Lettere dal penitenziario…

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193 pensieri su “Lettere dal penitenziario…

  1. CAPITAN PEROTTI!!!
    Ricordo tuoi precedenti scritti, in cui affermi che molto spesso si finisce di parlare di quattrini.
    Quando non si sa cosa fare, o ci si lamenta, o si parla di denaro: è vero!!!
    Si mugugna in continuazione, scrivendo che la vita è dura, il potere d’ acquisto scende, i servizi costano, i soldi in banca non sono remunerativi in termine di interessi e via dicendo.
    SOLITI DISCORSI DA BAR…
    Perdiamo, invece,di vista, la finalità di miglioramento della qualità di vita e le piccole gioie del quotidiano.
    Sappiamo tutti che i carburanti sono aumentati, basta lamentele, corriamo ai ripari, se possibile, consumando meno o usando mezzi alternativi.
    Spesso ci si incasina in vecchie retoriche,
    che non portano a a nessun ragionamento.

    oggi S. GENNARO “facc ‘e GRAZIE”

    VALE

  2. Simone,
    Ti volevo ringraziare di nuovo per le bellissime parole pronunciate alla presentazione di Ancona. Io sono quello che ti ha dato la mano alla fine parlandoti dei tuoi libri che avevo sottolineato e di stojan decu che stavo leggendo ( non so se ti ricordi).

    La cosa che ho trovato più bella del tuo discorso è il richiamo all’orgoglio e alla dignitá della nostra povertà economica e della povertá storica del nostro paese. Ricordo che nell”87 andai in Portogallo e rimasi veramente colpito dalla dignità del popolo portoghese che, sebbene povero, non sembrava affatto che si sbracciasse o cercasse scorciatoie per venirne fuori. Forse dovremmo prendere esempio da certi paesi più poveri che i veri maiali, banchieri ed economisti d’europa, chiamano volgarmente PIGS credendo di aver coniato un acronimo intelligente.

    Grazie ancora,
    Mauro

    • Grazie a te Mauro, anche per i tuoi occhi pieni di luce e di emozione. Ti vedevo mentre parlavo, tu ed altri, ed ero lieto di parlare a persone con sguardi così attenti e vivi. Non sempre accade. Ciao e grazie ancora. a presto.

  3. Dax,
    Riguardo la mia situazione odierna te l’ho gentilmente spiegata in ben due post, si direbbe proprio che sei “accecato dalla rabbia”. Riguardo al fatto invece che io avrei guardato dalla finestra i “coglioni” che vanno a lavorare, come dici te, non credo proprio di essermi espresso in questi termini (francamente non mi va di andare indietro a rivedere tutti i post) anche perché avrei dato del coglione a me stesso visto che l’ho fatto per ben 25 anni di seguito. Fare queste scelte non è un gioco da bravi ragazzi come forse tu credi e per quello che mi riguarda l’ho preparata in molti anni di duro lavoro provenendo da una famiglia povera anche se incline al risparmio (mi sono per questo trovato una casa a Roma Monteverde di 55 mq senza dover fare un mutuo) e da una serie di scelte personali molto importanti di cui vado fiero.
    Saluti,
    Mauro

  4. Egregio DAX, intanto, di come mi mantengo sono fatti miei, anche perchè io, certe domande, non mi sono mai permesso di porle ad altri.
    Scritto ciò, affermo che,porto rispetto a chi quotidianamente si guadagna da vivere, anche perchè sono nato operaio e ne sono fiero.
    I progetti sono personali,cuciti su misura, ognuno poi si modella il proprio come crede.

    Perotti sei più sognatore,
    IO sono più calcolatore.
    Siamo diversi, ed è giusto sia così.
    Attenzione che di personaggi che hanno sbagliato manovra ne esistono a bizzeffe, da quanto ne so: il successo si sfoggia, il fallimento si nasconde.
    Ti porto un esempio: di europei ai CARAIBI,in cerca di vita nuova, MA FALLITI,ne sopravvivono a bizzeffe.

    EVVIVA COMUNQUE l’OTTIMISMO
    VALE

  5. Ho letto tutti i commenti riguardo l’indipendenza psicologica/economica e in teoria li sottoscrivo in pieno, ma in pratica mi chiedo: non è che, alla fin fine, si rischia di diventare un po’ str…etti? Perché fra l’auspcabile bastare a se stessi e l’altezzoso “non ho bisogno di nessuno,io!”, il passo è davvero breve…E poi è proprio tanto tragico aver bisogno degli altri, quando questo bisogno si risolve in un libero e volontario aiutarsi reciprocamente?
    Certo è molto personale, ma non vorrei che per la paura di perdere questa famosa indipendenza totale, si finisse per chiudere fuori tutti gli altri.
    Non so, ma per il momento preferisco il saltuario bisogno alla monolitica indipendenza…

    Voglio chiarire che la mia è una riflessione personale che non vuole assolutamente prendere “di mira” nessuno.

    @Silver Silvan, grazie della tua risposta.

  6. Dax Dax… l’affitto non lo pago perché ho lavorato così tanto che ho saldato tutto.
    Altre domande concrete?
    Non ho mai parlato di coglioni che lavorano, non mi permetterei mai.
    In bocca al lupo, però meno rabbia ti gioverebbe.
    Simone, solidarietà a me no, eh?!!
    Silver!!! Allora, che ne dici del nostro comandante live?

  7. @Dax
    Ti ho scritto così solo perchè Mauro lo spiegava in quel post…
    Dopodichè, se solo gli ex manager e gli ereditieri fortunati facessero downshifting, credo che non saremmo in tanti su questo blog; io per prima non ci sarei!

    Se ne sono andati! Orgogliosamente, avevo sulla mia corda da bucato tre canottiere: una verde, una bianca e una rossa!

  8. Ciao Simone, sono rinetrato alla base e diventato zio a proposito di figli….
    Quanta roba, quanti post, molto interessante, grande che hai pubblicato questo video di Agosti..
    Un abrazo
    Cece

  9. @1light: ma di cosa vai delirando??
    Attacco sotto la cintura il mio??
    O di chi sostiene di mettersi col mento appoggiato alla finestra per commiserare il triste spettacolo dei coglioni che la mattina vanno a lavorare?
    Cosa ti fa pensare che io abbia accettato la mia vita “standard” come la chiami tu? Non sarà magari che NON ho la possibilità di fare altrimenti?
    Ah, già, ma non è questione di soldi, dimenticavo: tu come paghi l’affitto, per esempio? Oppure non lo paghi?

    …colpo basso…ma abbassate la cresta e portate rispetto a chi si fa il mazzo per forza.

    @piera: se Mauro vuole rispondere può farlo senza avvocati difensori, grazie.

  10. valentino, sai che non condivido. il punto non è ciò che ero, ma ciò che sono, come vivo oggi. L’evidenza te la dà proprio un fatto, come tu lo chiami: nessuno che abbia cambiato vita (ne conosco a migliaia) è mai finito alla mensa dei poveri. ciao!

  11. Scusa Dax, ma prova a leggere il post n.18 di Mauro…magari cambi opinione!

    Un saluto a tutti! Oggi siamo assediati da un gruppo di persone molto raffinate che grida “Padania Libera”…che dire!?

  12. Dax, come mai sei così arrabbiato?
    Secondo me qui nessuno sta insegnando a vivere economicamente sulle spalle degli altri, mi sembra un attacco sotto la cintura, come te anche il mio compagno, mi sembrate spaventati di perdere la persona che avete a fianco perché non vuole fare la vita standard che invece voi accettate. E questo vi fa andare in bestia: tirate fuori conti e bollette come se l’Enel dovessimo mantenerla noi, come se per mangiare ci volessere centinaia di euro al giorno, come se doveste portare voi questo zaino ds. Non preoccupatevi, che siamo grandi e responsabili: se decidiamo di fare una scelta per la nostra vita (che fino a prova contraria è una ed irripetibile e quindi va scritta direttamente in bella copia), la facciamo consapevolmente, accettando anche il rischio di sbagliarci e di modificarci ancora.
    Possibile che non capiate che non si tratta di un gioco? Nessuno vuole mungervi il sangue, o dovrei dire il denaro, perché mi pare che per voi il denaro sia la linfa vitale. Per voi però…
    E se fosse la vostra paura di rimanere poveri e soli ad essere messa in discussione? Se fosse il pericolo di mettervi in gioco e non avere più la vostra immagine di lavoratori (e non avendo altro, diventare niente) a farvi arrabbiare così?
    Devi considerare che chi decide di scalare lo fa perché è successo qualcosa di molto grave nella propria vita, magari un problema di salute o un’occhiata allo specchio una mattina fatidica in cui ci vedi solo quello che gli altri vogliono vedere, non tu.
    Marika, quel libro è piaciuto molto anche a me: lo prendo spesso in mano ed ho provato a mettere in pratica alcuni insegnamenti però nei rapporti importanti mi trovo a donare senza ricevere una pippa… forse bisognerebbe selezionare le persone che meritano amore.
    Vorrei sapere che ne pensi.

  13. @Valentino: anche tu dovresti spiegarci come ti mantieni, perchè se no sembra che i dritti siate voi e dall’altra parte ci sono quelli che non hanno capito un cazzo della vita.
    Scava scava e viene fuori, come ho già detto, che i downshifter di casa nostra predicano bene e razzolano piuttosto male. Tra gli ex-manager risparmiatori e gli ereditieri fortunati, tu tra a quale categoria ti senti di appartenere?

    Sempre perchè i soldi non c’entrano…

  14. Leggo di “scambio di regali”, la profonda comunicazione tra due persone:
    boh? sono senza parole…

    Entro invece in conflitto di pensiero con PEROTTI, riaffermando che SCALARE MARCIA, in forma decisa, è PER POCHI!
    L’ esempio rapporto di coppia lo conferma.
    Determinante è la situazione patrimoniale, piuttosto che l’ eta anagrafica, figli a carico, debiti, preparazione programmata da anni ecc ecc.
    Rimango convinto che chi sbaglia manovra, rischia con estrema facilità di ritrovarsi alla mensa dei poveri.
    Esistono forme soft, tipo la riduzione dell’orario lavorativo, piuttosto che il trasferimento in provincia.
    Soluzioni palliative, che però non portano all’aumento di benessere psico fisico.
    SIMONE, dai, ammettilo, siamo in pochi, fortunati, ad aver agito decisi e determinati, complici di situazioni personali molto avvantaggiate rispetto alla media.
    Questa è la “VERA VERITA”.
    Forse ho peccato di presunzione, convinto di ciò che affermo, supportato però, da dati di fatto.

    SOGNI D’ ORO
    VALE

  15. Rispondo alla considerazione di SILVANA, scrivendo che,non ho segreti particolari da nascondere, nel narrare storie di vita personale, semplicemente per trasmettere ciò che ho scelto di intraprendere, non certo per sfoggiare il mio status.
    Niente partner volanti o vita sbandata, anche se se son capitati periodi da single, vissuti da scapolone: che male c’è?
    Non ho mai confidato a nessuna donna situazione patrimoniale e reddituale, mai condiviso debiti o mutui,conti correnti od altri beni.
    Troppa gente si è rovinata in caso di separazione!
    Sicuramente sono scelte forti, che però ripagano in caso di problemi pesanti.
    Chiaramente faccio parte di una cerchia ristretta di persone, mi ritengo fuori dalla normalità nelle scelte e posso permettermelo.
    Confesso che sono molto 2calcolatore”, non ho voglia di incasinarmi.
    Chiarisco che NON sono milionario, scanso dubbi, so semplicemente godermi la vita con tutti i miei difetti e limiti.
    Sono abituato ad esprimermi chiaramente:
    CHI MI AMA MI SEGUA.

    SALUTI DA VERBANIA… in attesa della piggia
    VALE

  16. Interessante questa discussione sulle relazioni di coppia nel DS e su bisogno e desiderio.
    Mi viene in mente un libro di Osho:”Con te e senza di te” che a me è piaciuto molto. Come personaggio è ancora più discutibile di Agosti, però nei suoi scritti magari sfrondati da un certo misticismo e da toni da guru si trovano interessanti considerazioni. Lui fa una distinzione tra amore-bisogno e amore-dono.
    La vera, profonda comunicazione tra due persone, secondo l’etimologia indicata da Simone è, in estrema sintesi, uno scambio di regali.Si fonda e trae alimento non su quello che ci manca e che l’altro compensa e “riempie”, ma su quello che “ci avanza” dopo che siamo stati, spesso e volentieri, da soli.
    In questo sono molto d’accordo con Simone sia come “teoria” che come scelta di vita.

    Certo Silvana, se invece condividi la quotidianità, il “lesso” e il mutuo è più difficile se uno intraprende un percorso DS o comunque un percorso di cambiamento e l’altro no. Se ognuno è a casa sua con propri spazi e tempi e poi si incontra e si scambia “regali” di vario genere, è forse più semplice.
    Concluderei con una citazione dotta.
    Alla fine, la soluzione potrebbe essere: “Ciascuno a suo modo”

  17. @Mauro: ah ecco, mi pareva.
    Alla fine qualcuno che lavora c’è sempre.
    No, perchè anche a me piacerebbe giocare a fare il musicista, il poeta, lo scrittore, il conferenziere, se avessi, come nel tuo caso, qualcuno che mi paga i conti a fine mese.
    E’ facile pontificare e giudicare con atteggiamento di sufficienza i poveri stronzi come me che vanno tutti i giorni a lavorare, come se fossimo tutti pecoroni ammaestrati e inconsapevoli e da questo traessimo il massimo divertimento, ma la verità è che ad avere le spalle coperte son bravi tutti.
    E per piacere, non venite a menarmela con il fatto che i soldi non c’entrano, perchè a meno che non scriviate da un rudere abbandonato e non viviate coltivando con le vostre mani i prodotti della terra non potete parlare.

  18. Per la serie “Stasera mi va di essere precisa perchè mi pare proprio sia il caso, visto che nel minestrone, in teoria di verdure, ci vogliono mettere di tutto”

    bisogno

    mancanza di qualcosa che sia indispensabile o anche solo opportuno, o di cui si senta il desiderio

    desiderio

    sentimento di ricerca appassionata o di attesa del possesso (!), del conseguimento o dell’attuazione di quanto è sentito confacente alle esigenze o ai propri gusti

    to downshift

    1 to change to a lower gear in a vehicle

    2 to change to a job or a style of life where you may earn less but which puts less pressure on you and involces less stress.

    Il resto sono illazioni puramente personali. E’ bene sottolinearlo. Così nel minestrone ci può finire il cavolfiore, i broccoletti e pure la salsiccia, volendo.

    E’ mezzanotte. Buonanotte da Cenerentola, no è uscita, la prima downshifter al contrario!

  19. Non c’entra con il post!Premetto…

    22 settembre 2011, ore 19:00, Venezia, C/o Hotel Londra Palace, Riva degli Schiavoni, 4171, Simone Perotti presenta “Avanti tutta”

    Scusa Simone, ma come funziona? Si va lì direttamente o si contatta l’Hotel prima?
    Sono troppo curiosa… sai chi ha organizzato questa presentazione?

    Pensa che ti ho “conosciuto” leggendo Adesso Basta; una mia grande amica era stata alla Feltrinelli di Mestre ad una tua presentazione e voleva che regalassi il tuo libro a mia sorella per Natale due anni fa. Io ho visto il libro e le ho detto che mia sorella non avrebbe “retto”, nel senso: ti avrebbe odiato.. Così l’ho comprato e me lo sono letto io!
    Basi e struchi!

  20. Bello il discorso del downshifting in relazione alla coppia…Tuttavia mi chiedo: se entrambi sono aspiranti o reali downshifter non c’è problema , ma se uno dei due ha questa visione e l’altro no come la mettiamo? Alla fine il downshifting diventa un vero e proprio “stile di vita” ,non una cosa da poco… Se io consapevolmente scelgo di lavorare meno, di evitare persone che mi sottraggono energie, di rinunciare a determinate cose ben sapendo che queste rinunce mi consentiranno di fare 100 passi in avanti verso il mio benessere e l’altro è ancora invischiato nelle beghe di lavoro, negli straordinari, nel tornare distrutto a casa la sera…è ancora possibile camminare insieme? Chissà…

  21. @ Valentina, ci ho pensato e ti rispondo: hai ragione, sacrifici e rinunce hanno a che fare con il senso di responsabilità, nient’altro.

  22. Il mio bisnonno ha inciso su una pietra questa frase nel giardino della casa di campagna: “Se vuoi vivere bene, nasconditi bene”.
    E con questo … ho detto tutto 😉
    W i propri spazi, anche e soprattutto nella coppia!
    Anche io non comprendo quelle coppie che vivono in continuazione “tra amici”. Dico sempre dopo una giornata di lavoro particolarmente difficile che non vedo l’ora di arrivare a casa e di mettermi seduta al centro del mio orto in posizione ZEN … cosa che non faccio mai, ma mi fa bene all’anima pensare di poterlo fare!

  23. Sì, vabbè, bei discorsi: non mi va di entrare in dettagli personali, la vivrei come una forzatura e non lo farò. Mi permetto solo di far notare che questi discorsi sono validi per chi non ha fatto certe scelte e vive da uccel di bosco, per la serie -ognuno a casa sua- e partners volanti che vanno e vengono: ma spesso, nella maggior parte dei casi, direi, ci si ritrova incastrati con attività, conti, abitazioni e proprietà comuni e non è così semplice come la mettete voialtri, recedere da certe situazioni. Basti pensare che qualsiasi coppia abbia acquistato una casa, si ritrova a pagare un mutuo intestato ad entrambi, molto probabilmente. Devo entrare nei dettagli? Quindi, ribadisco, sono discorsi validi per un ristretto numero di persone, anzi, ristrettissimo. Amore e soldi dovtebbero essere tenuti rigorosamente separati, ma capita di rado, perché la fiducia attribuita al partner è superiore a quella che riservi ad un perfetto estraneo, in genere. Ne ho un esempio sotto gli occhi in questo periodo di quel che può succedere, con risvolti tragici e non dico altro, perché non mi va di raccontare i fatti miei, figuriamoci quelli altrui.

    Buona serata.

  24. CAPITAN PEROTTI, nell’ultimo tuo intervento sei stato semplicemente fantastico.
    Hai sintetizzato al meglio, con poche parole.
    Quando affermi che in coppia ci si regge in piedi per DESIDERIO E NON PER BISOGNO,
    focalizzi in pieno il ragionamento.
    Amici, sono troppe le coppie che si “STAMPELLANO”, uno con l’ altra, sopravvivendo e sopportandosi.
    Basta guardarsi attorno.
    Se poi ci informiamo sulle statistiche, ci mettiamo le mani nei capelli.
    Ribadisco, per quanto mi riguarda, giusto o sbagliato che sia,anche in coppia non svendo dignità e libertà; ovviamente cercando compromessi, ove possibile.
    Ricordo con soddisfazione, di aver “buttato all’ aria”, nel 2009, una relazione, con una situazione patrimoniale
    “COMODA COMODA”, anche se ho sofferto sentimentalmente.
    Ragionando, invece, avrei dovuto accettare compromessi maldigeribili nel tempo.
    Pazienza, va bene così, io non dico “SI” quando è un “NO”.
    Giusto o sbagliato che sia.
    Non ingrasso certo gli avvocati matrimonialisti; questo è poco ma sicuro.

    BUON FINE SETTIMANA
    specie ad ANCONA,
    e nel GOLFO DEI POETI.
    Io sarò sul LAGO MAGGIORE, in occasione di un convegno di lavoro.

    VALE

  25. Si, molto bello quello che scrive Simone sul vivere separati….Io riesco con fatica a condividerlo con la mia lei….in effetti non sempre è facile trovare un buon equilibrio e devo dire che io non sto ancora al punto di Simone, nostro GURU (Simone scherzo ovviamente), ma non dispero di arrivarci. Per l’intanto spesso con la mia compagna ci confrontiamo e qualche volta facciamo delle piccole vacanze o week-end da soli o con altri amici, senza contare che tra lavoro e impegni vari in effetti ci vediamo proprio poco, generalmente la sera e fino adesso per me è ancora un grande piacere….poi vedremo.

    Ciaooo !
    MAuro

  26. @Mauro
    grazie dell’approfondimento. Scusa se me la sono presa con te, vedo che in realtà la situazione lavorativa della tua compagna non c’entra nulla con le tue possibilità di downshifting – tant’è vero che guadagni più di lei, semplicemente facendo quello che ti va. Che poi è quello che Simone ha ripetuto in mille modi – il punto non è NON lavorare, ma vivere una vita migliore: se poi la consegui, una vita migliore, lavorando diversamente, magari puoi lavorare anche di più. Oppure, se sei un tipo da “annuso le margherite”, che va benissimo, come dicevo prima ti attrezzi per non annusarle sulle spalle di qualcun altro.
    E intendiamoci, vale nelle due direzioni – troppe signore hanno dato per scontato che il marito si accoppasse di fatica in un lavoro che magari gli andava stretto per non rinunciare – insieme – a determinate comodità.
    Prima di essere azzannata dalle femministe, categoria alla quale appartengo con fierezza anche se sembra ormai fuori moda, credo sia evidente che non mi riferisco alla donna che non lavora perchè non ne ha la possibilità o peggio perchè è il marito stesso che non vuole.
    Libertà per tutti! Ma la mia libertà finisce dove comincia la tua.

  27. “è che se uno vuole fare il downshifting, si attrezza per mantenersi da downshifter”

    Non potevi scrivere meglio Anna! Brava!
    Condivido in pieno.

    In questo momento ed anche in altri…ma stavolta è molto alta…mi è sembrato di dover scalare una montagna ma sentivo di avere con me una buona attrezzatura! Tanta fatica ma poi che soddisfazione!

  28. @Anna,

    come ho scritto nel mio post ho preso 4 anni di buona uscita e ho una casa in affitto….Questo, insieme ad altre riserve che avevo messo da parte mi porta un introito sufficiente a vivere anche senza compagna per diversi anni (più di dieci) ma, dato che per fortuna c’è anche lei (non per i soldi ma perché la amo) che peraltro guadagna meno di quanto continuo a portare io a casa mensilmente, abbiamo trovato questo accordo. Per quanto riguarda il mio downshifting, visto che viviamo in coppia, ovviamente prima di prendere la decisione ne ho parlato con lei. Lo debbo confessare che avevo molte paure ma, dopo una titubanza iniziale, mi ha spronato proprio lei ad andare avanti. Per quanto riguarda il suo downshifting avverrà sicuramente prossimamente (io dal punto di vista anagrafico ci ho messo 9 anni di più, dato che ho 9 anni più di lei, e ho ben ponderato proprio l’indipendenza economica), è già diverso tempo che sta coltivando i suoi interessi fuori dal suo lavoro routinario e prima o poi per un verso o per l’altro riuscirà anche lei a venirne fuori…..Farlo adesso vorrebbe dire dipendere da me e così si verrebbe a creare la situazione inversa a quella che descrivevi te. In ogni caso, come scrivevo nel mio post, io sto cercando di ricostruirmi una vita con le cose che mi piacciono fare e da queste entreranno altri soldi, ancora non so se tanti o pochi, ma di sicuro buoni….Spero di essere stato esauriente.

    Mauro

  29. Scusate, aggiungo: non mi interessa specificamente di sapere i fattacci di Simone Perotti e della sua compagna. L’argomento che mi ha stimolato l’intervento, e che quindi mi interesserebbe vedere dibattuto, riguarda la gestione di una relazione dove le scelte sono diverse in materia di atteggiamento verso il lavoro (e/o possibilità di attuare un downshifting). Anche al di fuori dall’argomento economico, oggetto del mio post precedente: come vivi se l’amore tuo sta al chiodo lunedì-venerdì e può fare le ferie solo ad Agosto? Se quando tu hai le energie per chiacchierare fino alle 4 del mattino lei ha ancora in testa l’ultima riunione col suo capo e avrebbe voglia solo di rimbecillirsi di tivù per poi schiantarsi a dormire? A scanso di equivoci, il “tu” di questo post non è da intendersi “Simone”, ma riguarda chi la scelta del downshifting l’ha fatta ma si ritrova con un partner che non vuole e/o non può.

  30. @ a MARIKA, complimenti per il tuo scritto molto pacato e sereno.
    Unico appunto: non è quetione di “ragione o torto” nelle discussioni.
    Occorre essere coerenti e cercare di azionare il cervello.
    Non sempre facile, occorre attenzione, compreso chi scrive.
    Fortuna siamo diversi.
    Ed è il confronto costruttivo a farci crescere.
    Ogni giorno mi impegno ad imparare qualcosa di nuovo,
    per migliorarmi; devo ringraziare VOI TUTTI, per i continui stimoli offerti, condivisi o meno, poco importa.
    L’ importante è l’ invito al ragionamento!
    Commento anche il rapporto di coppia, tra un DS ed il partner.
    Non facile, raggiungere equilibri.
    Occorre essere chiari,dividere affari da affetti, ognuno a casa propria e sincerità.
    CIAO A TUTTI
    VALE

  31. ehi Simone
    no, no, non mi riferivo assolutamente a te. In altre occasioni avevi espresso ben chiaramente il tuo pensiero a riguardo: mi ricordo un tuo post indignatissimo (che condivido al 100%) riguardo un padre costretto dal tribunale a mantenere la figlia (il tuo post era ovviamente molto critico verso il tribunale), dove ribadivi che ognuno deve assumersi la responsabilità delle sue scelte e della sua vita, ivi compreso il fatto di mantenersi ove maggiorenni ed in grado di lavorare.
    Quindi il mio pensiero, che credo tu condivida, è che se uno vuole fare il downshifting, si attrezza per mantenersi da downshifter. Che può anche voler dire che si appoggia ad un partner che invece continua a lavorare, ma la cosa importante è che vada bene a tutti e due e soprattutto, attenzione, che la scelta sia sostenibile nel tempo. Se a un certo punto non è più sostenibile per chi continua a lavorare, sono cavoli – sia per quello che lavora sia per quello che non lavora. Ma non è il tuo caso – non mi sembra proprio che tu ti faccia mantenere dalla tua compagna che continua a lavorare. Casomai, tu affronterai problemi di altro tipo: i tempi che coincidono raramente, il focus che probabilmente è diverso, eccetera. Visto che continuate a stare insieme, avrete trovato un vostro particolare equilibrio – magari una volta ce lo racconti, se ti va ovviamente e senza alcuna intenzione di “intrudersi” nella tua sfera sentimentale.
    Lo spunto alla domanda me lo ha dato il post di Mauro, che ad un altro commentatore che gli chiedeva come faceva a mantenersi, citava il fatto che la sua compagna continua a lavorare. Beh, questo modo di mantenersi richiede un bel po’ di attenzione all’equilibrio che crea, tutto qui.

    • anna condivido quel che dici, intuisci bene il mio pensiero (che ho espresso più volte). Un uomo deve tendere all’autonomia psicologica, economica, logistica, relazionale, Una donna allo stesso modo. Due esseri autonomi che si incontrano non si associano per bisogno, ma per desiderio. Cosa che non rende nessuno schiavo dell’altro. Potrebbero stare altrove, con altre persone, ma decidono di stare lì, accanto, dando e prendendo e scambiando senza necessità, senza urgenza, ma per amore appunto. Scegliendo ogni giorno. Dal punto di vista logistico, cioé su come organizzarsi, ognuno ha la sua ricetta. La mia è che ho bisogno di stare da solo per poi tornare, oppure rispetto la solitudine per poi aspettare il ritorno. Mi stupisco sempre quando mi accorgo che ci sono persone che non passano mai del tempo da sole, con continuità, condividendo sempre tutto, dovunque, con tanta gente. Nel mio mondo di valori una persona sana ed equilibrata ha il diritto/dovere di stare da sola per occuparsi del proprio equilibrio, della propria ricerca, delle proprie cose, del proprio orto, dei propri libri, dei propri silenzi. Poi tutto questo decide di condividerlo, di portarlo, e allora comunica (cum munus = portando un regalo). Lo stesso fa quando si tratta dell’altro, che sa attendere, di cui rispetta spazi e solitudini, e da cui attende il munus, il regalo. Cosa vuoi che sia trovare la soluzione al tema delle vacanze, del cibo, dei viaggi. E’ solo divertente farlo. Non sarà mai un problema…

  32. @ Valentino, sono con te, non se ne può veramente più. Adesso tocca pure diventare fan della Arcuri, porca miseria.

    @ Veronica, hai ragione è che mi sono sentita ripetere spesso che non si capisce mai se scherzo o faccio sul serio e devo ammettere che non è una consderazione campata per aria; povero Perotti, mi sento in debito, gli ho disseminato ovunque commenti demenziali o dissertazioni fiume, dileggio e rimbrotti, a seconda di come mi girava e dell’umore che capitava. Che diamine, esondo spesso ma quando vedo gli allagamenti un po’ mi dispiace, ho una coscienza anch’io: aiutare a strizzare lo straccio zuppo mi sembra il minimo!

    @ 1light, ora mi fila: al denaro non avevo pensato, ma è un motivo plausibile.

    @ Marika, sono venuta su con una madre che sosteneva che a 18 anni ai figli bisognerebbe dare un bel calcio nel culo e sbatterli nell’arena a farsi le ossa, figuriamoci. Quello che mi stupisce sempre è la cecità di certi genitori che prendono come un’offesa personale il desiderio dei figli di staccarsi da loro e non capiscono che questi ultimi vedono nel loro desiderio di rendergli la vita più facile soltanto un cappio al collo che genera insofferenza e risentimento ringhioso; e pur di non sminuire se stessi, preferiscono sminuire le legittime aspirazioni dei figli, farli sentire vigliaccamente degli ingrati, invece di incoraggiarli, limitandosi a ricordare che, comunque vadano le cose, loro sono un punto di riferimento a cui tornare. Ieri leggevo una risposta del Perotti su 7mosse, parlava di invidia: quando, non ricordo dove, aveva tirato fuori il discorso dell’invidia, mi era sembrata un’esagerazione. Ma più passa il tempo e più mi rendo conto che è vero: la gente non riesce a sopportare che ci sia chi si distacca dal tran tran prestabilito, arriva davvero a detestare chi lo fa; e sminuisce e deride le scelte altrui per far sembrare più valide e sensate le proprie. Sì, credo proprio sia la banale invidia, non il presunto buonsenso, a parlare.

  33. @Mauro: Chiedo scusa a Simone se utilizzo il suo blog per un piccolo contatto culturale..Mauro, anch’io sto realizzando il mio sogno di suonare (violino) in una vera e propria orchestra sinfonica (amatoriale).
    Siamo riusciti come per miracolo a formarne una a Roma, se ti va potresti inserirci in qualche evento organizzato da te, grazie!

  34. @Mauro
    ma la compagna che ancora lavora è d’accordo? O non piacerebbe anche a lei avere il suo downshifting, ma si è sacrificata al tuo?
    Perdona la domanda molto personale, non voglio scatenare un vespaio ma… in qualche modo non mi sembra giusto. invece, se lei e’ felicissima di continuare a lavorare, bene per tutti. Altrimenti, mi piacerebbe sapere un po’ di piu’ del patto che avete fatto: due anni tu, due anni io? Lavori tu finche’ io non riesco a mantenermi/ci con i lavori meno inquadrati ma comunque remunerativi che sto trovando? Come si gestisce un downshifting in coppia, se porta disequilibrio?
    ciao e grazie

    • anna ma a chi ti stai rivolgendo, a me o ad altri? Io vivo solo, e la mia compagna anche. lei in città io da me. Condividiamo molto naturalmente, ma poi abbiamo uno spazio e un ambito autonomo. Il patto due anni tu due anni io, che tu ipotizzi, non avrebbe molto senso. Lei lavora perchè nell’economia generale della sua vita vuole e deve farlo. Io ho fatto altre scelte. Ma forse non ti riferivi a me…

  35. @Dax
    Ho preso 4 anni di buona uscita, ho una casa in affitto e la compagna che ancora lavora. Con questa configurazione potrei campare tutta la vita senza fare niente ma, visto che ho un sacco di interessi, compresa quella del mio vecchio lavoro che però veniva svolto in un ambiente insano, sto facendo un sacco di cose remunerative e non. Consulenze spot in ambito informatico, organizzazione di eventi culturali (a fine ottobre sto organizzando una serata a Roma laurentino38 intitolata “musica e poesia” dove suonerò anch’io), preparazione di un corso di armonia musicale con un mio amico maestro di pianoforte e direttore d’orchestra, serate di approfondimento sul vino nelle enoteche con un mio amico molto esperto, sto incidendo un disco con un trio bossa elettrico dove per la prima volta in vita mia suono la batteria (io sono percussionista) e poi studio pianoforte. Nonostante tutte queste cose ho un sacco di tempo libero e posso permettermi di avere un sacco di libertà di organizzare le giornate e i miei progetti come voglio e le opportunità si presentano continuamente con mia grande gioia, almeno fino adesso (sono solo 5 mesi che ho lasciato il posto fisso).

    Adesso dicci qualcosa di te.

    Saluti,
    Mauro

  36. @Simone Grazie per la risposta essenziale ed efficace. Sono contenta che questo interessante dibattito sia ripreso. E’ l’unico blog che frequento e mi piace molto.
    Sarò anche a Lerici con Mirella e ci piacerebbe anche venire in barca alle 14:speriamo di riuscire a prenotare domani; poi, prima di te c’è un intervento di otto donne che vanno a vela da anni e vorremmo sentire anche quelle! Sei su domenica mattina, o arrivi direttamente da Ancona? Hai tutta la mia ammirazione, Perotti, per come giri l’Italia in lungo e in largo con disinvoltura!Io non amo guidare, anche se con i mezzi a volte è complicato…
    @ Valentino, hai ragione! Rileggendomi ho trovato un tono un po saccente e presuntuoso. Questo blog mi piace proprio perchhè ci sono persone come voi e non “addetti ai lavori” ( quali lavori poi, la vita?)Rispetto alla vita siamo tutti “addetti ai lavori”, naturalmente, intanto, ciascuno della propria, anche se qualche volta, per mestiere, ci occupiamo anche di quella degli altri.
    Abbiamo esperienze diverse e, ovviamente,escludendo la patologia o la disonestà non ce n’è una migliore di un’altra. L’importante è che ognuno sia contento di sè.
    Ricordo un episodio di qualche anno fa: ho conosciuto un gruppo di omosessuali e a un certo punto, rivelato il mio mestiere, uno di loro mi fa:” ma allora ci curi, perchè noi siamo finocchi” : E io “Perchè? Dipende: se siete finocchi contenti certo che no, se non siete contenti, se volete, ne possiamo parlare!”
    Anch’io come te, Valentino, ma anche Simone, Silvana ed altri non ho figli miei e questo, sia nella vita che nel lavoro non so se è un limite o un vantaggio…è andata così e ormai Santa Menopausa mi tiene al riparo da tardivi ripensamenti!
    Grazie dei complimenti, li ho sentiti sinceri e grazie anche dell'”appunto”
    @ Silvana
    Avevo avvertito che per te era una cosa “a pelle”quella avversione per Agosti, perchè è la stessa cosa che “a pelle” fa sì che a me invece risulti piacevole e interessante: “Su’ gusti un ci si sputa!”si direbbe in viareggino, parafrasando liberamente dal latino. Ci mancherebbe altro!
    Abbiamo esperienze di vita, caratteri, modi di essere, formazioni e quindi opinioni diverse!Se tutti piacessimo a tutti sarebbe più semplice o più complicato? Chissà! Parliamone…
    I tuoi commenti sono ben argomentati e divertenti e su molti mi trovo d’accordo.
    Anch’io ho due nipoti ultra trentenni che non hanno ancora staccato del tutto il cordone ombelicale e i genitori non solo non se ne preoccupano ma quasi se ne compiacciono, specialmente la mamma.Io naturalmente non posso dire nulla perchè sennò sono la solita rompipalle, grillo parlante…e poi, non avendo figli, che posso sapere?
    Questa tendenza allucinante ad aiutare i figli assai oltre il fisiologico si esprime bene in una pubblicità di una finanziaria di qualche anno fa dove si proponeva un prestito ai pensionati”…fino a novant’anni…per aiutare un figlio…” Un figlio che presumibilmente ha almeno sessant’anni!
    E’una condanna a vita! Ecco, rispetto a queste situazioni sono contenta di non avere avuto figli!
    Non mi dispiacerebbe, invece fare la nonna! Ho vissuto un’esperienza molto intensa che è durata solo dieci giorni perchè la situazione era complicata ma mi è piaciuta molto…però semmai ve la racconto un’altra volta perchè sennò diventa troppo lungo-
    Buona serata e notte a tutti

  37. Silver, la notizia è attendibile e puoi trovarne riscontro anche in altre testate.
    Credo che il modo più pratico per riuscire in un piano del genere sia quello di offrire un obolo a chi si sottopone alla sterilizzazione.
    Qualche anno fa sono passata, per sbaglio, perché mi ero persa, attraverso un’ex area industriale ora abitata dai rom, in Slovacchia, poco dopo il confine polacco.
    Pensavo che vista Katovice non ci fosse di peggio qui in Europa, e invece sì.
    Non è descrivibile lo stato di povertà e di abbandono in cui vivono quelle persone. Per cui presumo che una piccola cifra possa essere sufficiente a convincere il capofamiglia a far sterilizzare tutte le donne del clan.

  38. 5 minuti or sono, apro il sito
    ANSA.IT, per le ultime notizie.

    IN PRIMO PIANO:
    INCHIESTA ESCORT.

    GIANPI ALLE RAGAZZE
    “NON METTETE I TACCHI”

    Io dico:
    NON SE NE PUO PIU!

    Domani sarà un giorno migliore,
    almeno lo spero!

    BUONA SERATA
    VALE

  39. @ 1light, grazie, ho visto e so bene che si praticano azioni contro i diritti umani, in Cina, non è una novità; ma stiamo parlando di paesi europei, nel link del quale parlavo: ora, una sterilizzazione forzata come fai a praticarla? Con quali metodi, soprattutto? Farmacologici, chirurgici, boh: ribadisco, sono perplessa sulla fattibilità. Ti rapiscono e ti portano in una clinica degli orrori in stile Coma profondo? Non mi piace generalizzare sugli argomenti seri: con le cretinate è facilissimo e sono la prima a darne spesso dimostrazione, ma su argomenti del genere credo sarebbe il caso di approfondire l’attendibilità delle fonti. Parliamoci chiaro: in rete di bufale ne circolano, e manco poche.

    @ Perotti, al di là di frizzi e lazzi, se dovessi arrivare sabato contaci davvero, non mi costa nulla, sto a tre chilometri dalla stazione; basta che me lo fai sapere poco prima e in cinque minuti sono lì e ti porto dove ti pare.

    Buona serata a tutti.

  40. Ciao Silver,
    ci sono cose raccapriccianti che non possono essere delucidate, nemmeno dalle lucette come me. Cose buie…
    Vediamo di essere luminose almeno noi, Silver, di distinguere l’utopia dalla pazzia, la fantasia dalla realtà.
    La realtà:
    http://www.laogai.it/?p=8595

  41. Premessa, adesso non sto giocando e sono seria, è bene dirlo.

    @ 1light, ho visto quel link che hai messo e mi ha lasciata decisamente perplessa: non capisco come si possa praticare una sterilizzazione forzata a qualcuno. Boh, delucidami, per favore.

  42. Perotti, io sono molto gentile, ma la mia macchina ce l’ho sabato perché mio marito me la frega tutti i giorni tranne il sabato. Ne avrei un’altra, ma non l’ho mai guidata e quindi c’è il rischio che sia lei a guidare me, la prima volta che la prendo: ci sarebbe da ridere, insomma. In caso vieni a casa mia, te la prendi e la guidi tu, così lei ti porta dove ti pare: che diamine, ti reputo abbastanza affidabile da prestarti una stupida macchina, mica ci vorrai fare la traversata oceanica! Se non ti va bene così, e quanto la fai lunga, vorrà dire che ne ruberemo una, che problema c’è?! Tanto hanno ripristinato la viabilità consueta, sconvolta per l’arrivo del papa, si circola benissimo ed è pieno di macchine nuovissime parcheggiate ovunque, a disposizione di chi le vuole rubare, se gli dovessero servire. Perché limitarsi a rubare solo le autoradio? Meglio prendersi tutto, anche i pupazzetti attaccati allo specchietto retrovisore. Quello lo faccio scegliere a te. Ho chiamato il sindaco, gli ho chiesto se mi prestava il tappeto rosso da srotolare alla stazione per il tuo arrivo, ma ha detto che gli serve e non me lo può dare. Vorrà dure che, per accoglierti degnamente, mi toglierò i baffetti in tuo onore. Sei contento? Io moltissimo, perché sono stanca di attorcigliarmeli continuamente. Certo, non me li vedresti in ogni caso, perché ti pare che dopo tutte le cavolate che ho scritto nel tuo blog, potrei avere pure la sfacciataggine di presentarmi davanti alla tua faccia? Anch’io ho un po’ di sano ritegno, che credi?! Ciao, Perotti, scusami, è che sono molto triste, come puoi vedere. Meno male che arrivi tu: sicuramente pioverà e sarebbe anche ora.

  43. Intendo spendere a favore di
    MISSIONARI,FRATI e LAICI in genere;
    che con il loro lavoro quotidiano,
    offrono aiuto ai fratelli più bisognosi.
    Queste persone godono del mio più profondo rispetto e piena approvazione
    del loro operato.
    SENZA SECONDI FINI, ALMENO A LIVELLO PERSONALE.
    Precisazione dovuta da parte mia, al fine di riconoscere che anche tra operatori
    rappresentanti della CHIESA CATTOLICA,
    vi è gente per bene.

    VALENTINO

  44. Ciao Simone, scusa, ma avrei bisogno di mettermi in contatto con te personalmente, perchè faccio parte del gruppo carcere Mario Cuminetti, che organizza attività culturali presso i carceri di Milano. Vorrei invitarti ad incontrare i ragazzi che vedo ogni settimana a San Vittore, sono nel reparto “giovani adulti” (18-25 anni) e credimi c’è un grande potenziale che vale la pena di conoscere. Spero di poterti raccontare più nel dettaglio questa esperienza. Grazie per la tua attenzione.

  45. Silver non volevo strumentalizzarti … ho solo detto che anche a me da quelle sensazioni … poi è ovvio, potrebbe essere il prete … ops … la persona più brava della terra! ;-)))

  46. Ora, se permettete, inasprisco “i toni” in forma provocatoria.
    Si, anch’ io come tanti altri, sono infastidito da questo finto perbenismo da parte di molti CATTOLICI PRATICANTI.
    Se leggiamo le ultime notizie provenienti dal TRIBUNALE DEI DIRITTI UMANI dell’ AJA,
    le accuse rivolte nei confronti degli alti prelati, fanno venire il vomito.
    Sono convinto ci sia una GIUSTIZIA DIVINA, che prenderà a legnate, tutti coloro che hanno predicato bene e razzolato male.
    Aggiungo e non lo sostengo certo io, che, nei secoli “LA CHIESA” è responsabile di ignobili responsabilità, a danno di deboli ed indifesi e non solo.
    Ora mi fermo,perchè è meglio,
    cambiamo pure discorso, non intendo rovinare la giornata a nessuno.
    BUON POMERIGGIO
    VALE
    p.s. Stamane ero in una banca d’ affari nella mia zona. Intravedo uscire dal box office investimenti finanziari, il prevosto della parrocchia vicina.
    Senza vergogna e dignità, questo personaggio, maneggia cifre da HNWI.(verità proveniente da un impiegato ribelle).
    Andatevi a vedere cosa significa questa sigla. Poi chiede ai comuni mortali i quattrini per il rifacimento dell’ oratorio.
    Ma che cadessero fulmini dal CIELO!!!

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