E così ieri io e F, armati di coraggio e energia, col carrellino di J. (che ce lo ha prestato con tutta la macchina, perché noi ancora il gancio non lo abbiamo montato. A vivere come viviamo noi, gancio e carrello sono essenziali…) siamo andati a casa di O., che non è qui ma ci ha detto con entusiasmo “andate e prendetele tutte” (sembrava un’omelia nella chiesa devota al culto del Riciclo). Due chiacchiere con Guendaline e Robert, due ospiti scozzesi di O., e poi vai di braccia, gambe e schiena per prendere le piastrelle (sono “cementine” antiche, 20×20, spesse 2,5 cm, peseranno ognuna due chili e mezzo). Mille viaggi per raggiungere il carrello, carico ordinato su paglia per ammortizzare, due carichi e due viaggi fino qui (4 km), poi scarico e trasporto con la carriola fino a dove mi servirà il materiale. Alla fine (dalle 11.00 si erano fatte le 16.00…) eravamo abbastanza stravolti. Non ci siamo più alzati dal divano fino a sera…
Sono talmente dure che tu le puoi piccozzare dietro con tutta la forza che hai, per pulirle dalla malta residua, e loro non si graffiano neanche. Doveva averle posate uno che non lesinava col cemento… Oggi ne ho pulite 56 in un’ora e mezza. Poi ho mollato perché la schiena da ieri urlava ancora. Saranno 350 in tutto, per un peso stimato complessivo (malta residua inclusa) di più di nove quintali.
Secondo me sono bellissime. Anche al Fienile dell’Anima ne abbiamo un po’, ma poche. In Italia sono sempre più rare (e care…). Oggi guardavo la catasta e mi sentivo ricco. Pulirle non sarà una passeggiata, come non lo è stato caricarle e trasportarle. Poi posarle sarà un altro lavoro…
Ci vuole sempre un valido motivo perché si produca un nuovo oggetto in questo pianeta strapieno di roba.
C’è un enorme valore in questo, e non consiste solo nel non produrre rifiuti (che già sarebbe tantissimo) o nel ridurre emissioni perché non si fabbricherà qualcos’altro, o nel salvare denaro per smaltire o per acquisire. Il valore sta nel dare significato a ogni cosa, anche la più insignificante, perché quasi tutto può rivivere, far sorridere ancora, far immaginare ancora, quasi tutto è costato lavoro minerario o abbattimento di alberi, o idrocarburi per trasportarlo, e acqua, e fatica, tanta fatica di uomini laboriosi. E tutto questo non può finire nel gesto semplice, sciatto, banale di buttare via le cose e rimpiazzarle con altro che non era necessario. Così, al di là di ogni valutazione, è solo brutto.