivano letteralmente scoperchiati, in attesa di essere ricostruiti una volta passato il pericolo. Una diceria popolare vuole che nell’approssimarsi della venuta del padrone che chiedeva il pagamento del dazio per la residenza nel terreno, ai cozzari bastasse tirare via una sola pietra per far crollare tutta la costruzione, facendo apparire il tutto come un semplice cumulo di pietre.”
    http://it.wikipedia.org/wiki/Trullo
    Comunque questa é materia tecnica… bisognerebbe domandarlo ad un ingegneri di trulli; sono ingegneri che si specializzano in questa particolare abitazione e vengono consultati quando si effettuano restauri o modifiche a dette costruzioni.

  10. @chefa

    Sbaglio o sei vegana? Se si, sono strafelice che qualcuno abbia accennato l’argomento, e portando proprio le argomentazioni piu’ in sintonia con il DS – non scialacquare le risorse del pianeta e, perche’ no, nutrirsi in modo sano, completo e nutriente spendendo ASSAI MENO dei carno/latto/ovopescivori.
    E voila’, sapendo per amara esperienza che poche affermazioni al mondo scatenano piu’ polemiche di “sono vegetariano” o peggio ancora “sono vegano”, vi invito a qualche riflessione a riguardo.

    Io, sono stata vegetariana tanti anni e sono vegana da uno circa. Una rara buona cosa che ho ricavato dal mio posto di lavoro, perche’ e’ attraverso l’esperienza di una collega che mi sono convinta.

    E adesso scatenatevi, spero che la finora comprovata elevata qualita’ del dibattito su questi schermi mi risparmi “ma anche le carote soffrono”, “e’ impossibile/fa malissimo vivere senza consumare prodotti animali”, “ah io proprio non potrei perche’ se non mangio carne…(e a seguire qualcosa di apocalittico, di regola falso)”. Vi abbuono “mangio carne perche’ mi piace”, pero’ allora una riflessione su quanto costa a noi ed al pianeta mi aggraderebbe…

    Salutoni

  11. Solo grazie per il post. Ritorno qui dopo due settimane di viaggio vero. Trovo ‘sto post. I commenti me li leggo attenta poi, ho solo dato una scorsa… Torna la parola “filosofia”. Cos’è? Solo dire le cose. Vero. Io non lo so se le cose ci sono, hanno verità, al di là del nostro dire. Dubito fortemente. So che di sicuro acquistano senso e verità solo se le diciamo. Parlano solo con la nostra bocca/occhi. Dire le cose. Fare lo sforzo di ridirle, sempre uguali, sempre nuove (un estratto conto lo dico/leggo oggi in una maniera, con sentimenti, intonazioni, desideri e aspettative diverse da come lo dicevo 10 anni fa *non ce l’avevo perchè ero troppo piccola, ma lo immagino. Se sbaglio correggetemi*. Se quella stessa cosa la dico in maniera diversa significa che sono cambiata io, la cosa e il mondo attorno. Devo rendene conto, è un atto di civile responsabilità morale. Dire questo cambiamento, riposizionare cose e persone dicendole è far filosofia. Cosa che possiamo/dobbiamo fare tutti. Non è filosofia far trip mentali sul perchè del mondo, di Dio, ecc. invece). Ecco. Dire le cose è una buona forma di filosofia (ma anche di poesia, di letteratura). Solo che appunto non c’è LA verità da dire. Una sola eterna verità. Ci siamo noi (scomposti a nostra volta) e le cose. E i rapporti sempre nuovi che si creano, che creiamo dicendole e dicendoci in esse. Anche questa è responsabilità nostra. Non è una tara, è una scelta. Lo spazio in mezzo fra noi e le cose lo colmiamo solo noi, con le parole. “Tessere da tessere”. Dire le cose, posizionarle fuori, nei discorsi, nei pensieri, nel paesaggio (quante delle catastrofi/alluvioni/disfatte ecologiche che abbiam di fronte nascono proprio da questo non saper dire le cose? quanto di questo accanimento di cattivo gusto urbano/paesaggistico deriva dal non saper dire le cose, dal non saper dire noi stessi. Dire anche come forma di bellezza, armonia di uno stare al mondo antico). Dire le cose fuori crea le geografie in cui viviamo, segna gli spazi anche dove stiamo noi. Da A a B. Dentro e fuori. Prendere misura. Dire le cose, prendere misura, dare senso, trovare la direzione di cui progettare e vivere. Allora io credo che esistiamo solo in questo racconto *individuale-collettivo* del dire le cose per dire dove stiamo noi. Se esistiamo, poi possiamo agire.
    Sì, dovrebbero impallinarci, noi filosofi siamo inutili! Se mi impallinate anche qui, avete pure ragione, tanto più che son andata a flusso di coscienza… Emigriamo di continuo per questo… Soprattutto in questo mondo bislacco. Eppure ci crediamo. Diciamo le cose anche noi. Peggio degli scrittori, sicuro. Ma ci proviamo… Anche questo è un modo (l’unico modo che abbiamo noi) per salvare noi stessi e tutto quello che amiamo attorno. Grazie per il post. Stasera mi sento meno sola a leggerlo. Grazie.

  12. Urka! LIGHT LUCIA
    Ti scrivo a parte, non intendevo mescolarti al minestrone di risposte precedenti.

    Un bacione ed un abbraccio forte forte
    a LUCIA!

    p.s. esagerata! quale sir, sono un ragazzo di campagna con qualche pregio e molti difetti, ma va bene così…

  13. Oooh, adesso che ho leggiucchiato qua e là, vi racconto la splendida serata passata ad ascoltare Mauro Corona, un tipo strepitoso già solo a guardarlo; chi avrà occasione di ritrovarlo nella sua città a presentare il suo ultimo libro vada perché ne vale senz’altro la pena (che non è una pena, ovviamente, è un modo scemo di dire come tanti altri). Il Teatro Puccini era non pieno, di più, era stragonfio di gente al punto che gli organizzatori (il CAI di Merano), che non si aspettavano una simile affluenza, si sono scusati perchè molta gente è dovuta rimanere in piedi o è addirittura rimasta fuori. Il tempo è passato tra letture varie di brani tratti dai suoi libri, racconti esilaranti e leggeri delle sue avventure di vita, persino drammatiche: il tutto ridicolizzando gli innumerevoli paradossi del nostro modo di vivere assurdo, pieno di fretta, senza rispetto per la natura, incline al consumo inutile e frenetico di oggetti stupidi. Soprattutto con l’avvicinarsi del Natale ha augurato a tutti “un Natale povero e creativo”: ha invitato a fare regali che abbiano un senso, un’utilità per chi li riceve e a regalare a chi non ha niente, piuttosto che a chi ha già tutto. Insomma, un’occasione di far fare ginnastica al cervello. E mi è tornata in mente mia madre che raccontava, tanto tempo fa, che il suo Natale più bello era stato quando, finita la guerra, la nonna aveva regalato a tutti i nipoti dei mandarini: quel profumo le era rimasto indelebilmente impresso nella memoria come qualcosa di meraviglioso. E io ho pensato che i vari aggeggi da usare col computer, tanto ambiti dai ragazzini di oggi, non profumano: anzi, è probabile che abbiano un odore schifoso di plasticaccia. Cosa ricorderanno, loro tra sessant’anni?

  14. @Gilda la curiosa: agli incontri di Perotti ho conosciuto molta gente che poi legge e scrive in queste pagine ed ho contatti anche telefonici, mi è capita anche di persona, una ragazza anche ieri sera a teatro, esempio.

    @Sara un’ altra gaffe da aggiungere alle tue: non riservo rancore con nessuno,evito di confrontarmi con te e te lo scrivo chiaramente.

    @Attilio la vergogna è fottere il prossimo e la comunità in genere e spesso è uno sport nazionale molto diffuso, c’è poco da scherzarci sopra, specie al sud.

    @angelodivi a teatro faccio parte dell’ organizzazione e recito pure.
    Non preoccuparti dei miei resoconti, so sbagliare da solo e so dove tagliare quando necessario.
    Teatro è cultura, a differenza del SUV, mi sa che hai perso occasione per riflettere, pensaci bene…

    Ma no che il capitano non vende la barca a vela, dai, è un augurio a non mollare, anche perchè le barche si vendono a peso omai…(tra l’ altro).
    Purtroppo chi ha passione vera e la utilizza regolarmente paga anche per la maggior parte di diportisti da strapazzo
    che fanno danni 15 giorni all’ anno.
    E vabbè , dai capitano che aspetti ad riproporre per il nuovo anno un calendario di attività: forza e coraggio.

    Vado a comprar buon vino sfuso, magari gutturnio, da gustare con 4 amici di fronte ad un piatto di tagliatelle al sugo di cinghiale: alla buona salute degli amici ed alla faccia dei nemici.
    VALE

  15. Ah, Perotti, l’abbiamo capito tutti che F.S. è il grande amore della tua vita… Mi ti vedo, a desiderarla anche fisicamente e a chiederle: “Vela dai?”

  16. Ehi, ma è bellissima l’idea dei weekend primaverili in barca a vela! Tra l’altro si potrebbe abbinare ad un favoloso menù a base di legumi della chefa, così anche se non c’è vento le vele le gonfiamo lo stesso: propulsione naturale, insomma, da veri downshifters.

    Per il tifoso della Frittatensuppe, in italiano Celestina: io però di celeste non vedo niente! Questo sito ha qualcosa di familiare…

    http://qbincucinaquantobasta.blogspot.com/2009/03/frittatensuppe.html

  17. @vale
    andare a teatro è uno spreco, un costo da tagliare, un consumo non essenziale a vivere. Vedi che subito ti ho beccata una spesa inutile? perchè i teatri costicchiano e tanto….a meno che tu non intenda il biglietto del teatro come spesa essenziale irrinunciabile come il piatto di pasta. Ma con questa mentalità allora ogni spesa volluttuaria fino al lusso estremo diventa essenziale: il SUV è essenziale per tanti che lavorano 20 ore al giorno per mantenerlo “perchè mica posso andare in autostrada o in montagna con la punto”…(dice una cosa simile pubblicità radio…) e così via.
    Io non vado a teatro cinema bar, nulla. film e teatro li puoi vedere in vario modo gratis….E ti assicuro che non faccio vita monastica, anzi…
    Dai! riprova a fare un check sulle tue spese inutili e vedrai che puoi dimezzare alla grande. Il limite insuperabile è il mangiare.
    riprova, sarai + fortunato.

  18. Simone, ti prego non vendere la tua barca! Fai qualche weekend a vela in primavera, ci veniamo volentieri e ripaghiamo la tassa!Io non sono riuscita a venire l’anno scorso,ma mi piacerebbe riuscirci il prossimo anno.

    ps. sono anche in attesa di leggere il seguito di Uomini senza vento, bello leggere il work in progress.

    • ciao ylenia, ma no che non la vendo… farò tre weekend di mare in più, investirò questo tempo per preservare un grande amore: Faamu-Sami. ciao!

  19. Mmmm da pugliese doc sapevo che la chiave di volta del trullo è solo una leggenda e il trullo non crollava affatto. Nell’arco etrusco invece si che la chiave di volta aveva funzione portante…
    Comunque Valentino ipotizzando che sia vero perchè ci vedi una vergognosa furbata in un’abitazione “smontabile”? Non certo per polemica ma perchè mi piace cercare di capire le opinioni altrui se ben argomentate.
    Esempio moderno: questi simpatici signori

    http://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/in-europa/casa-riciclata-brittany-groundhouse.html si sono autocostruiti la casa con materiali riciclati. Io trovo giustissimo che paghino tasse bassissime o addirittura nulle:recupero dell’acqua piovana, pannelli solari collegati a luci a led,riciclo delle acque sporche, perchè lo stato dovrebbe chiedere soldi a questi tizi alla pari di altre abitazioni?

    2)Complimenti per chi riesce a vivere con cifre così basse. Io a fine anno chiuderò con circa 11.000 euro di uscite in un anno. Sarei curioso di conoscere la vostra percentuale suddivisa tra spese per cibo/casa/auto/tasse/acquisti.Io sono fregato dall’auto che me ne ciuccia ben 4500!
    azz sorry Simone per aver impiegato questo angolo filosofico per fare un po’ di conti della serva…Renato mi perdonerà 😉

    • Attilio ciao. il mio budget è su Avanti Tutta, con split per voci di costo e tutto il resto. 9600 euro all’anno, non molto diverso dal tuo. Anche senza comprare il libro, sfoglialo in libreria e guardatelo lì. ciao!

  20. Valentino…?? forse non hai letto gli auguri, sinceri, da me rivolti a Lucia per il suo onomastico odierno: segno che non serbo alcun rancore IO… TU invece… mamma mia! Bravo, vai a teatro che è meglio, magari ti calmi un po’.
    Lieta serata (altro augurio sincero; anche per te nessun rancore).

  21. Beh, Sara rivolgiti a Lucia: io che c’ entro?
    Scrivi poi di giudizi? Boh
    Ho solo riportato complimenti!

    Delle tue incomprensioni francamente non me ne importa nulla.

    Mi sa che sei la stessa che ha formulato gli auguri di buon anno l’ 8 dicembre…

    Vado a teatro: è meglio…

  22. Quello che vuole dire Simone, almeno la mia interpretazione, è che con la “filosofia” si può riuscire ad essere creativi nel tentare di sviluppare modi alternativi di vita “il più possibile indipendenti” dal sistema. Personalizzati e che partono dal basso. Poi l’evoluzione di queste esperienze su larga scala risulta indeterminata ma questa è anche la sua forza. Ma veramente questo è l’unica cosa da fare in questo contesto neoliberista in cui di fatto il “modello di business” dominante è in conflitto permanente con la vita in senso lato?

  23. @ Valentino, concordo con Simone: non capisco il senso…

    Circa il tuo giudizio su 1light (alla quale porgo anch’io, comunque, sentiti auguri…): “sempre gentile e cordiale, carina nei modi e sobria nell’ espressione”… Be’, con me non è stata esattamente così: tutt’altro!

  24. @red

    aaaaaaaaaahhhhhhhh, red! hai nominato le tagliatelle, ossia cibo, quella roba così bbbanale di cui si parla in quei siti di cucina così bbbanali… ; DDDDD (vedi comment di perotti all’interno di un post di qualche settimana fa che non ho tempo di andare a riprendere perchè mi sto preparando per stasera quando terrò un’importantissimo e nobilissimo e altamente filosofico corso di cucina monografico su legumi e loro derivati.. hummus di ceci, ragù di fagioli neri, lenticchiette piccanti alle pere, bocconcini di tofu impanato e fritto, burger di fagioli borlotti, vellutata di piselli e zucca… ; )))

    …se è vero che
    “La filosofia (dal greco φιλοσοφία, composto di φιλεῖν (filèin), “amare”, e σοφία (sofìa), “sapienza”, ossia “amore per la sapienza”)[2] è un campo di studi che si pone domande e riflette sul mondo e sull’uomo, indaga sul senso dell’essere e dell’esistenza umana e si prefigge inoltre il tentativo di studiare e definire la natura, le possibilità e i limiti della conoscenza”
    io stasera ci metterò tutto l’AMORE per questa SAPIENZA che utilizza proteine di origine vegetale, PONENDO E PONENDOMI DOMANDE, RIFLETTENDO E INDAGANDO SUL SENSO di utilizzare più di 1/3 di tutto il cibo coltivato sul pianeta solo per alimentare gli animali da allevamento, SUL SENSO delle lunghissime e energivore catene del freddo necessarie per conservare il cibo animale, TENTANDO DI STUDIARE i limiti di questo modello di sviluppo occidentale che ci ha portati a consumare troppo cibo in generale, parte del quale troppo impattante per la salute delle persone e del pianeta)

    perotti, simone, marinaio, scrittore, filosofo, cuoco…io sto ancora aspettando di mostrarti quanto si possa (tutti i giorni, o a giorni alterni o una volta alla settimana,..) mangiare gustoso, sano e altamente nutriente senza sfinire definitivamente le risorse di questo pianeta..
    ..e poi, secondo le filosofie orientali tutto ciò che è vegetale (in particolare i cereali con il loro portamento e soprattutto le loro spighe che svettano verso l’alto) ci avvicina di più alle vibrazioni dell’universo…
    quindi anche il pensiero filosofico, forse ci guadagna, se la panza non è satura di grassi saturi…o no? ; ))))))

    ..silver non infierire, please, sei invitata anche tu se perotti mi fa cucinare prima o poi sulla sua barca (prima che la venda!!!! ; ))) ) o da qualche altra parte purchè se magna (come dico io, però!!!) ; )))) e vedrai che manicaretti…
    aaaaaaaaahhhh, ho detto manicaretti!… si può dire manicaretti in questo post/blog così filosofico??????? ; DDDDDDDDDDD

    ..qui la ricetta della vellutata http://www.lecuochealpotere.it/vellutata-di-piselli.html

  25. Simone, filosofia fine a se stessa: a volte diventa inconciliabile miscelare fatti di vita quotidiana a teorie fantasticate allo stato puro.
    Poi ben venga la filosofia e tanto di cappello al tuo lavoro, sia chiaro.
    Estraniarsi dal mondo contemporaneo vuol dire anche perdere il contatto con la realtà: secondo me è un equilibrio da non
    sbilanciare e sottovalutare.
    Modesto e discutibile pensiero, ovviamente…
    Ritraduco che con la filosofia non ci paghi i debiti e men che meno risolvi i problemi.
    A volte tralascio il fatto che tu sei più sognatore ed io più calcolatore.
    Siam diversi,per fortuna, anzi te ne do atto che hai un plus in più… ti stressi meno!
    ciao marinaio
    vale

  26. Penso alla vergognosa furbata del trullo con pietra portante da rimuovere al momento del controllo esattoriale.
    Ok questa è la tipica mentalità italiana, al sud poi…
    centrato il discorso, abbiamo compreso perchè siamo rovinati.

    Buon per chi si ferma a 5.000 euro annui,
    di spese in uscita: auguri.
    Usi un termine improprio angelodivi:
    io non conosco sprechi da anni, mi spiace per te.

    Ora ci gustiamo un dolcetto di con il caffè, piccola delizia mattutina…
    buon dì
    Vale

  27. Oggi S. LUCIA il giorno più corto che ci sia, così recita un detto popolare.

    Buon onomastico a LIGHT LUCIA, sempre gentile e cordiale, carina nei modi e sobria nell’ espressione.

    Trincia, i numeri sono numeri; quale netto o lordo, amico mio ho scritto cifre ben diverse dalle tue, fai il bravo va…
    Addirittura nel tuo scritto, escludi fascie di popolazione: non non è così…
    I debiti son debiti anche se entri in pensione diventi disoccupato o separato, anzi diventano il maggior problema legato all’ insolvenza
    della rata.
    C’ è chi parla di filosofia e di temi più leggeri da affrontare: provate ad andare in banca ad onorare un debito facendo filosofia e vedrete cosa accade!
    Buona giornata
    VALE

  28. Se posso permettermi, è uno scritto troppo ermetico, mi è di difficile lettura.

    @vale: sei ancora troppo sprecone, puoi fare di più: io non supero i 5000 euro annui. 🙂

  29. Marco dice:
    “Meno possiedi e meno ti tassano..”

    Mi fa tornare in mente che i trulli a secco avevano alla loro base una pietra portante che se veniva tolta li faceva crollare interamente. Questo espediente veniva adoperato ogni anno prima che gli esattori passassero, in modo da non dovere pagare le tasse sul possesso di un’ abitazione; in seguito veniva ricostruito.

    Adesso abbiamo il governo Berlusconi-Bersani, mi sembra un po’ improprio chiamarlo governo Monti, visto che costui é un semplice prestanome.

    Concordo che bisogna trovare il modo di guardarsi dentro; non é detto che da soli ci si riesca completamente, per questo anche le riflessioni degli altri sono utili a ragionare.
    Non so bene da che derivino le ansie delle persone, la paura dei cambiamenti, ma gli effetti si vedono! Anni fa ricordo di aver letto i risultati impressionanti di una ricerca sul consumo di un noto farmaco contro l’ ansia, facilmente acquistabile in farmacia. Il numero dei consumatori era aumentato in Italia nel periodo in cui ci si apprestava ad entrare nell’ Euro di, non ricordo se, 500.000 o qualche centinaio di migliaia in più di persone, in prevalenza casalinghe. E in quel momento non avevamo particolari infauste prospettive economiche. Se la gente assume sostanze a gogò anche in queste circostanze c’ é davvero da ragionare sull’ equilibrio mentale.

    Canederli, strudel di mele…urca!! E vanno ricordati pure gli spätzle.
    Giorni fa mi hanno parlato approssimativamente di un piatto di cui non avevo mai sentito, sfortunatamente non me ne hanno saputo dire il nome e non so come fare per documentarmi. Provo a darne una descrizione e se qualcuno può soccorrermi lo ringrazio assai!
    La procedura é qualcosa del genere: si fa un impasto piuttosto liquido come per le crespelle, probabili ingredienti: farina, acqua, uova, forse altro… si ricava una specie di crespella colando l’ impasto su una piastra calda, poi quando é maneggiabile la si taglia a striscioline come per ottenere delle tagliatelline che verranno cotte nel brodo.
    Dovrebbe essere un piatto dell’ alto Nord Est.
    Altro non hanno saputo dirmi.

  30. Mi piace ascoltare e gli altri amano farsi ascoltare da me,
    le vibrazioni dei loro racconti si mischiano e si confondono con quelle delle mie esperienze
    che poi vogliono venir fuori
    e mi costringono quindi a parlare a mia volta
    tutto ciò ci cambia impercettibilmente
    sempre
    (anche quando non ce ne accorgiamo)

  31. La mia opinione sui giornali la repubblica ed il fatto per quanto possa valere è la seguente:

    – la repubblica è in tutto e per tutto serva del sistema ed utilizza appieno tutti i possibili meccanismi di mistificazione, manipolazione e distorsione di fatti, notizie ed opinioni secondo un disegno che dovrebbe portare benefici ad una parte specifica di attori del sistema.

    – il fatto quotidiano nasce come foglio antiberlusconiano e con delle velleità di indipendenza dal sistema o dai sistemi. Il buon travaglio è un gran lottatore ed abile paroliere. Ha anche subito molti attacchi (querele, pressioni di igni tipo, violenze etc). Concordo quindi sul fatto che non risponde ad una linea editoriale ben precisa ne ad un padrone in qualche modo identificabile fra quelli che abitualmete sono i padroni della stampa.

    Troppo spesso tuttavia trovo gli articoli e le opinioni espresse nel fatto troppo lontane da fatti concreti e da questioni reali. Pare che i giornalisti che ne fanno parte siano un pochino dei dilettanti allo sbaraglio. Il che tuttavia a mio avviso non è da considerare in senso totalmente negativo. ;.)

  32. valentino i tuoi dati sono uguali ai miei, ma al netto degli interessi e sul 100% vanno tolti anziani, disoccupati e in mobilità.

  33. Silver!!! Ed io l’ho beccato ieri alla fiera agricola di Santa Lucia di Piave mentre era in corteo con le autorità: mi son fatta scrivere un “buon onomastico” sul libro appena uscito che comincerò domani (sennò che onomastico è?) quindi non raccontarmi niente, cara la mia gitante termale dai canederli fumanti.

    Simone, mi ha preso in pieno questo tuo nuovo scritto, che ho letto già stamattina prestissimo ed ora ancora ed ancora. Per essere sicura, sicura di me quando mi dico che non voglio morire pensando “perché non l’ho detto? perché non l’ho fatto? perché ho finto?” Io no, non io.

  34. Si, Simone è vero ciò che scrivi sulla nautica.
    C’ è tutto da rifare: sarebbe bello vedere a prua delle imbarcazioni le dichiarazioni dei redditi, così come sulle auto di lusso… o sui cavalli da corsa.
    Ma cazzo, sono più quelli che barano che i regolari!
    Non facciamo i puritani, dai!
    Le dichiarazioni dei redditi degli italiani le conosciamo, quindi evitiamo ogni volta di meravigliarci e polemizzare.

    Purtroppo paga anche chi possiede una semplice ma simpatica bagnarola
    in forma spropositata.

    Chiaro che paghiamo anche per chi ruba ed è qui l’ inghippo, discorsi vecchi come il mondo.

    Unica via d’ uscita ideale: non possedere nulla.
    vale

  35. Simone, non aspettavo altro: che qui si trovasse sempre più filosofia e sempre meno politica o economia. Grazie!
    Mi unisco quindi a te e a Renato Reis nel crescente bisogno di essa; d’accordissimo, inoltre, nel dover cercare dentro e non fuori, nel perseguire silenzio e solitudine per cercare il proprio equilibrio interiore. Bel pezzo, Simone, il tuo. Parecchi gli stimoli e le riflessioni.
    Con gratitudine, ti saluto caramente
    Sara

  36. Ossignur è tornata in pista la silver.
    Il freddo dell’ alto adige ti picchia in testa?
    Oh, cos’ hai con quelli che hanno studiato dai salesiani?
    Attenta alla dieta da quelle parti, va, e non scivolare in bici
    se mai l’hai comprata, magari frenando con il freno anteriore sulla ghiaia!
    buona vacanza
    Vale

  37. Simone,
    credo che l’evoluzione del sistema è quella di evolvere rapidamente verso un liberismo sfrenato tagli alla spesa sociale, servizi, sanità…
    Spostare le pensioni a circa 70 anni significa in pratica eliminare il sistema pensionistico in italia; perche’ la media dei lavoratori starà almeno 15 anni senza retribuzione prima di percepire la pensione, cioè l’equivalente dell’assegno sociale.
    In pratica molti non c’e la faranno ad arrivare a 70…

    Il Fatto su cui scrivi, la Repubblica…. hanno il ruolo di “far finta di criticare il sistema” ma in pratica hanno incentivato e accelerato questo processo di fine dello stato sociale e soluzione liberista in cui chi comanda è il mercato.

    ciao
    giulio

    • su Repubblica non so. Sul Fatto direi che è un giornale diverso. E’ un media di gente che dice cose anche molto distanti tra loro. Difficile trovarci una vera linea editoriale. In questo senso mi sembra un giornale nuovo. ciao.

  38. Trincia, attenzione ai dati.
    Il 75% degli italiani ha casa intestata, di cui il35% è effettivamente proprietario chi ha il mutuo è solo il 40%.
    Il mutuo medio è 25 anni e l’ importo medio non supera le 500 euro.
    Io ti parlo delle mie condizioni di single senza debiti, è chiaro che altri esempi diventano imparagonabili.

    Bella Marco, meno possiedi meno paghi, semplice semplice…

    ciao a tutti
    vale

  39. Ah, dimenticavo! Pure Mauro Corona ha studiato dai Salesiani: è una certezza, quelli che hanno a che fare coi Salesiani diventano tutti strani!!!

  40. Peeerooooottiiiiii………! Io sabato ho visto Mauro Corona a Merano e tu nooooo, pappapperooooo….! E’ scorbutico come te, ma è molto più simpaticooooo, una vera sagoma, pappapperoooo…! E ho comprato l’ultimo suo libro “Come sasso nella corrente” e l’ho letto in un giorno, pappapperooo…. E’ bellissimo (facciamo le serie, adesso), a maggior ragione avendo saputo che la prima parte è autobiografica, tremenda. Cosa c’entra tutto ciò che ho scritto con il tuo post? C’entra, c’entra: mentre leggevo ti ho pensato spesso e mi sono detta: “Toh, mi sa che Perotti a sessant’anni sarà proprio così, ma non lo so se è una bella cosa”. Soprattutto dopo aver letto che recenti studi scientifici hanno dimostrato che la solitudine e la prolungata mancanza di vibrazioni acustiche legate alla conversazione provocano depressione. Quindi, Perotti, di’ al tuo Renatino e a te stesso che ogni tanto parlare a qualcosa serve! Ciao, Perotti, un abbraccio (gelato!) dall’Alto Adige! E uno (caldissimo!) a Valentino! Ah, il tuo è gelato perché te al freddo sei abituato, mentre il Vale è freddoloso! Ai frequentatori simpatici del blog un caloroso saluto, a quelli antipatici niente. E siccome io parlo (IO!), chi mi è simpatico e chi mi è antipatico lo sa benissimo e non corro il rischio di illudere nessuno!!! Vedi, Perotti, che parlare serve?

    Fragorosamente vostra, Silver Silvan che tra un po’ si va a mangiare un bel canederlo alla faccia vostra! E pure un Apfelstrudel!

  41. Mah… in italia l’80% delle persone ha un mutuo tra gli 800 e i 1000 euro al mese. Solo di quello escono sui 10.000 euro l’anno. Del restatante 20%, se togli quelli che hanno uno o più figli all’università o genitori a carico, ne restano ben pochi che possono contenere le uscite sotto i 10.000 all’anno. Io, con una figlia piccola e senza mutuo ho uscite sugli 11.000 annui.

  42. caro Simone,
    scrivo semplicemente per dirti GRAZIE per aver scelto di condividere con una platea indistinta di lettori la tua esperienza di downshifter, tanti nei libri quando in questo mai banale blog.
    Io ho fatto una scelta intermedia rispetto al DS. Da poco ho deciso di abbandonare il precedente posto di lavoro per esercitare in proprio la mia attività di libero professionista. La mia vita è cambiata, finalmente posso gestire in autonomia il lavoro, senza dover subire imposizioni di orario e tutto ció che ne consegue.
    Non ho mai pensato di mutare integralmente vita, fondamentalmente perchè mi piace la professione che svolgo, nell’ambito della quale posso aiutare le persone.
    Cerco di svolgere la mia attività senza avere come stella polare il denaro: cerco di rifiutare di assistere chi si trova in difficoltà economiche e, almeno nell’immediato, nell’impossibilità di pagare la parcella. Non aspiro ad entrare nel gotha dei professionisti della mia città, non anelo l’accettazione in qualche esclusivo club… vorrei che al mio nome non si associasse il concetto vacuo di “professionista di successo”, bensì quello di professionista onesto e scrupoloso.
    Mi sono liberato della schiavitù della busta paga, accettando il rischio di non guadagnare una cifra sicura ogni mese, perchè mi sono reso conto che l’equazione “felicità = acquisto” non regge.
    Conseguentemente ho rinunciato, o meglio ci sto provando, a partecipare alla corsa ai consumi, corollario della corsa al guadagno. Dopo diversi anni di superlavoro mi sono reso conto non solo di non aver guadagnato in proporzione alle energie profuse, ma anche di aver trascurato le relazioni interpersonali con amici e parenti e di non aver coltivato a sufficienza le mie passioni. Mi stavo inaridendo poco alla volta, quasi senza rendermene conto.
    Quindi ho detto basta.
    Questa scelta, maturata poco alla volta, è stata possibile anche perchè grazie ai tuoi libri ho avuto la prova tangibile che una vita fuori dal sistema guadagno-consumo-guadagno era comunque possibile. La mia scommessa è quella di farcela continuando comunque a svolgere il mio lavoro, quello per cui ho studiato tanti anni e che continua ad appassionarmi.
    Per vincere questa scommessa, bisogna rinunciare al superfluo… a cosa serve un’auto da 50.000 euro se poi non hai nemmeno il tempo di usarla per accompagnare i tuoi figli alle loro partite di pallone?
    a cosa serve indossare un capo d’abbigliamento da 1.000 euro per andare al lavoro se poi non hai il tempo di scambiare quattro chiacchiere con gli amici veri perchè il lavoro stesso ti sovrasta?
    Ora che sto cercando di metterlo in pratica, forse inizio a capire il concetto di “rivoluzione individuale” tanto caro a Simone. La frequentazione di questo blog è stata, ed è tuttora, un momento di grande riflessione e, spero, di crescita personale. Un caro saluto a Simone ed a tutti voi.

  43. Capitan Perotti, anche quest’ anno, ho centrato l’obiettivo delle spese personali in uscita: 9.000 euro.
    Sta a testimoniare che, come affermiamo da anni, si può vivere con poco evitando sprechi, senza far mancare il necessario.
    Certo che, 1, 100, 1.000 di noi ed il sistema consumistico va in malora.
    Io vado avanti per la mia strada, non so voi…

    Buona giornata
    Vale

    • Giulio, ciao. Quello in questione è un dialogo a tre tratto dal romanzo che sto scrivendo. Parla di noi, di come spesso invertiamo l’ordine delle responsabilità tra chi parla e chi ascolta, tra chi dice e chi non dice, tra l’esserci e il fare di tutto per non capire. Ha molto più a che fare con la crisi, anche se parla d’altro, di quanto non sembri. Quello che sta accadendo dal punto di vista economico e sociale, ad esempio. Tu dici che ci stanno facendo il culo… A me pare che stiamo soltanto tornando a una dimensione meno drogata, più reale, da paese povero, senza risorse energetiche, senza una forza lavoro a basso costo, senza materia prime. Cioè quello che siamo veramente. Solo che prima, come nel dialogo che ho scritto, invertivamo l’ordine dei fattori: pensavamo di essere ricchi invece eravamo poveri; dovevamo cercare dentro e invece cercavamo fuori; dovevamo perseguire silenzio, solitudine, equilibrio, e invece facevamo casino, rumore, ci spingevamo oltre il limite. Cosa pensi che abbia creato questa crisi se non l’ambizione a smettere di essere come eravamo, per diventare altro, che non potevamo essere, che non saremmo mai stati? Non trovi che siano tutte inversioni, tutti capovolgimenti, tutti fraintendimenti?

      Fare “filosofia” è l’unica cosa che abbiamo l’urgenza di tentare, in questa epoca. Da sempre, a dire il vero. Le risposte ad alcune domande urgenti non sono nei bilanci, non sono nei conti, e neppure nelle rivendicazioni, nelle manifestazioni, nei movimenti organizzati. Ti risulta che possano ascoltare, questi governanti? Ti risulta che l’abbiano mai fatto, o che ora, con una crisi economica così violenta, possano permettersi di farlo, anche volessero? La strada, credo, è obbligata, ed è una strada di riduzione, di contenimento, di decrescita, di risparmio, di contrazione. Di ritorno, per tentare una metafora.

      Di cosa vorresti che parlassi qui? Di quanto è ingiusta questa o quella cosa? Di quanto noi che non siamo economisti possiamo proporre vie economiche migliori di quelle che vengono perseguite? Vorresti che qui ci arrabbiassimo, urlassimo, facessimo quel che avviene in questo momento su migliaia di blog, sui giornali online, dovunque? Beh, a volte capita di indignarsi, a volte capita di denunciare paradossi. Io stesso l’ho fatto, spesso. Ma nei miei saggi, così come nella mia mente, sempre di più, io cerco di capire cosa devo fare per trovare l’equilibrio, per non cedere al ricatto di un sistema che non posso cambiare se non dopo essere cambiato io. L’equilibrio che serve per vivere nel modo più adatto a me non può darmelo Monti, o la Merkel. Non hanno molto a che fare con me quei signori. Mettono una tassa sulle barche? Fanno bene, chi le ha ha più soldi e deve pagare di più la crisi. La mettono sbagliata, senza fare differenze tra piccoli armatori e grandi armatori, tra chi lavora e chi non lavora con le barche, senza considerare già la deregulation dei costi dei posti barca, etc etc? Fanno male, non capiscono che così mettono in ginocchio un intero settore. Ma vedi, questo settore è piccolo, non ha voce, nessuno che lo rappresenti, dunque deve subire. Quella legge della rappresentanza, dei numeri, delle lobby non può essere cambiata. Posso organizzare un assedio sulla costa accanto a Roma, con 100 barche alla fonda che attirino televisioni, giornali, radio. Lo so anche fare, tra l’altro. Ma a cosa servirebbe? Per me questa tassa è una bella botta. Dovrò lavorare tre weekend in più per pagarla. Oppure vendere la barca, smettere di averne una con i miei due soci. Vedremo… Ma il punto non è quello. Non è mai fuori il punto.

      Dunque capisci meglio, ora, forse, perché sempre di più si parla di filosofia qui. Io morirò, e non tra cento anni, bensì tra trenta, quaranta, se sono fortunato. Allo stesso modo sono morti, prima o dopo, quelli che hanno subito la crisi degli anni ’30, quelli prima di loro che hanno vissuto i drammi che hanno costellato la storia del nostro Paese dall’antica Roma fino ad oggi. L’umanità si muove così, per strappi, crisi, drammi, cadute. In questa epoca poi, il sistema vigente è quello del capitalismo sfrenato, che anche adesso, anche mentre noi stiamo scrivendo o leggendo, cerca soluzioni giuste ma all’interno di uno schema sbagliato. Ciò che determina quello schema è la filosofia, non l’economia. Se si continua a spingere per una vita fatta di eccessi, di consumismo, di sopraffazione dei deboli, di lavoro sopra ogni altra cosa, non è per ragioni economiche o sociali, ma filosofiche. E’ la filosofia che sta dietro quelle soluzioni ad essere sbagliata (secondo me, dal mio punto d’osservazione), non le scelte che si prendono, per buone che siano, a valle di essa. Dunque la causa, non l’effetto. E a me piacciono le cause. Gli effetti servono solo per misurare.

      La Chiesa paghi l’ICI! Certo, giusto. La tassa sulla nautica è forse corretta, ma è fatta male! Certo, giusto. Col carburante così alto non possiamo vivere normalmente. E’ vero, credo. … … Però l’errore non è lì, non è in questi punti. Sul Fatto, nelle interviste, mi sentirai dire il peggio di queste cose, mi sentirai aggredire la malafede e gli errori. Ma qui, in questa piccola oasi di comunicazione, dove forse è possibile parlare di cause, di matrici, di impostazioni, di sentimenti, di scelte… qui non ha molto senso questo gran battage. Ne avrebbe se non ve ne fosse già tanto in giro, ma non si legge altro che invettive e proteste. Qui io ho bisogno di fare il diario di bordo delle cause, tentando di capire cosa sta dietro le nostre resistenze, i silenzi quando dovremmo parlare, le paure che impediscono una decisione, le ragioni della crisi di una generazione come la nostra, quella dei quarantenni, mai stati rivoltosi, mai stati neppure veri consumisti, un po’ in bilico, sempre, da sempre, tra cose non nostre. Chi parla, nel dialogo a tre qui sopra, sono tre esseri umani così…

      Dietro questa crisi, come fino a poco fa dietro Berlusconi, c’eravamo e ci siamo noi, che appaltiamo le decisioni importanti, riduciamo lo spazio della nostra libertà, evitiamo di guardare in faccia, negli occhi, le nostre debolezze, come se curarle e mitigarle non fosse la chiave di tutto. Dietro questa crisi ci sono comportamenti che non vogliamo cambiare, che inquinano, oltre al nostro pianeta, le nostre vite. Quei comportamenti vanno cambiati, non le finanziarie. Ma dietro quei comportamenti ci sono dinamiche psicologiche che incidono sul nostro coraggio, sulle nostre paure, sul nostro non sapere chi siamo, cosa dovremmo cercare, in che direzione muoverci. Quesiti che riguardano la nostra esistenza, non le nostre finanze. Ecco perché qui, sempre di più, troverai più filosofia che politica o economia. Perché è di quello che abbiamo smesso di occuparci, e i risultati si vedono. E’ di quello che abbiamo bisogno. Almeno, ne ho bisogno io, e con me Renato Reis…

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